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Ue, scudo 15% sui farmaci: stop ai dazi al 100%

- di: Jole Rosati
 
Ue, scudo 15% sui farmaci: stop ai dazi al 100%
Ue, scudo 15% sui farmaci: stop ai dazi al 100%
Bruxelles parla di “polizza”; mobili e camion invece restano esposti.

Dazi al 100% sui farmaci di marca o brevettati dal 1° ottobre, con eccezioni per le aziende che stiano costruendo stabilimenti negli Stati Uniti. In parallelo, tariffe al 50% per i mobili da cucina e da bagno e al 25% sui camion pesanti. L’annuncio è arrivato con un post, non con un atto ufficiale: una mossa che alza la temperatura dello scontro commerciale e mette pressione su Europa e industria globale.

L’argomento utilizzato è la tutela della manifattura e della sicurezza nazionale: “Dobbiamo proteggere i nostri produttori” — afferma Trump — denunciando un mercato americano “inondato” di importazioni di mobili e armadi.

Un rischio (apparente) al 100%

Nel merito, il provvedimento sui farmaci punta ai prodotti di marca o coperti da brevetto. Restano in sospeso tre nodi: definizioni precise (cosa rientra in “marca” e in “brevettato”), criteri di esenzione per gli impianti “in costruzione”, tempistiche di attuazione. Senza una regolazione di dettaglio, l’operatività rischia di trasformarsi in un labirinto interpretativo.

La polizza di Bruxelles

Per l’Europa il punto fermo resta il tetto del 15% ai dazi complessivi applicabili ai farmaci, ai semiconduttori e al legname. È il cuore dell’intesa politico-commerciale che l’Ue considera una vera e propria polizza assicurativa a tutela degli operatori del Continente.

“Il limite tariffario globale del 15% rappresenta una polizza assicurativa che garantisce agli operatori economici europei che non verranno applicate tariffe più elevate” — dichiara Olof Gill, portavoce della Commissione europea.

Le incognite legali

Una via probabile per blindare i dazi è il ricorso alla sezione 232 (sicurezza nazionale). Lo strumento è più resistente in tribunale rispetto ad altri percorsi, ma apre un confronto con partner e giudici su proporzionalità e ambito delle misure. Inoltre, il tetto del 15% andrà misurato tenendo insieme dazio base e misure straordinarie legate alla sicurezza: un equilibrio non banale.

Industria in allerta, catene da ripensare

Le big pharma stanno accelerando piani di onshoring negli Stati Uniti per mitigare il rischio tariffario. La costruzione di nuovi siti, però, richiede anni. Nel breve termine, a limitare gli shock potrebbero essere scorte, deroghe mirate e la probabile esclusione dei farmaci generici dal 100%.

Chi rischia di più

L’Europa potrebbe essere relativamente protetta se il limite del 15% verrà applicato in modo lineare. Restano comunque esposti i Paesi con forte export farmaceutico — Irlanda, Svizzera, Germania, Italia — e in generale le aziende senza piani di investimento negli Usa. I settori mobili e camion, non coperti dall’intesa, sono i più vulnerabili alle nuove tariffe ipotizzate.

Cosa aspettarsi

  • Regole applicative per definire esenzioni e perimetro dei prodotti colpiti.
  • Negoziati Ue-Usa per ampliare le deroghe e chiarire il funzionamento del tetto.
  • Decisioni industriali su investimenti, fornitori e ri-localizzazioni.
  • Possibili contenziosi su casi borderline (brevetti parziali, impianti non ancora operativi).

Il punto

L’annuncio ha grande impatto mediatico, ma la partita vera si gioca nei dettagli tecnici. Definizioni, esenzioni e tempi determineranno l’effetto sui prezzi, sulle forniture e sull’export europeo. Bruxelles rivendica il suo scudo del 15%, ma dovrà vigilare perché diventi efficacia operativa, non solo un principio sulla carta.

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