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8 Marzo, sciopero e cortei in tutta Italia: Non Una di Meno torna in piazza con l’Europa

- di: Cristina Volpe Rinonapoli
 
8 Marzo, sciopero e cortei in tutta Italia: Non Una di Meno torna in piazza con l’Europa

L’8 marzo torna ad essere una giornata di mobilitazione globale. Non Una di Meno chiama alla protesta in tutta Italia, con cortei e manifestazioni che coinvolgeranno migliaia di persone in Roma, Milano, Napoli, Torino, Firenze e molte altre città. Un appuntamento che si inserisce in un movimento internazionale che, da Madrid a Parigi, da Berlino a Varsavia, vedrà le donne e le lavoratrici scendere in strada per rivendicare diritti, sicurezza e parità, ma anche per denunciare la precarietà e la violenza di genere.

8 Marzo, sciopero e cortei in tutta Italia: Non Una di Meno torna in piazza con l’Europa

Nel nostro Paese, la rete femminista nata nel 2016 sull’onda del Ni Una Menos argentino ha riportato al centro della scena l’8 marzo come giornata di sciopero e lotta, smarcandosi dalla retorica della celebrazione per trasformarla in un momento di protesta. Quest’anno, il contesto in cui si svolgerà la manifestazione è particolarmente critico: “L’8 marzo 2025 si svolgerà in un contesto di forti spinte autoritarie e di profonda crisi economica, di chiusura degli spazi democratici e approfondimento di violenza e disuguaglianze”, si legge nell’appello del movimento.

Il cuore della protesta: lavoro, diritti, sicurezza
Al centro delle rivendicazioni, ci sono i diritti sul lavoro e la denuncia delle condizioni in cui operano le donne nei settori più precarizzati, come sanità, istruzione, commercio e ristorazione. “Pensiamo possa essere un terreno di convergenza contro le politiche del Governo Meloni, in particolare per i settori maggiormente precarizzati e femminilizzati”, spiegano le attiviste.

La protesta riguarda anche il diritto all’autodeterminazione e l’accesso ai servizi sanitari: “L’attacco subdolo all’aborto sancisce l’alleanza con le organizzazioni antiabortiste e passa per lo smantellamento dei consultori, dei reparti IVG e per il disinvestimento sulla RU486”. Una situazione che riporta l’Italia indietro di decenni e che si inserisce in un quadro più ampio di regressione sui diritti, che colpisce in particolare le donne e le fasce più vulnerabili.

Un fenomeno europeo: le altre piazze in mobilitazione
Ma se in Italia la battaglia si concentra anche sulle scelte del governo in materia di welfare e sicurezza, l’8 marzo sarà una giornata di protesta in tutta Europa, con modalità e richieste diverse a seconda del contesto nazionale.

In Spagna, il movimento femminista è tra i più forti del continente: il Paro Internacional de Mujeres (Sciopero Internazionale delle Donne) è stato per anni un appuntamento centrale, con manifestazioni che hanno coinvolto centinaia di migliaia di persone. A Madrid e Barcellona, i cortei saranno ancora una volta enormi, con una forte richiesta di parità salariale e un maggiore impegno contro la violenza domestica.

In Francia, la mobilitazione è legata alle recenti proteste contro la riforma delle pensioni, che penalizza in particolare le donne, già colpite da stipendi più bassi e carriere interrotte dalla maternità. A Parigi e in molte altre città, la giornata sarà segnata da cortei sindacali e femministi, uniti nella battaglia per migliori condizioni di lavoro e una vera equità di genere.

In Germania, il dibattito sulla parità salariale è al centro dell’attenzione: le donne guadagnano in media il 18% in meno rispetto agli uomini, e le manifestazioni dell’8 marzo saranno incentrate su questo tema. A Berlino, dove la giornata è riconosciuta come festa ufficiale dal 2019, migliaia di persone parteciperanno agli eventi nelle piazze.

In Polonia, invece, la protesta assume un significato ancora più forte. Dopo anni di governi ultraconservatori che hanno limitato il diritto all’aborto e imposto rigide restrizioni sui diritti delle donne, la nuova leadership politica sta affrontando forti pressioni per invertire queste politiche. L’8 marzo sarà un momento cruciale per chiedere una legislazione più progressista e per difendere i diritti conquistati con fatica.

L’Italia e il nodo della violenza di genere
A rendere ancora più urgente la protesta in Italia sono i numeri della violenza sulle donne. Nel 2024, l’Osservatorio di Non Una di Meno ha registrato 104 casi tra femminicidi, transfemminicidi e lesbicidi. A questo si aggiunge la crescente insicurezza per chi subisce molestie e discriminazioni sul posto di lavoro, così come la scarsità di fondi per i centri antiviolenza.

Per il movimento femminista italiano, le misure adottate dal governo sono insufficienti, e spesso più orientate alla propaganda che a una reale soluzione del problema. “Ci ribelliamo alla guerra come espressione più brutale della violenza patriarcale”, scrivono le attiviste, evidenziando il legame tra politiche di sicurezza, discriminazioni di genere e limitazione delle libertà.

Una mobilitazione che non si ferma
L’8 marzo 2025, dunque, sarà un momento di grande mobilitazione in tutta Europa, con l’Italia tra i Paesi in prima linea. Da Roma a Madrid, da Berlino a Varsavia, la battaglia per i diritti delle donne e per un futuro più equo non si ferma. E per Non Una di Meno, la lotta continua: “Ci volete vittime, saremo marea”.

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