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Addio all'ex ministro Antonio Martino, accademico ed economista

- di: Giuseppe Castellini
 
Addio all'ex ministro Antonio Martino, accademico ed economista
Grande cordoglio per la morte di Antonio Martino, Accademico, economista, già Ministro degli Affari esteri e Ministro della Difesa rispettivamente nel governo Berlusconi I e nei governi Berlusconi II e III, oltre che Deputato della Repubblica Italiana dal 1994 al 2018 (aveva la tessera numero 2, dopo quella di Berlusconi, di Forza Italia, a cui ha dato un grande contributo di idee e proposte).

Liberale come il padre Gaetano Martino, che fu che fu Ministro degli Esteri e che ebbe un ruolo fondamentale, tra l’altro, nel processo che porterà alla firma del Trattato di Roma del 1957, il Professore è stato il portabandiera del pensiero economico liberale-liberista del Premio Nobel Milton Friedman, ingaggiando battaglie culturali di alto livello anche quando il mainstream del pensiero economico era di stampo keynesiano, o meglio neokeynesiano. Battaglie portate avanti con decisione, ma mai con lo spirito della contrapposizione per la contrapposizione. Nella sua veste di Ministro ha portato avanti le sue idee di fiero atlantista e della necessità della difesa, ma muovendosi con grandi capacità di realpolitik nella complessa rete di relazioni della diplomazia italiana.

Amato dai suoi studenti per la gentilezza e l’attenzione che aveva per essi, con un dialogo sempre aperto che mirava a sviluppare o spirito critico più che a convincere delle sue idee economiche, è stato il principale punto di riferimento delle tesi liberali-liberaliste, mostrando grande rigore scientifico nel cercare di dimostrare il ruolo fondamentale di una gestione ‘neutra’ della moneta (affermava che l’aumento della massa monetaria doveva essere in linea con i tassi di crescita economica attesi o comunque desiderabili, senza quelle che chiamava “le manipolazioni keynesiane”) e producendo studi molto interessanti sulla stagflazione (ossia la contemporanea presenza di inflazione e stagnazione) che allora affliggeva l’Italia.

Aveva 79 anni, era stato responsabile degli Esteri e della Difesa

Spirito arguto ed ironico, amava raccontare la prima volta che incontrò Milton Friedman: “Venivo dall’Università di Messina - ci disse - in un’epoca in cui, quando un Professore entrava in classe, noi studenti ci alzavamo e applaudivamo. Quando, con una Borsa di studio e nonostante le perplessità di mio padre (Gaetano Martino, liberale, che fu Ministro degli Esteri e che ebbe un ruolo fondamentale, tra l’altro, nel processo che porterà alla firma del Trattato di Roma del 1957, in cui prese l’avvio quella che diventò prima la Comunità e europea e poi l’Unione europea), andai a Chicago con l’obiettivo di frequentare i corsi di Milton Friedman, per varie settimane non ebbi il coraggio, vista la grandezza del personaggio, di chiedere un appuntamento. Alla fine il coraggio lo trovai e mi presentai, vestito di tutto punto, nel suo ufficio all’Università. Chiesi timidamente alla segretaria come potevo fare per chiedere di partecipare alle lezioni del Professore e lei mi rispose: vada, è di là, nel suo ufficio. Bussai e una voce mi rispose subito di entrare. Lo trovai che leggeva un libo mentre aveva i piedi sul tavolo. Un aspetto di informalità che non conoscevo e che invece nel mondo accademico americano è cosa normalissima. Lo ringraziai per la disponibilità e lui mi rispose che non c’era alcun problema, visto che faceva parte del suo lavoro e che veniva pagato per questo. Friedman era un uomo piccolo, ma man mano che parlava spiegandomi i fondamenti della sua teoria economica mi apparve come un gigante. I rapporti con lui, fino alla sua morte, non sono mai cessati e ho continuato a vedere in quell’uomo piccolo un gigante”.

In una nota, il presidente di Forza Italia Silvio Berlusconi ricorda il suo ex ministro: "Se ne va un amico carissimo, uno studioso illustre, un uomo libero" - "Con Antonio Martino se ne va un amico carissimo, uno studioso illustre, un uomo libero. Con lui ho condiviso l'idea della nascita di Forza Italia, della quale ebbe la tessera numero due. Fu uno dei più apprezzati Ministri dei nostri governi, agli Esteri e alla Difesa, stimatissimo in tutti i contesti internazionali e soprattutto negli Stati Uniti, dove si era formato e dove era di casa".
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