Borselli, sacrifici e dintorni

- di: Barbara Leone
 
Gavetta, gavetta perché sei tu gavetta? E’ la parola del momento. Praticamente è sulla bocca di tutti: imprenditori, politici, opinionisti, showgirl… Pure il pizzettaro sotto casa sente di dover dire la sua. E gli italiani, da bravi guelfi e ghibellini, come sempre si dividono a metà. Quelli che “i ragazzi non vogliono fare sacrifici”. E quelli che “vergognahhh incitate allo sfruttamentohhh”. Come sempre, in medio stat virtus. L’ultima bufera mediatica, ma solo in ordine temporale, è toccata a Hoara Borselli. Professione opinionista (sigh sigh), diventata famosa anni orsono per esser stata ai tempi la fidanzata del portiere della Nazionale Walter Zenga. Che non vuol dire sminuire il valore intrinseco di una persona, ma semplicemente riportare fedelmente i fatti. E i fatti sono che la Borselli non se la filava nessuno fino a che non si è accompagnata a Zenga. Fine, stop, punto, punto e virgola. Abbundandis abbundandum! Ma veniamo a oggi. La bionda prezzemolina della tv è stata travolta dalle critiche, soprattutto sugli immancabili social, dopo aver postato un suo personalissimo e discutibilissimo pensiero riguardante l’approccio che i ragazzi hanno al mondo del lavoro. “A 15 anni - ha cinguettato la showgirl mossa da non si sa bene quale fuoco - in estate alcuni giorni lavoravo in un bar mentre i miei amici andavano al mare. Poche ore, dalle 12 alle 16. Finito il turno mi regalavano un gelato e  se andava bene delle patatine. Si parte sempre dal basso ragazzi. Sacrificio e ‘fame’.

Credo sia ciò che manca oggi”. Vabbè, pensiamo noi. Eccone un’altra. Del resto sono settimane che se ne parla, complice il fatto che gli esercenti faticano a trovare il personale. Forse, il dubbio è lecito, perché non pagano il giusto. Ma tant’è. Il mantra è sempre lo stesso: i giovani non hanno voglia di lavorare, non vogliono fare sacrifici, non vogliono fare la gavetta. Amen salamen. Al riguardo la suddetta fanciulla, che a dire il vero proprio fanciulla non è, ci ha messo il carico da novanta. Salvo venire ampiamente smentita proprio sui social da una sua compagna di classe che ha scritto: “Ma quando mai ha fatto la barista? Non è che lo dico così per dire, eravamo in classe insieme. Ha iniziato con concorsi e programmi tv da ragazzina. La barista...”. Il tutto corredato da faccina a presa per il didietro. Pistola fumante? Si e no, perché ovviamente la Borselli ha replicato sottolineando l’immutato livore della ex compagna di scuola. Insomma, da un cinguettio azzardato e inopportuno s’è scatenato il putiferio di botte e riposte e vattelappesca per quale personale motivo. Il tutto corredato dalle solite opposte fazioni. Che noia che barba, che barba che noia… Il punto però è un altro. Perché tutti, ma davvero tutti, si sentono in diritto/dovere di pontificare sulla voglia di lavorare dei nostri ragazzi? A naso c’entra qualcosa il reddito di cittadinanza, che ha sicuramente i suoi enormi limiti. Ma ha anche qualche virtù. E sicuramente ha avuto il pregio di mettere in luce un problema che esiste. Ovverosia che c’è tanta, tantissima gente che non ha manco i soldi per schiattare. Perché un funerale costa.

E non riesce a trovare un lavoro dignitosamente retribuito. Sono favole? Manco per niente. Basterebbe farsi un giro nel mondo reale per capirlo. Oggi come oggi trovare un lavoro è un’impresa titanica. Se poi lo cerchi in base alle tue passioni e competenze hai tutto il tempo di farti venire i capelli bianchi. Perché bisogna adattarsi, essere choosy, non spaccare il capello in quattro e chi se ne frega delle tre lauree e master che hai conseguito. Figuriamoci dei sogni. Dai 40 anni in su te lo puoi proprio scordare. Anche di trovare un lavoro che non c’entra niente con la tua formazione. Troppo vecchio per un apprendistato, e troppo giovane per uno senza esperienza. E quindi che si fa? Fai l’equilibrista. Saltelli da un lavoretto ad un altro (rigorosamente al nero) pregando tutti i santi del paradiso che prima o poi arrivi l’occasione giusta. E se non arriva ti ammazzi di xanax. E a quel punto l’unica preghiera che ti resta è quella di non arrivare troppo in là con gli anni perché saresti un vecchio povero e solo. Dal momento che senza soldi non ti puoi nemmeno permettere di fare un figlio. Sto esagerando? No. Scomodo dirlo, ma la realtà dei fatti è questa. E chi dice il contrario mente sapendo di mentire. O semplicemente vive su un altro pianeta. Beato lui. Tutto questo pontificare a destra e a manca contro i ragazzi che giustamente non vogliono essere sfruttati è veramente penoso.  L’impressione è che pur di buttarla in politica si vada sempre e comunque a sparare a zero su una generazione che, pur con tutti i suoi limiti, è migliore di ciò che vogliono farci credere. Certo, ci saranno sicuramente i furbetti, quelli che se ne approfittano e che gozzoviglierebbero dalla mattina alla sera. Ma santa miseria miserrima: è dalla notte dei tempi che è così! Come sempre, però, fa più rumore un albero che cade di una foresta che cresce. E i Borselli stanno a guardare…
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