Payden & Rygel - Inflazione Usa: grande attesa per il PCE core di marzo

- di: Jeffrey Cleveland, Chief Economist di Payden & Rygel
 
A fine 2023 il mercato obbligazionario prezzava circa sette tagli dei tassi d’interesse da parte della Fed nel corso del 2024. Tuttavia, queste previsioni sono state riviste nettamente al ribasso e oggi si sconta un massimo di due tagli da qui a dicembre, con un conseguente aumento dei rendimenti dei Treasury a 3 mesi oltre la soglia del 5%. Il cambio di rotta della Fed è stato determinato da un aumento dell’inflazione più deciso del previsto. Per questo, c’è grande attesa per la pubblicazione dell’indice dei prezzi per la spesa per i consumi personali (Core PCE) relativo al mese di marzo, in calendario per oggi, per cui il mercato sconta attualmente una lettura del +0,3% su base mensile, sebbene esista un rischio di rialzo da monitorare. Una singola lettura del +0,3% non sarebbe motivo di allarme, ma il mercato teme che più letture consecutive possano creare pressioni al rialzo sull’inflazione. Per essere in linea con l’obiettivo della Fed occorrerebbe un trend mensile intorno al +0,2%.

Cosa potrebbe favorire un rallentamento dell’inflazione? Per rispondere occorre considerare le tre principali componenti dell’inflazione core, cioè beni di consumo, alloggi e servizi: dal momento che i prezzi dei beni di consumo sono già calati notevolmente, servirebbe soprattutto un raffreddamento dei prezzi degli alloggi per contenere la dinamica inflattiva. Tuttavia, i prezzi degli affitti si stanno dimostrando più rigidi del previsto, così come i prezzi dei servizi non abitativi, che rappresentano il 50-60% del PCE core, e che attualmente sono in crescita del 4% su base annua, un valore molto al di sopra dell’obiettivo della Fed, che verosimilmente non calerà in assenza di un rallentamento del mercato del lavoro. Per questo riteniamo che l’inflazione rimarrà più sticky del previsto, spingendo i policymaker a mantenere i tassi elevati più a lungo.
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Italia Informa n° 1 - Gennaio/Febbraio 2024
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