La tensione commerciale tra Stati Uniti e Unione Europea torna a infiammarsi. Con una mossa che rischia di riaccendere le ostilità economiche tra le due sponde dell’Atlantico, l’amministrazione americana ha annunciato nuovi dazi sulle importazioni di acciaio e alluminio provenienti dall’Europa. Un colpo duro per il settore siderurgico europeo, che ora si prepara a subire tariffe del 25% a partire dal 12 marzo. La reazione di Bruxelles non si è fatta attendere.
Von der Leyen: "Scateneremo contromisure contro i dazi USA"
"La decisione di Washington è ingiustificata e inaccettabile. L’Unione Europea non starà a guardare mentre i suoi interessi vengono minacciati", ha dichiarato la presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen. "Queste misure non rimarranno senza risposta: scateneranno contromisure ferme e proporzionate. L’UE agirà per salvaguardare i propri interessi economici e proteggeremo i nostri lavoratori, le nostre aziende e i nostri consumatori".
Un nuovo fronte nella guerra commerciale
Il provvedimento americano, ufficializzato in un ordine esecutivo firmato dal presidente Trump, ripropone un tema già visto negli ultimi anni: l'uso dei dazi come strumento di pressione geopolitica. Già nel 2018 l’ex inquilino della Casa Bianca aveva imposto barriere simili su acciaio e alluminio, provocando una dura reazione da parte dell’Unione Europea, che aveva risposto con tariffe su prodotti simbolo del made in USA, tra cui whisky, moto Harley-Davidson e jeans Levi’s.
Ora la storia sembra ripetersi. L’amministrazione statunitense giustifica la scelta con la necessità di proteggere l’industria siderurgica nazionale da pratiche di dumping e concorrenza sleale, accusando l’Europa di sovvenzionare il proprio settore metallurgico. Accuse respinte al mittente da Bruxelles, che denuncia un atto protezionistico destinato a danneggiare non solo le imprese europee, ma anche i rapporti transatlantici.
L’Europa si prepara alla ritorsione
Secondo fonti vicine alla Commissione, l’Unione Europea sta già studiando un pacchetto di contromisure, che potrebbe colpire beni simbolo dell’esportazione americana. "La nostra risposta sarà proporzionata e mirata, evitando un’escalation che potrebbe compromettere ulteriormente i rapporti commerciali", spiegano da Bruxelles. Tra le opzioni sul tavolo ci sarebbe l’aumento delle tariffe su prodotti alimentari e beni industriali statunitensi, così come il rafforzamento delle politiche di sostegno alle aziende europee colpite.
Ma la questione non è solo economica. L’imposizione dei dazi si inserisce in un quadro geopolitico complesso, in cui l’Europa sta cercando di affermare una propria autonomia strategica, allontanandosi dalla tradizionale dipendenza dagli Stati Uniti. Da mesi Bruxelles lavora a una nuova politica industriale, volta a ridurre l’esposizione alle pressioni economiche esterne, rafforzando la produzione interna di materie prime critiche e sviluppando filiere indipendenti.
Il rischio di una crisi più ampia
Il ritorno delle tensioni commerciali con gli Stati Uniti arriva in un momento delicato per l’economia europea, alle prese con la lenta ripresa post-pandemia e l’impatto del conflitto in Ucraina. L’industria siderurgica, in particolare, è già sotto pressione per il caro energia e la concorrenza cinese. "Se non si troverà un compromesso, il rischio è quello di un rallentamento della produzione e di una perdita di posti di lavoro nel settore", avvertono gli analisti.
A complicare il quadro, la posizione ambigua di alcuni Paesi europei, più inclini a un approccio negoziale con Washington. Francia e Germania, pur sostenendo la linea dura di von der Leyen, hanno già avviato contatti diplomatici per tentare di scongiurare un’escalation. Tuttavia, la strada per un accordo si annuncia in salita, con un’amministrazione americana determinata a difendere gli interessi dell’industria nazionale a costo di nuove frizioni con gli alleati storici.
Nel frattempo, le imprese europee si preparano ad affrontare gli effetti delle nuove tariffe. "Questa decisione avrà un impatto devastante sul settore", avverte il CEO di una delle principali aziende siderurgiche europee. "Ci auguriamo che l’Europa risponda con fermezza, ma soprattutto con rapidità, perché il tempo per le trattative sta scadendo".
L’Unione Europea è dunque di fronte a un bivio: cercare un compromesso con Washington o imboccare la via dello scontro commerciale. Nei prossimi giorni, la Commissione presenterà il piano di ritorsioni, nella speranza che il braccio di ferro non si trasformi in una nuova guerra dei dazi, con conseguenze imprevedibili per l’economia globale.