Confimprese, ristorazione: preoccupazione tangibile, attività a rischio

- di: Barbara Bizzarri
 
L’analisi del Centro Studi Retail di Confimprese nell’ambito della ristorazione evidenzia un quadro a fosche tinte da cui parecchie attività temono di non risollevarsi in futuro. Tra le cause, l’aumento dei costi, l’inflazione e l’incertezza dovuta al perdurare della attuale situazione socioeconomica. Il campione, composto per il 40% dal casual dining, per il 30% dalla ristorazione senza servizio al tavolo, per il 25% da bar e coffee shop e per il 5% dalle gelaterie, ritiene per l’85% che la dinamica dei prezzi e la conseguente riduzione del potere d’acquisto siano preoccupanti e che i cambiamenti in atto non possano essere di passaggio, presagendo un lungo periodo di crisi economica. I maggiori incrementi si registrano nelle utenze con variazioni superiori al 31%, con picchi oltre il 50%.

Tre aziende su quattro denunciano aumenti del costo del personale fino al 10%, dovuto alla mancanza di nuove risorse da assumere. Sul fronte consumatori, il 91,8% delle famiglie teme le conseguenze economiche dell’attuale situazione geopolitica. “Dall’analisi - spiega Mario Maiocchi, direttore Centro studi Retail Confimprese - emerge una situazione molto incerta, nonostante la fine delle limitazioni e la voglia di normalità che spinge i consumi. La visione delle aziende della ristorazione, tuttavia, impone una riflessione su quanto sta accadendo nel settore. La totalità delle aziende ha registrato un aumento dei costi di gestione nel 2022. Le utenze, spina nel fianco per le imprese, sono la voce che ha subìto gli incrementi maggiori. Il 65% delle aziende registra variazioni superiori al 31% con picchi addirittura oltre il 50%, mentre il 70% indica un aumento dei costi delle materie prime alimentari tra l’11% e il 30%. Quest’ultima voce incide in media per oltre un quarto sul fatturato. I costi delle materie prime non alimentari aumentano maggiormente rispetto a quelle alimentari, tanto che il 60% indica un incremento tra 21% e 40%, ma l’incidenza sul fatturato di questa voce risulta molto più bassa con una media del 6,3%”.

Inoltre, il 55% dei retailer dichiara un aumento del costo del personale, dovuto alla mancata disponibilità di nuove risorse da assumere, con incrementi fino al 10%. La difficoltà emerge con maggiore forza soprattutto per gli operatori del casual dining (75%) e per bar e coffee shop (60%). Gli aumenti del listino prezzi, dovuti ai costi di personale, materie prime e utenze, potrebbero addirittura non essere sufficienti per coprire le spese. Negli ultimi tre mesi, tre famiglie su quattro hanno riscontrato un aumento nelle voci di prezzo dei menu, valutato rilevante in tutte le tipologie di ristorazione: bar e gelaterie, ristoranti, fast food. Una persona su due riferisce differenze di prezzo anche tra la consumazione in loco e il take away e delivery. Gli aumenti dei listini sono ritenuti poco giustificati da tre famiglie su quattro: soltanto il 22,1% degli intervistati li considera accettabili. Le attese in merito sono di aumenti strutturali per 28,2% delle famiglie, cui si aggiunge il 43,7% convinto di avere davanti un lungo periodo di crisi. In reazione agli aumenti di prezzo nella ristorazione, il 60% ne ha ridotto la fruizione, mentre il 35% opta per ristoranti più economici e un altro 23% rinuncia alla qualità dei prodotti. Sotto osservazione anche l’attuale situazione delle famiglie italiane. Un’indagine eseguita da Innovation Team-Cerved per Confimprese riflette un andamento analogo a quelli registrati dalle aziende. Il 91,8% delle famiglie teme le conseguenze economiche dell’attuale situazione geopolitica e ha adottato contromisure per fronteggiare il caro prezzi, riducendo gli acquisti (60,8%) soprattutto di beni non durevoli (41,1%). La situazione economica familiare è in peggioramento per una famiglia su tre: a risentire del contesto attuale è principalmente la capacità di risparmio, in diminuzione per il 40,8% delle famiglie. Pesano l’impatto del costo del carburante e i prezzi dei beni di consumo. Per otto famiglie su dieci il prossimo futuro si prospetta alquanto difficile. 
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Italia Informa n° 1 - Gennaio/Febbraio 2024
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