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Continua il massacro dei cattolici in Africa, e il mondo resta a guardare

- di: Barbara Bizzarri
 
Continua il massacro dei cattolici in Africa, e il mondo resta a guardare
Quanto stridono le immagini del massacro in Nigeria, dove cinquanta persone sono state uccise nella Chiesa di San Francesco Saverio a Owo, nello Stato di Ondo, perché hanno osato sfidare le leggi non scritte di una faida interna che sta annientando il Paese, con quello che succede qui, in Italia, dove il Cattolicesimo è fiorito e dove ha creato la bellezza benedetta da Dio delle nostre Chiese, lo splendore infinito della nostra arte, e dove in questi giorni e per l’ennesima volta, è stato aggredito con violenza bestiale da chi cerca qualche minuto di celebrità con la scorciatoia miserevole di infangare la religione di Stato. Il Papa è un signore folkloristico che va bene quando dice qualche battuta, però quando ricorda i fondamenti e i veti della nostra religione, all’improvviso non piace più e come da copione diventa vecchio, malato, inadatto alla modernità di un’epoca che ce la sta mettendo tutta per essere ridicola e disumana, riuscendoci benissimo. Sulle centinaia di cattolici morti in Africa pesa un silenzio che è una pietra tombale, sulle lotte intestine determinate da religione e denaro, vige l’omertà più assoluta, una scia di sangue che si ingrandisce di domenica in domenica e che aumenta con crudeltà calcolata nelle feste cristiane più importanti, il Natale, la Pasqua e, come domenica scorsa, la Pentecoste.

Uomini armati hanno fatto irruzione nella Chiesa e hanno aperto il fuoco, utilizzando anche esplosivi: oltre cinquanta persone uccise senza pietà, fra cui donne e bambini, sono le vittime di un olocausto che sembra non finire mai. Sebbene finora non vi siano state rivendicazioni, le autorità locali hanno accusato del massacro i Fulani, un’etnia nomade islamica dedita alla pastorizia e al commercio, che a causa della desertificazione e per cercare nuovi pascoli si è spinta nei territori abitati dagli Yoruba, contadini di religione cattolica. Nei giorni scorsi sono stati rapiti diversi sacerdoti, due preti cattolici sono ancora in ostaggio, ma ciò non ha costituito un deterrente per i fedeli che hanno affrontato il rischio con la fermezza e il coraggio dei martiri, sapendo di rischiare la vita. Il governatore dello Stato di Ondo ha definito l’attentato “vile e satanico”: da anni le comunità cristiane in Nigeria sono sotto attacco da parte dei gruppi jihadisti concentrati nell’area nord est del Paese, a cominciare da Boko Haram. Non è passato neanche un mese da quando Deborah Samuel, una studentessa cattolica, è stata frustata, lapidata e bruciata su un cumulo di pneumatici con l’accusa di aver scritto su Whatsapp un commento offensivo su Maometto, e i disordini che sono seguiti all’arresto dei presunti colpevoli hanno portato a tentativi di saccheggio dei negozi gestiti da cattolici. La Nigeria è un paese di 215 milioni di abitanti diviso fra musulmani a nord e cattolici a sud. Le precarie condizioni economiche e le lotte interne stanno trasformando il paese in una polveriera, però nessuno ne parla. Minimizzare non è la soluzione e per quanto noi sappiamo che non praevalebunt, è giunto il momento di metterci del nostro e anche di ringraziare per la nostra libertà di culto, finché sarà possibile.  
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