Istat: fiducia in aumento per i consumatori, stabile per le imprese

- di: Francesco Di Stefano
 
A febbraio 2023 si stima un aumento dell’indice del clima di fiducia dei consumatori (da 100,9 a 104,0), mentre l’indice composito del clima di fiducia delle imprese rimane stabile a quota 109,1. Tra le serie componenti l’indice di fiducia dei consumatori sono in deciso miglioramento le opinioni sulla situazione economica generale mentre emergono segnali contrastanti dalle variabili riferite alla situazione economica familiare. I quattro indicatori calcolati mensilmente a partire dalle stesse componenti riflettono le variazioni registrate dalle singole variabili: il clima economico e il clima futuro registrano aumenti marcati (rispettivamente da 107,6 a 114,5 e da 108,6 a 113,4) mentre il clima personale e quello corrente aumentano in misura più contenuta (nell’ordine, da 98,6 a 100,5 e da 95,7 a 97,6). Con riferimento alle imprese, il clima di fiducia peggiora nel comparto dei servizi di mercato (da 104,2 a 103,3) e in quello delle costruzioni (da 158,8 a 157,2), rimane stabile nella manifattura (a 102,8) e migliora nel commercio al dettaglio (da 110,6 a 114,6). Considerando le componenti dei climi di fiducia delle imprese calcolati per i diversi comparti, si rileva che nei servizi di mercato i giudizi e le attese sugli ordini peggiorano mentre le opinioni sull’andamento degli affari sono in lieve miglioramento rispetto al mese scorso; nelle costruzioni valutazioni sugli ordini in peggioramento si affiancano ad aspettative sull’occupazione presso l’azienda in aumento. Per quanto riguarda la manifattura, le opinioni sugli ordini e sulla domanda e le aspettative di produzione registrano una dinamica positiva laddove le valutazioni sulle scorte evidenziano un accumulo. Infine, nel commercio al dettaglio giudizi e, soprattutto, aspettative sulle vendite sono stimate in deciso miglioramento mentre il saldo dei giudizi sulle scorte aumenta.

Il commento Istat

Il clima di fiducia delle imprese rimane stabile sintetizzando segnali contrapposti provenienti dai comparti economici indagati: l’industria registra una sostanziale stabilità veicolata principalmente dal comparto manifatturiero mentre c’è un circoscritto peggioramento della fiducia nelle costruzioni;  un contesto analogo caratterizza i servizi dove il deciso ottimismo evidenziato dalle opinioni sulle vendite nel commercio al dettaglio si contrappone a valutazioni sugli ordini in peggioramento nei servizi di mercato. Il clima di fiducia dei consumatori torna ad aumentare dopo la diminuzione registrata a gennaio. Il miglioramento dell’indice è dovuto ad un’evoluzione positiva delle opinioni sulla situazione economica generale, ad un aumento delle aspettative sulla situazione economica familiare e a valutazioni in miglioramento sia sull’opportunità di effettuare acquisti nella fase attuale sia sulla possibilità di risparmiare in futuro.

Codacons: calo bollette e inflazione in frenata migliorano aspettative delle famiglie

La ripresa della fiducia dei consumatori registrata a febbraio è da attribuire all’attenuazione del fenomeno caro-bollette e alla frenata dell’inflazione, elementi che impattano sulle aspettative future delle famiglie. Lo afferma il Codacons, commentando i dati forniti oggi dall’Istat. “L’aumento della fiducia dei consumatori è un segnale positivo per la nostra economia perché un maggiore ottimismo si ripercuote sulla propensione alla spesa delle famiglie – spiega il presidente Carlo Rienzi – Le notizie che arrivano dai mercati internazionali dell’energia dove il gas viaggia oramai da giorni sotto i 51 euro al megawattora, le ultime riduzioni delle bollette disposte da Arera e la frenata del tasso di inflazione sono elementi che incidono sulla fiducia delle famiglie. Il Governo deve ora lavorare per mantenere questo clima positivo e adottare tutte le misure necessarie per calmierare i prezzi al dettaglio e accelerare il ritorno alla normalità delle tariffe di luce e gas” – conclude Rienzi.

Per Confcommercio “dato migliore delle previsioni”

“Il dato sulla fiducia di febbraio nel complesso, al di là delle diverse posizioni che emergono tra gli imprenditori dei singoli settori, suggerisce che oramai le probabilità di una recessione mite e quelle di un semplice rallentamento si equivalgono. Il recupero della fiducia da parte delle famiglie, legato ad aspettative meno negative sull’andamento dei prezzi e dell’occupazione, permette, infatti, di ipotizzare un rallentamento dei consumi meno marcato rispetto a quanto atteso. Ciò è coerente con il recupero delle aspettative degli imprenditori del commercio al dettaglio. Meno positivo appare il sentiment degli operatori del turismo, che dopo un periodo sostanzialmente positivo si attendono un rallentamento della domanda”: questo il commento dell’Ufficio Studi di Confcommercio.

Confesercenti, rallentamento inflazione e calo bollette restituiscono fiducia alle famiglie, ma quadro resta in chiaroscuro

Il rallentamento dell’inflazione ed il calo delle bollette restituiscono un po’ più di fiducia alle famiglie, ma il clima non migliora per le imprese, in particolare per quelle dei servizi di mercato e del turismo, su cui pesa il deterioramento delle attese per la stagione in arrivo. Così Confesercenti, in una nota, commenta i dati diffusi da Istat sulla fiducia di consumatori ed imprese di febbraio. I dati Istat sull’indice di fiducia a febbraio restituiscono dunque i primi segnali positivi, anche se nel complesso il quadro rimane in chiaroscuro. Da un lato, infatti, si assiste ad una netta ripresa della fiducia da parte dei consumatori, che recuperano 3,1 punti sul mese scorso. Recupero dovuto soprattutto all’aspettativa di un miglioramento del clima economico generale e di quello futuro, dettato anche dal rallentamento dell’inflazione e dall’abbassamento dei prezzi energetici. Non si è ancora riconquistato tutto il gap con i massimi livelli raggiunti nel post pandemia – a settembre 2021 l’indice sfiorò i 120 – e l’indice si trova di fronte a discrete oscillazioni mensili, ma nel complesso potrebbe essere un segnale positivo se riuscirà a rimanere stabile. Dal lato delle imprese, invece, si assiste ad un certo stallo complessivo. E se il commercio al dettaglio, dopo mesi di alti e bassi, registra un miglioramento di 4 punti – con il commercio tradizionale che raggiunge i 12 punti, il valore più alto a partire da gennaio 2019 – preoccupa l’arretramento dei servizi di mercato e, in particolare, il dato delle imprese turistiche che vede calare l’indice di 2,5 punti. A pesare, in questo caso, è soprattutto il deterioramento delle attese future sugli ordini. Ma sulle imprese del settore pesa anche l’emergenza lavoro: stiamo ricevendo molte segnalazioni dagli associati sulle difficoltà di reperimento di personale, in crescita con l’avvicinarsi della stagione primaverile, e per il quale è urgente trovare una soluzione.

Federconsumatori: la fiducia dei consumatori in aumento non tragga in inganno

A febbraio l’Istat sima un aumento dell’indice relativo al clima di fiducia dei consumatori, che passa da 100,9 a 104. Rimane stabile, invece, l’indice relativo alla fiducia delle imprese. Un dato che, come avvenuto per l’andamento del tasso di inflazione, non deve trarre in inganno. La situazione di parziale miglioramento, dovuta principalmente all’attenuazione dei rincari sul fronte energetico, non deve e non può far abbassare la guardia verso le difficoltà delle famiglie, specialmente quelle meno abbienti. L’O.N.F. – Osservatorio Nazionale Federconsumatori rileva ancora grandi difficoltà da parte delle famiglie, che in molti casi (oltre ¼) non riescono o temono di non riuscire più a breve a far fronte ai consumi fondamentali. Crescono di giorno in giorno le rinunce: prosegue la riduzione del consumo di carne e pesce, pari al -16,9% (settori in cui si nota anche uno spostamento verso il consumo di tagli e qualità meno costosi e meno pregiati); la riduzione del consumo di frutta e verdura (che riguarda il 12,9% dei cittadini); oltre che la ricerca sempre più assidua di offerte, sconti, acquisti di prodotti prossimi alla scadenza (abitudine adottata dal 47% dei cittadini), acquisti presso discount. A tali dati si aggiunge la progressiva rinuncia all’utilizzo dei mezzi propri, per ricorrere all’utilizzo di mezzi pubblici +8,9% (fattore che determina ricadute negative un servizio, in molte realtà, è ancora estremamente carente). Alla luce di questa situazione è necessario che il Governo avvii politiche di sostegno ai redditi e al potere di acquisto delle famiglie, soprattutto quelle con minore capacità di spesa, senza tralasciare l’azione di contrasto al caro-energia: attraverso la sospensione dei distacchi per morosità, la previsione di una garanzia per la rateizzazione lunga delle bollette, la costituzione di un Fondo contro la povertà energetica e il contenimento del costo dei carburanti, che incidono fortemente sulla determinazione dei prezzi di beni e servizi. Le risorse per tali operazioni dovranno essere ricavate dal potenziamento della lotta ai fenomeni speculativi, all’evasione e all’elusione fiscale, prevedendo anche un aumento della tassazione su extraprofitti (non solo in campo energetico) e rendite finanziarie.
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