Ghali, il rapper politically correct si lava la coscienza

- di: Barbara Bizzarri
 
A Ghali l’hamburger gli ha dato alla testa. Un po’ di coerenza santiddio, prima i soldi con le multinazionali, poi ripulirsi l’immagine e via a dragare gli emigranti nel Mediterraneo con la barchetta regalata alla Ong perché pecunia non olet e lui è solidale, è tunisino di origine: Ghali, fatti un giro a Tiburtina e valli a prendere là dove fanno davvero la fame e aspettano i volontari tutte le sere, e magari porta con te delle scorte di big mac. Oppure usa la barca per traghettare noi italiani fuori da quest’incubo grazie, se davvero non ti serve per sollazzarti in vacanza visto che a trent’anni mi sembra la cosa più ovvia e probabile da fare. "Sono diventato grande e da oggi Bayna non è più solo il titolo di una mia canzone ma anche quello di una nuova barca di salvataggio" scrive garrulo autocongratulandosi e autopromuovendosi: ma sì, pure una strofinatina al piddì tipo lampada di Aladino fa sempre comodo quando si tratta di cinemamusicaarteculturalibri, altrimenti poi non si lavora, paurissima.

Il crollo di stile è compreso nel prezzo dato che l’understatement quando si tratta di beneficenza ormai non si sa dove sia di casa, proprio come il suo pari che va a distribuire i soldi altrui in Lamborghini senza vergognarsi neanche un pò. A fare salvataggi in mare e poi passare alla cassa sono buoni tutti, quindi non pago della sua bontà il rapper pretende di stimolare pure quella altrui e lancia una raccolta fondi, perché il suo lo ha già fatto, del resto siamo nel Paese dei questuanti e delle raccolte a suon di spicci per tutto, anche se le lanciano quasi sempre milionari con il pil del Congo, e anche se poi la maggior parte delle volte il ricavato prende il volo per qualche paradiso tropicalfiscale e chi s’è visto s’è visto. Il vero problema però non è in mare ma dopo, o volenteroso Ghali, quando frotte di disperati vengono scaricati su suolo italico e non sanno più cosa fare né dove andare perché ovviamente la ridistribuzione in Europa è una fola buona per i fessi, e dunque siamo pieni di infelici pronti a tutto per sopravvivere quando va bene e di beneficiati dagli indulti o peggio quando va male e che devono pure essere un po’ capiti e instradati, perciò in Nord Europa hanno creato opuscoli amorevoli per spiegare che le donne europee non devono essere stuprate né sottoposte a quel rito tribale odioso che è il taharrush jamaʿi altrimenti il Capodanno in piazza c’è chi se lo ricorderà per tutta la vita. Intanto come previsto si innalzano lodi per la scialuppa donata perché l’essenziale è sempre che se ne parli, quindi missione compiuta e saluta Karola, un’altra che si lava la coscienza sulle coste speronando motovedette della GdF e gli italiani sono tanto ingenui da aver indetto l’ennesima raccolta per pagarle un avvocato mentre lei si guarda bene dal portare i migranti in Germania, sia mai dovesse affrontare qualche processo a casa sua, dove nessuno è così tordo da omaggiare una milionaria afflitta dai sensi di colpa con un legale gratis.
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