Per "salvare" i regali di Natale il Vietnam riapre le sue fabbriche

- di: Redazione
 
Il Vietnam, dopo averle chiuse sotto la pesante spinta della variante delta del Covid-19, riapre le sue fabbriche, facendo tirare un sospiro di sollievo ai molti dettaglianti che hanno nelle produzioni del Paese dell'Estremo Oriente il principale fornitore per l'ormai imminente Natale e il suo tradizionale picco nei consumi. A spingere affinché le fabbriche riaprissero non sono stati solo i proprietari degli stabilimenti, quanto il deterioramento della sua economia.

Il Vietnam riapre le fabbriche in vista della stagione natalizia

Quindi, se scarpe di marca o apparecchi telefonici di ultima generazione a Natale faranno la felicità di qualcuno in Occidente è perché il Vietnam ha consolidato il suo status di ''fabbrica del pianeta'', passata indenne tra le guerre dei dazi che si sono scatenate tra le varie potenze economiche.

La storia recente sanitaria del Vietnam è abbastanza singolare. Il Paese, uscito relativamente indenne dalle prime ondate di Covid-19, ha invece sofferto molto per la variante delta, che si è dimostrata la più contagiosa. Sebbene per 15 mesi il Paese - chiuso al mondo a causa della pandemia - abbia registrato solo 3.000 contagi e 15 decessi, l'irruzione della variante, proveniente dall'India, ha innescato una tragica catena di contagi e decessi la scorsa estate, raggiungendo oltre 800.000 casi e 20.000 morti. Peraltro, a fronte di contagi e decessi, a metà ottobre solo il 18% dei suoi 98 milioni di abitanti aveva ricevuto il programma di vaccinazione completo. Il cuore della pandemia è stato Ho Chi Minh City (l'antica Saigon, che era la capitale del Vietnam del Sud) che ha registrato più del 75% del totale dei decessi.

La pandemia ha stravolto il quadro economico del Paese, anche per effetto dei confinamenti che sono stati decisi dalle autorità centrali per evitare il dilagare dei contagi. Una condizione che ha consentito di chiudere il 2020 con una crescita del 2,9% mentre le nazioni della regione registravano veri e propri tracolli. Nell'ultimo trimestre, però, il suo PIL è sceso del 6,7% rispetto allo stesso periodo dell'anno precedente. Con la conseguenza che circa cinque milioni di vietnamiti hanno perso il lavoro in estate, con la produzione industriale e le esportazioni crollate ad agosto.

Per effetto di questa situazione, la Banca Mondiale ha rivisto le sue previsioni di crescita per il 2021, che sono passate da un iniziale 4,8% all'attuale 2%. Nonostante il basso tasso di vaccinazione, le autorità hanno decretato, per novembre, la graduale riapertura delle fabbriche del sud, incoraggiate da una pausa dei contagi e spinte dagli investitori in vista dell'avvicinarsi di un periodo di consumi come il Natale.

L'importanza del Vietnam nello scacchiere globale è confermato da chi fruisce delle sue produzioni: il colosso del commercio americano Walmart; la Adidas (secondo cui i problemi delle fabbriche vietamite costerà in un anno 600 milioni di dollari di mancate vendite); Apple; Nike; Fruit of the Loom.
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Italia Informa n° 1 - Gennaio/Febbraio 2024
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