Ilary e Totti, favola finita

- di: Barbara Leone
 
E’ ufficiale. Abbiamo acceso candele a sant’Archippo e pregato pure San Martino protettore dei cornuti perché avevamo capito l’antifona. Abbiamo fatto riti propiziatori, abbracciato alberi all’alba, giurato fedeltà eterna a quel detersivo e ammorbidente, abbiamo fatto il fioretto di non toccare manco per sbaglio un cioccolatino e pure di rinunciare allo spritz del sabato sera. Abbiamo pianto, gridato, implorato perché non può essere vero. Possiamo sopportare la pandemia, la guerra, la benzina che sale, la siccità e finanche la cellulite. Ma questo no. Non eravamo pronti, e non lo saremo mai. E invece è ufficiale: Ilary e Totti si sono lasciati. Lo hanno comunicato direttamente loro, con due messaggi quasi in contemporanea per tutti noi. Orfani dell’ultima coppia più bella del mondo.

Quella che ci ha fatto gioire, che c’ha fatto sentì importante anche se nun conto niente come canta Venditti. Loro: inimitabili, bellissimi, simpaticissimi, innamoratissimi e unici ci hanno fatto sognare che l’amore è eterno. Sì, ma come dice Verdone, finché dura. “Dopo vent’anni insieme e tre splendidi figli, il mio matrimonio con Francesco è terminato. Il percorso della separazione rimarrà comunque un fatto privato e non seguiranno altre dichiarazioni da parte mia. Invito tutti a evitare speculazioni e, soprattutto, a rispettare la riservatezza della mia famiglia”. Queste le parole di Ilary diffuse dal suo agente. Nel giro di qualche minuto è stata la volta del Capitano. Qualche riga in più, per un messaggio dal quale trapela una sorda amarezza. “Dopo 20 anni insieme - ha fatto sapere er Pupone - la mia storia di coppia con Ilary è purtroppo terminata. Tutto quello che ho detto e fatto negli ultimi mesi è stato detto e fatto per proteggere i nostri figli che sono e saranno sempre la priorità assoluta della mia vita. Ho tentato di superare la crisi del mio matrimonio ma oggi capisco che la scelta della separazione, pur dolorosa, non è più evitabile.

Continuerò ad essere unito ad Ilary nella crescita dei nostri meravigliosi tre figli, sempre con grande rispetto per mia moglie. Il percorso della nostra separazione rimarrà per me rigorosamente privato e dunque non rilascerò altre dichiarazioni. Confido nel massimo rispetto per la nostra riservatezza e privacy soprattutto per la serenità dei nostri tre figli. Grazie”. Non è forse casuale il fatto che entrambi, nel loro addio ufficiale, abbiano insistito su un passaggio: chiediamo riservatezza. Della serie stop, capitolo chiuso, finito, kaputt. Nun ce rompete più! Triplice fischio, esauriti anche i tempi supplementari, matrimonio finito. Zero a zero, manco l’emozione dei rigori. Si lasciano, e ci lasciano con la disperazione nel cuore. Un cuore attonito, ammutolito, sordo ad ogni inutile parola di consolazione. Non bastava il caldo, l’aria condizionata rotta e le zanzare per non dormire stanotte. Mondo crudele! Queste sono notizie che ti trafiggono il cuuooore, e dai. Ci potevate mettere na pezza, no? E dire che quando a febbraio s’era vociferata la crisi (causa corna di lui con tale fanciulla di nome Noemi) er Pupone s’era pure incacchiato. “Mi rivolgo a tutti voi che scrivete tutte queste cose di fare attenzione perché di mezzo ci sono dei bambini e i bambini vanno rispettati. Sinceramente mi sono veramente stancato di dover smentire”, aveva scritto sulla sua pagina social.

Nominava i figli ma, in realtà, non smentiva l’infedeltà. Poco dopo un nuovo pettegulessss parlava di una relazione extra coniugale tra Ilary e l’attore Luca Marinelli, vincitore di un David di Donatello, moro e dallo sguardo glaciale. Insomma, gira che ti rigira è stata una questione di cornetti. E non parliamo del gelato, anche se fa caldo e col trauma di questa notizia quasi quasi ci starebbe tutto. Insieme a un ricco calice di Kerner ,13 gradi e ghiacciato, da sorseggiare tra le lacrime sapide per dimenticare cotanto dolore. Però pure voi, ragazzi miei. Tutto sto casino per una scappatella? Vabbè, fossero pure due o tre. Che vuoi che sia? Che qua le corna le abbiamo portate più o meno tutti. L’importante è indossarle con stile. E in pendant col sandalo color oro modello schiava e tacco 12. Non c’è più religione, abbiamo perso completamente il senno. E pure il seno, che qualcuna forse se l’è ritoccato fin troppo. San Martino il miracolo non l’ha fatto, del resto se fosse stato un santo figo scioglieva il sangue come il rivale San Gennaro. Ma qua stiamo proprio all’abc. Non ci resta che piangere. E un altro bicchiere di Kerner. Ghiacciato, 13 gradi. Tra qualche mese la maglietta con su scritto sei unica sarà per un'altra. Perchè un diamante è per sempre. E un attico vista mare. Sul resto cala il sipario. Avanti un altro, avanti un’altra. La favola è finita. E le stelle stanno a guardare.
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