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Ue, al via l’indicazione geografica per prodotti artigianali e industriali: tutela estesa oltre l’agroalimentare

- di: Cristina Volpe Rinonapoli
 
Ue, al via l’indicazione geografica per prodotti artigianali e industriali: tutela estesa oltre l’agroalimentare

Da oggi gli artigiani europei possono registrare i loro prodotti nel nuovo sistema di indicazione geografica dell’Unione europea dedicato ai beni non agricoli. È una novità storica: per la prima volta, il regime che tutela alimenti e bevande a denominazione protetta si estende anche a lavorazioni artigianali e industriali, completando il quadro del mercato unico in materia di Ig. Il passaggio riconosce un valore economico e culturale a produzioni che, in molti casi, rappresentano un patrimonio identitario dei territori.

Ue, al via l’indicazione geografica per prodotti artigianali e industriali: tutela estesa oltre l’agroalimentare

Il nuovo regime Ue coprirà prodotti iconici come il vetro di Boemia, la porcellana di Limoges, i coltelli di Solingen o il tweed del Donegal. Tutte produzioni la cui reputazione dipende dal legame tra territorio, competenza artigianale e qualità. La Commissione sottolinea che la protezione consentirà di salvaguardare mestieri tradizionali e posti di lavoro locali, oltre a garantire ai consumatori la riconoscibilità di prodotti autentici, distinguendoli da imitazioni prive di standard qualitativi.

Cosa cambia per i produttori

Da oggi, soffiatori di vetro, ceramisti, tessitori, maestri del legno, gioiellieri, artigiani del ferro e altri professionisti europei possono presentare domanda per la registrazione Ig. Il riconoscimento può essere richiesto tramite un’associazione di produttori, ma anche individualmente. La procedura richiede la presentazione di un disciplinare: un documento che descrive nome, caratteristiche, processo di produzione e area geografica di riferimento. Il dossier deve essere trasmesso all’autorità competente dello Stato membro.

Deroghe e ruolo dell’Euipo
Alcuni Paesi — Danimarca, Finlandia, Lituania, Lussemburgo, Malta, Paesi Bassi e Svezia — hanno ottenuto una deroga: in questi Stati i produttori potranno rivolgersi direttamente all’Euipo, l’Ufficio dell’Unione europea per la proprietà intellettuale, che gestirà l’intero iter. In tutti gli altri casi, invece, il procedimento mantiene un primo passaggio nazionale prima dell’esame comunitario. L’Euipo diventa così il centro di raccordo di tutte le nuove Ig non agricole.

Impatto economico: un nuovo asset competitivo europeo

L’estensione delle Ig ai prodotti artigianali e industriali è una risposta a dinamiche commerciali globali che rendono più vulnerabili le economie locali. Marchi territoriali riconosciuti aumentano il valore dei beni, proteggono i produttori dalle imitazioni e rafforzano il posizionamento delle eccellenze europee nei mercati internazionali. Per molte regioni, soprattutto nelle aree rurali o meno industrializzate, la registrazione delle Ig può diventare uno strumento di sviluppo, attrarre turismo, sostenere micro-imprese e incentivare la continuità delle competenze tradizionali.

Una nuova opportunità anche per l’Italia

Per l’Italia, il nuovo regime apre un potenziale significativo: dai coltelli di Maniago al vetro veneziano, dalle ceramiche artistiche ai tessuti tradizionali, il patrimonio artigianale nazionale è tra i più ricchi in Europa. La possibilità di ottenere un marchio Ue di protezione può rafforzare filiere storiche, sostenere export di nicchia e costruire nuove strategie di promozione internazionale, replicando il successo delle Ig agroalimentari. Le associazioni di categoria guardano al nuovo regime come a una leva per dare un’identità giuridica e commerciale a produzioni spesso frammentate, ma di grande valore economico.

Verso un mercato più trasparente e competitivo

La nuova protezione rafforza la trasparenza per i consumatori e aumenta la competitività delle imprese europee contro imitazioni di bassa qualità provenienti da Paesi extra-Ue. È un tassello della strategia industriale europea che punta a difendere i settori tradizionali, valorizzare le competenze locali e sostenere modelli di business legati al territorio. Il passo avanti segna l’ingresso dell’artigianato e della manifattura locale nella stessa architettura normativa che ha reso vincenti molte filiere agroalimentari.
E da oggi, quel patrimonio non sarà più soltanto cultura materiale: sarà un asset regolato, riconosciuto e tutelato a livello europeo.

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