JJ4, il codice fiscale della Terra

- di: Barbara Leone
 
Evviva evviva, urla di giubilo e gaudio in quel del Trentino, ove nella notte è stata catturata la terribile e temibile orsa killer JJ4. Più che un nome, un codice fiscale amputato. Una sigla così fredda e ingloriosa, che non l’affibbieremmo neppure all’automobile più brutta della storia. Ora finalmente l’Italia sarà un Paese sicuro. Tutti nei boschi a stappare champagne! Una cattura lampo, perché la caccia alla pericolosissima orsa killer con cuccioli al seguito (e chi se ne frega se sono stati privati della loro mamma) è durata nemmeno una settimana. Roba che se si fosse affidata a Fugatti la gestione della cattura di Messina Denaro stava in galera da quel dì. Manco per i peggiori mafiosi, stupratori e assassini s’è mai visto tanto accanimento e tanta celerità. Giubilo e gaudio si registrano però un po’ in tutt’Italia, specie nelle redazioni giornalistiche che negli ultimi tempi sono state letteralmente sommerse da lavoro extra. Già, perché l’avrete notato anche voi vero? Orsi dappertutto, ad ogni ora e in ogni salsa. La verità è che non ce la facciamo. Non ce la facciamo proprio a non avere un nemico. Un bersaglio da abbattere. Anzi, da rimuovere. Infondo non stiamo mica parlando di vita, no? Ora è la volta dell’orso. Che però è in buona compagnia del lupo. Il quale a sua volta tra un po’ se la spartirà col cinghiale. Ah no, quello è già un capitolo chiuso. Alziamo il tiro e… booom!  Chi se ne frega se di qua dal bosco noi poveri e stolti bipedi, che in verità rassomigliamo più ai pesci che abboccano ad ogni amo, abbiamo stipendi bassi, affitti alti, servizi scarsi, disuguaglianza sociale, nessun programma pensionistico a lungo termine, tre generazioni col welfare a rischio, crisi climatica, crisi ambientale, tempi biblici per le opere pubbliche, corruzione a tutti i livelli, primato europeo per giovani che non studiano e non lavorano, disoccupazione in rialzo, inflazione in costante crescita, frequenza scolastica in diminuzione, ciclici tagli alla sanità, all’istruzione, alla cultura, caro energia, lavoro dipendente sempre più precario e nessun vero progetto a lungo termine per affrontare concretamente anche solo una di queste questioni. Questi sono dettagli se raffrontati all’orso killer. Basta aprire un giornale per verificare la solita folle isteria collettiva che ha assalito la maggior parte dei media.

Un giorno sì e un altro pure c’è un pericolosissimo animale selvatico che s’appalesa alla vista di qualcuno con aria minacciosa. Pochi giorni fa, ad esempio, circolava l’audio “disperato” (perché così lo apostrofavano i titoloni dei giornaloni) di un tale che sosteneva d’esser stato aggredito da un orso nel Parco d’Abruzzo. Aggressione che, peraltro, si sarebbe verificata a dicembre ma, guarda un po’, l’audio esce fuori proprio a ridosso del tragico incidente avvenuto in Trentino. Perché di incidente si tratta. Proprio come lo scalatore che cade in arrampicata, o il surfista che viene aggredito da uno squalo nell’oceano. Peccato che la presunta aggressione fosse stata già ampiamente messa in discussione proprio dal Parco d’Abruzzo, com’è dimostrato dal comunicato stampa presente sul sito ufficiale e datato 30 dicembre 2022. “A destare perplessità - si legge - sono state soprattutto le informazioni riferite in merito allo svolgimento dei fatti: l’orsa che aggredisce e morde alla pancia.; giovane e orsa che cadono insieme lungo il dirupo... e lui che riesce a tenersi ad un albero fermando la caduta; il cane che sarebbe stato al guinzaglio, quindi davanti al suo padrone, che però evita l’orso e poi viene ritrovato palesemente senza guinzaglio, il tutto su un sentiero largo alcune decine di centimetri; questi e altri aspetti ancora, di cui, certamente, si parlerà nelle sedi opportune”. A naso sembra quasi che il presunto aggredito avesse diffuso una tal notizia, mai verificata, magari per ricevere un qualche risarcimento, o roba del genere. Di sicuro è molto singolare che abbia diffuso l’audio, dove in pratica con voce ansimante e terrorizzata dice addio a moglie e figlio, proprio adesso. Ma ciò che appare ancor più singolare, per usare un eufemismo, è l’uso che ne viene fatto dai giornali che non si prendono nemmeno il disturbo di verificare la notizia. O di usare un banalissimo condizionale. A leggere gli articoli non v’è dubbio alcuno: l’uomo è stato aggredito dall’orso. Punto e stop. Esattamente come la donna che a Lucca, anche lei con un tempismo chirurgico, ha asserito d’esser stata aggredita e morsa alla mano da un lupo cattivo nel tentativo di salvare il proprio cane. Per la cronaca ella poi ha anche detto che ne aveva già visti di lupi in quella zona. E però evidentemente se n’era altamente fregata mettendo a rischio se stessa e pure l’amato cagnolino.

Che, sempre per la cronaca, sarebbe senza ombra di dubbio la preda preferita di un lupo che tra l’aggredire un essere umano ed un cane sceglierà sempre, perché mica è scemo, il cane. Ma tant’è, la signora era proprio sicura, e a chi le ha obiettato “magari era un lupo cecoslovacco” (che è un cane che assomiglia tantissimo al lupo) ha ribadito che no. Quello era un lupo lupo. E vai col valzer dei titoloni. Cui puntualmente ne seguono altri su come difendersi se un orso ti aggredisce, cosa fare se incontri un lupo più varie ed eventuali. Ci manca il coccodrillo, l’orango tango, due liocorni e lo zoo è servito! Ogni due per tre c’è un orso in agguato. L’ultimo avvistato, ma solo in ordine temporale, a  Collarmele, in provincia de L’Aquila. A darne in pompa magna notizia il sindaco di persona personalmente, per dirla con Camilleri. “Da quanto mi è stato rappresentato - ha detto - le orme puntano verso le montagne ma comunque invito tutti alla massima prudenza e a segnalare eventuali altri avvistamenti”. A naso l’orribile sensazione è che oramai sia guerra aperta agli animali. E non solo in Trentino. E che le notizie al riguardo vengano per lo più usate come arma di distrazione di massa da problemi ben più gravi e stringenti. Che poi in Trentino il progetto Life Ursus sia stato gestito coi piedi… pardon zampe, è sotto gli occhi di tutti. E però che per gli errori umani debbano pagare sempre e solo gli animali, che fanno né più né meno il loro mestiere, è semplicemente aberrante.  Quando un essere umano uccide un animale succedono due cose: se è un animale da reddito non succede niente, se è da compagnia al massimo si prende i lavori socialmente utili per 6 mesi. Se succede il contrario invece, ovvero se un animale uccide un essere umano, la condanna è la morte. Mi chiedo, vi chiedo: è giusto tutto ciò? La verità è che JJ4 rappresenta l’acronimo della nostra disfatta. La sintesi del nulla cosmico da noi rappresentato. Il fallimento di un’umanità di nome ma non di fatto, che incapace di risolvere si dimena e uccide. La vergogna di un pianeta di cui ci siamo da tempo autoproclamati padroni e su cui, puntualmente, dimostriamo di essere soltanto delle palline di secrezione intestinale che farebbero ribrezzo persino a uno stercorario. Un pianeta che talvolta chiamiamo “Gaia”, che ironia della sorte è il secondo nome di JJ4. Il codice fiscale della Terra, che finiremo per ammazzare proprio come quell’orsa nei cui occhi oggi ci specchiamo e ci riscopriamo orribili, vuoti e non degni di questo pianeta.
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