Vendemmia, Camera di Commercio Umbria: meglio del previsto

- di: Barbara Leone
 

È andata meglio del previsto, in Umbria, la vendemmia 2023. A fronte di timori di un calo della produzione di oltre il 50% a causa della diffusione della peronospora, o “muffa bianca”, che può causare gravi danni alle viti e compromettere la qualità e la resa del raccolto, la flessione (in base alle stime Assoenologi, Ismea e Uiv – Unione italiana vini) nella regione è stata del 20% (al pari di Toscana e Lazio). Un dato superiore al -12% fatto segnare a livello nazionale, ma migliore di quello di non poche altre regioni, soprattutto del Mezzogiorno d’Italia. E l’ultimo listino della Borsa Merci di Perugia, organo della Camera di Commercio dell’Umbria, presenta un quadro dei prezzi al quintale pagate ai produttori per le uve per la produzione di vini Doc e Docg – ormai nella regione la gran parte della produzione vitivinicola - che vede un incremento medio del 15%, con punte del +20%, rispetto allo scorso anno. Questo significa che il ricavo medio complessivo dei produttori di uve per vini Doc e Docg - tenendo conto del calo della produzione - diminuisce di circa il 5% rispetto allo scorso anno, quando le previsioni erano di un drastico crollo (Il listino della Borsa Merci fa riferimento alla provincia di Perugia, ma estende la sua influenza anche sul mercato ternano). Ovviamente dentro la media ci sono tante situazioni diverse, con produttori che hanno subito flessioni della produzione ben superiori al 20% e quindi accusano un arretramento significativo, rispetto allo scorso anno, dei ricavi complessivi, mentre altri hanno avuto riduzioni minime e quindi portano a casa un aumento dei ricavi complessivi rispetto alla vendemmia 2022. In tale quadro va evidenziato che la Borsa Merci della Camera di Commercio dell’Umbria ha il pregio, raro tra tutte le Borse Merci italiane, di indicare il prezzo delle merci pagato realmente al produttore, franco consegna ai centri di raccolta. Molte altre Borse considerano invece solo i prezzi praticati nelle contrattazioni tra grossisti.

Vendemmia, Camera di Commercio Umbria: "Meglio del previsto"

Il calo della produzione in Umbria c’è, ma se si tiene conto delle previsioni, che erano pessime, si può dire che alla fine l’abbiamo sfangata – commenta Bruno Diano, Presidente della Borsa Merci della Camera di Commercio dell’Umbria -. La qualità delle uve è buona e i prezzi sono in crescita del 15%, con punte del +20%. Con questi dati, il prezzo al consumo del vino dovrebbe crescere del 10%. Per quanto riguarda l’olio d’oliva, la campagna di raccolta non è ancora terminata, ma le tendenze in Umbria sembrano delineate: produzione in calo, probabilmente più di quella registrata per il vino, prezzi ai produttori previsti in crescita del 30%”.

Gli fa eco Francesco Martella, agronomo e membro della Deputazione della Borsa Merci di Perugia: “La grande paura è passata, con la vendemmia 2023 che ci consegna una flessione della produzione molto minore a quella che si temeva. Se si guarda a regioni che registrano flessioni anche del 40%, il calo dell’Umbria è della metà. I prezzi sono in crescita e la qualità delle uve è buona. A registrare le flessioni minori della produzione quei produttori che hanno effettuato i trattamenti con rapidità e costanza. Questi produttori, se si tiene conto dell’aumento dei prezzi delle uve, grazie a piccole flessioni della produzione registrano ricavi superiori a quelli del 2022. Ma per quei produttori che non hanno potuto agire con tempestività e costanza sul fronte dei trattamenti, il bilancio è negativo”.

Entrando nel dettaglio c’è da rilevare che in Umbria, secondo le stime di Assoenologi, Ismea e Uiv (Unione italiana vini), la produzione vitivinicola è scesa, tra la vendemmia 2022 e quella 2023, da 400mila a 320mila ettolitri (-80mila ettolitri, -20%). In Italia, invece, la produzione è scesa – sempre secondo le stime Assoenologi, Ismea e Uiv – del 12%, passando da 50,294 a 49,843 milioni di ettolitri, con una perdita di 451mila ettolitri. Un mezzo miracolo, dopo l’allarme peronospera scattato in tutta Italia e spinto dalle condizioni meteo. La “muffa bianca” ha colpito un po’ in tutta Italia, ma in maniera molto differenziata (al Nord molto meno che nel Mezzogiorno) e il pericolo è stato in parte sventato grazie anche alla rapidità e la costanza con cui molti produttori italiani e umbri hanno effettuato i trattamenti. Chi non lo ha fatto ha pagato un prezzo assai più pesante. Questo il quadro nazionale dell’andamento della produzione vitivinicola 2023 in ciascuna regione, espresso in variazione percentuale rispetto alla produzione 2022 (la graduatoria va dal risultato migliore a quello peggiore): Lombardia +15%, Valle d’Aosta +10%, Veneto e Liguria +5%, Trentino Alto Adige +5%, Piemonte -2%, Emilia Romagna -4,5%, Friuli Venezia Giulia -10%, Umbria, Toscana, Lazio e Sardegna -20%, Marche e Puglia -25%, Campania, Basilicata e Sicilia -30%, Calabria -32,5%, Abruzzo -40%, Molise -45%.

L’ultimo Listino della Borsa Merci della Camera di Commercio dell’Umbria, relativo al 31 ottobre, per quanto riguarda le uve largamente più diffuse nel territorio per produrre vini rossi Doc e Docg (le uve per vini Doc e Docg in Umbria ormai rappresentano la parte largamente maggioritaria della produzione vitivinicola) vede quotare - prezzo pagato ai produttori -  Sangiovese tra 53  e 65 euro al quintale (prezzo medio 59 euro), Merlot (min 55 euro, max 65 euro di uva al quintale, prezzo medio 60 euro), Sagrantino Docgtra 160 e 200 euro (prezzo medio 180 euro). Per quanto riguarda invece riguarda le uve largamente più diffuse nel territorio per produrre vini bianchi Doc, Trebbiano quota tra 40 e 50 euro al quintale e le uve per il Grechetto tra 53 e 63 euro al quintale (prezzo medio 58 euro). Le quotazioni in Umbria (prezzo al produttore) delle altre uve per produrre vini Doc bianchi e rossi – Il quadro si completa con: uve per produrre cabernet sauvignon (min 53 euro, max 65, prezzo medio 59 euro); gamay (min. 53 – max 65 euro, prezzo medio 59 euro); pinot grigio (min. 53-max 63 euro, prezzo medio 59 euro); chardonnay (min. 53 – max 63 euro, prezzo medio 58 euro); vermentino (min. 50 – max 60 euro, prezzo medio 55 euro); trebbiano spoletino (min. 53 – max 63 euro, prezzo medio 58 euro).

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