Istat, l'inflazione rallenta a gennaio. Le associazione dei consumatori: emergenza non è superata

- di: Francesco Di Stefano
 
A gennaio, l’inflazione evidenzia un netto rallentamento, scendendo a +10,0%. La discesa risente dell’andamento delle componenti più volati dell’indice dei prezzi al consumo, fortemente condizionato dall’inversione di tendenza dei Beni energetici regolamentati (-12,0% su base annua). Restano diffuse, tuttavia, le tensioni sui prezzi al consumo di diverse categorie di prodotti, quali gli alimentari lavorati, gli altri beni (durevoli e non durevoli) e i servizi dell’abitazione, che contribuiscono alla lieve accelerazione della componente di fondo.

Assoutenti: calo energia fa scendere inflazione, ma emergenza non è superata
 
L’emergenza prezzi non è ancora superata, e il ribasso dell’inflazione registrato a gennaio è un rimbalzo tecnico dovuto alla discesa delle tariffe dei beni energetici specie sul mercato tutelato. Lo afferma Assoutenti, commentando con preoccupazione i dati forniti oggi dall’Istat. “In tema di prezzi e inflazione è ancora presto per cantare vittoria – spiega il presidente Furio Truzzi – Le dinamiche dei listini mostrano ancora incrementi pesanti per beni primari come gli alimentari, che a gennaio salgono del +12,6%: tradotto in soldoni, significa che una famiglia con due figli si ritrova a spendere +969 euro annui solo per il cibo, +711 euro la famiglia “tipo”. Solo grazie alla riduzione dei prezzi dei beni energetici l’inflazione appare più contenuta, ma questo non può certo bastare: è necessario che il Parlamento rafforzi i poteri del Garante dei prezzi e della commissione di allerta rapida sui prezzi, lavorando con le associazioni dei consumatori per studiare le misure strutturali da intraprendere per calmierare i listini al dettaglio e soprattutto contrastare le speculazioni che ancora oggi si registrano nel nostro paese sul fronte dei prezzi” – conclude Truzzi.

Codacons: ribasso è illusione ottica dovuta al calo dei beni energetici che scendono del 12%

Sul fronte dei prezzi al dettaglio l’Italia è messa ancora male, e il ribasso dell’inflazione registrato a gennaio è una mera illusione ottica dovuta al forte calo dei prezzi dei beni energetici. Lo afferma il Codacons, commentando i dati definitivi diffusi oggi dall’Istat. “I numeri sull’inflazione non devono trarre in inganno – spiega il presidente Carlo Rienzi – Il caro-prezzi continua purtroppo anche a gennaio ad abbattersi sugli italiani, con il tasso al 10% che, a parità di consumi e considerata la spesa totale annua delle famiglie, rappresenta una mazzata da +2.925 euro annui per la famiglia “tipo”, +711 euro solo per il cibo; +3.788 euro per un nucleo con due figli (+969 euro solo per la spesa alimentare). Il rallentamento registrato il mese scorso è da attribuire unicamente al forte ribasso dei prezzi dei Beni energetici regolamentati, che passano su base annua da +70,2% a -12%. Al contrario si accentua l’inflazione per i prodotti ad alta frequenza d’acquisto (da +8,5% a +8,9%) e gli alimentari continuano a mantenersi su livelli elevati (+12,6%)”. “Sul fronte dei prezzi al dettaglio, quindi, l’Italia è messa ancora male, e la strada per riportare i listini alla normalità è purtroppo ancora lunga” – conclude Rienzi.

Federconsumatori: con il tasso al 10% ricadute di 2.980 euro annui a famiglia

La lieve discesa non tragga in inganno: proseguono le difficoltà e le rinunce delle famiglie.  A gennaio il tasso di inflazione si attesta al +10% su base annua, in lieve calo rispetto alla stima preliminare di +10,1%.Una lenta attenuazione della crescita dei prezzi, che però non deve far cedere a facili ottimismi che produrrebbero gravi sottovalutazioni. Con l’inflazione a questo livello, le ricadute calcolate dall’Osservatorio Nazionale Federconsumatori per ogni famiglia sono di 2.980 euro annui.Il costo maggiore di tali aumenti pesa in misura più forte sulle spalle delle famiglie meno abbienti, aumentando così le disuguaglianze nel nostro Paese. A tal proposito sarebbe necessaria ed urgente, da parte del Governo, l’adozione di serie politiche di contrasto.Secondo le rilevazioni dell’O.N.F. – Osservatorio Nazionale Federconsumatori crescono di giorno in giorno le difficoltà delle famiglie, che si traducono in rinunce: prosegue la riduzione del consumo di carne e pesce, pari al -16,9% (settori in cui si nota anche uno spostamento verso il consumo di tagli e qualità meno costosi e meno pregiati); la riduzione del consumo di frutta e verdura (che riguarda il 12,9% dei cittadini); oltre che la ricerca sempre più assidua di offerte, sconti, acquisti di prodotti prossimi alla scadenza (abitudine adottata dal 47% dei cittadini), acquisti presso discount. A tali dati si aggiunge la progressiva rinuncia all’utilizzo dei mezzi propri, per ricorrere all’utilizzo di mezzi pubblici +8,9% (fattore che determina ricadute negative un servizio, in molte realtà, è ancora estremamente carente).Alla luce di questa situazione si rende sempre più indispensabile un intervento del Governo per l’attuazione di politiche di sostegno ai redditi e al potere di acquisto delle famiglie, soprattutto quelle con minore capacità di spesa. Provvedimenti che si devono concentrare soprattutto sul contrasto al caro-energia: a partire dalla sospensione dei distacchi per morosità, dalla previsione di una garanzia per la rateizzazione lunga delle bollette, dalla costituzione di un Fondo contro la povertà energetica e dal contenimento del costo dei carburanti che incidono fortemente sulla determinazione dei prezzi di beni e servizi.Le risorse per tali operazioni possono essere reperite attraverso il potenziamento della lotta ai fenomeni speculativi, all’evasione e all’elusione fiscale, prevedendo al contempo un aumento della tassazione su extraprofitti (non solo in campo energetico) e rendite finanziarie.

ISTAT: TESTO INTEGRALE E NOTA METODOLOGICA

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