La Russa, missione bau (e miciomicio miaomiao)

- di: Barbara Leone
 
In principio fu Dudù, il principino d’Arcore dal vaporoso e candido mantello immortalato in ogni dove col papi più famoso d’Italia. Un po’ barboncino e un po’ maltese: chiamasi razza maltipoo (giuro che esiste). Del resto originariamente era il pelosetto della Pascale, una che oggi sta qua e domani sta là. Leggenda vuole che Dudù, oggi anni 11, vada matto per i limoni usati a mo’ di pallina. E che detesti cordialmente, ringhio compreso, Daniele Capezzone il quale, però, se l’è ingraziato a suon di biscottini e leccornie varie. Per onor di cronaca, però, il primo politico che si è fatto immortalare col suo cane fu, all’alba del nuovo Millennio, Massimo D’Alema. Che in quanto a ringhio, caro Dudù, levate proprio. Eppure, con somma sorpresa, baffo di ferro scelse come compagno di vita a quattro zampe uno dei cani più dolci e patatosi (oltre che immensamente intelligenti) che esistano: il labrador. La sua, ironia della sorte, aveva un nome assonante a quello del barbomaltipoovattelapesca: Lulù. Ora a scodinzolar nella scena politica italiana è arrivata Puggy, la carlina della senatrice di Forza Italia Michela Biancofiore che gli informatissimi del gossip canaro dicono aver avuto una liaison, seppur platonica, proprio col patinatissimo Dudù.

E’ stata proprio lei (la Biancofiore, non Puggy) a dare er pilotto (tradotto dal romano: tormento) un giorno sì ed un altro pure a quel poveretto di La Russa, che a dire la verità già c’ha già tanti guai e grattacapi suoi, affinché si facesse qualcosa per permettere a cani e gatti di entrare a Palazzo Madama. Questione di vitale importanza, dal momento che ogni santo giorno che Iddio manda in terra, dalle ore 13 alle ore 17, la sventurata senatrice bolzanina è costretta ad assentarsi dal posto di lavoro, Palazzo Madama appunto, per assistere l’amata cagnolina. Che presumibilmente vuol dire darle la pappa, portarla a spasso a fare pipì e public relation, magari un salto in toeletta per farsi pelo e contropelo, tirarle la pallina e spupazzarsela di coccole. Il Presidente del Senato non se l’è fatto chiedere due volte. Anche perché pure lui è canaro. Chi l’avrebbe mai detto: Gnazio, uno di noi! Fino a poco tempo fa, infatti, aveva anche lui una maltesina (ma maltesina maltesina), dall’evocativo nome: Fiamma! Quindi dai, conosce bene l’ansia di noi mammepancineconlacoda! Fatto sta che il buon La Russa ha immediatamente presentato una richiesta per trovare nei regolamenti del Senato uno spiraglio da cui possano passare gli animali domestici. Non sappiamo se solo cani e gatti, o anche furetti, conigli e pitoni.

Forse da qui i malumori, peraltro bipartisan, di alcuni senatori evidentemente non troppo avvezzi a croccantini e guinzagli. Richiesta legittima, replica secco il Presidente del Senato. E’ un nostro diritto, insiste Biancofiore. La domanda, però, nasce spontanea: con gli 11mila euro al mese (più benefit vari) che guadagnano i senatori italiani, è davvero così difficile pagare un dog-sitter o un asilo per cani? Che poi: se lo fanno in Senato, lo facciano ovunque. Tutti noi abbiamo diritto di star coi nostri figli pelosi, perdindirindina! Che c’ha scritto giocondo la mia Lulù (ebbene sì, ho una cana che si chiama come quella di baffetto D’Alema) che deve star sola da mane a sera? O tutti, o nessuno! Anche se poi, per dirla tutta, sul tema animali ci sarebbero questioni ben più serie ed urgenti. Come ad esempio assicurare per davvero alla giustizia chi tortura e uccide gli animali, la cui posizione giuridica ancor oggi nel nostro ordinamento equivale a quella di una Panda, nel senso di macchina, visto che sono considerati res mobile e non esseri senzienti. Da qui la ridicolissima beffa per cui se ammazzi un cane è come se avessi rubato una vespa, nel senso di moto. Questo per dire che ce n’è di strada da fare. E però nei Palazzi pensano a farli entrare, mai sia i pelosetti dei nostri politici si sentano troppo soli. Del resto quattro animali in più a Montecitorio o Palazzo Madama non fanno certo la differenza. Quando si dice che in politica entrano cani e porci…
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