Chi sono le bestie?

- di: Barbara Leone
 
Bevete tanto, mangiate frutta e verdura, usate vestiti comodi e chiari, proteggete la testa con un cappello, non uscite nelle ore più calde… Li conosciamo a menadito i preziosi consigli per difenderci dall’arsura di quest’estate, giusto? Il caldo è bello, sì. Ma quando si sta in vacanza, e con i piedi a mollo. Diversamente è un incubo. Per noi, certo. Ma anche, e per certi versi soprattutto, per gli animali. Cui non riserviamo le stesse accortezze. L’estate per i nostri amici animali è un vero e proprio inferno. Fanno fatica a procacciarsi il cibo e l’acqua. E, a differenza di noi, non hanno i condizionatori.

D’estate (come anche nei più rigidi inverni) in natura sopravvive davvero chi è più forte, sotto tutti i punti di vista. E’ la dura legge di Darwin. L’inferno più atroce, però, lo vivono quegli animali che dovremmo accudire noi esseri (dis)umani. Gli abbandoni estivi sono un noto ed angosciante flagello, ma non meno atroce è la fine che fanno tutti quei pelosetti trattati a mo’ di busta della spesa. Lasciati per ore nelle macchine arroventate. O usati sino allo stremo, come nel caso delle più che ormai obsolete botticelle, che scarrozzano per ore ed ore i turisti nelle nostre città sotto un sole che ammazzerebbe anche un toro. E difatti ogni anno sono tantissimi i cavalli che stramazzano al suolo. E non c’è niente da fare: la politica regolarmente promette di metterle al bando, ma gira che ti rigira le botticelle stanno sempre lì. Vacci a capì quale forza oscura protegge i vetturini.

Certo, il Tar (almeno nel Lazio) ha disposto che stiano fermi dalle 11 alle 18, vedi un po’. Ma solo nelle giornate in cui il Ministero della salute e la Protezione civile prevedono un livello di rischio 2 e 3. Sotto questa soglia i cavalli si attaccano e tirano forte. Magari fosse, almeno qualcuno ruzzolerebbe a terra. E se Pisa, Messina, Palermo e Sorrento si sono allineate alla Capitale (con uno stop che però va dalle 11.30 sino alle 16.30), è andata decisamente meglio ai cavalli di Verona e della Reggia di Caserta: qui, vivaddio, le carrozze sono state completamente abolite. Almeno lì sono entrati nel XXI secolo. Al contrario di chi qualche giorno fa ha firmato la condanna a morte di Korona Klaudius, un meraviglioso baio di diciotto anni costretto a gareggiare in una corsa ad ostacoli nell’ora più feroce della giornata: alle 13.30, e con 40 gradi all’ombra. Solo due settimane fa erano morti due cavalli all’ippodromo di Cesena. Mentre i primi di luglio a Seneghe, in Sardegna, un cavallo è morto d’infarto durante il palio in onore della patrona del paese. Sempre in Sardegna, e più precisamente ad Abbasanta ancora una volta in provincia di Oristano, sabato scorso si è svolto il Torneo dei Nuraghi.

Una gara ad ostacoli organizzata da chi, in teoria ma solo in teoria, i cavalli li dovrebbe conoscere ed amare. Dal momento che, sempre in teoria, chi si occupa di equitazione lo dovrebbe fare per amore di questi animali, che sono straordinari al di là di ogni immaginazione. La più nobile conquista dell’uomo, come ebbe a dire il matematico e naturalista illuminista Georges-Louis Leclerc de Buffon. Un animale che ogni cavaliere dovrebbe venerare, non foss’altro perché per un attimo gli presta le ali donandogli la possibilità di avvicinarsi all’infinito. Ma evidentemente, e a dire il vero non ci stupiamo affatto, non è proprio così. Visto che proprio chi lo doveva proteggere lo ha portato a morte. Una morte, peraltro, ben prevedibile viste le condizioni atmosferiche. Durante la gara il povero Korona ha totalizzato 18 penalità. Dopo di che si è accasciasto al suolo ed è morto, probabilmente d’infarto dovuto ad un colpo di calore. Per una gara, per una stupida stramaledettissima gara di umani stolti, senza coscienza e cuore. Che hanno trasportato il cavallo da un altro maneggio per ore, e sicuramente non su di un mezzo ventilato. Poi lo hanno costretto a galoppare e saltare ostacoli in un campo scoperto, una piana desertica col sole a picco e più di 40 gradi sulla testa. Ed alla fine, mentre lui moriva, hanno proseguito con la gara. Proclamando il vincitore cui hanno assegnato una coppa e una coccarda. Chi sono le bestie?
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