Pensioni: Federcontribuenti, superare la Fornero senza potenziare numero contribuenti è impossibile, servono 4 mld

- di: Romolo Martelloni
 
"Superare la Fornero senza potenziare il numero di contribuenti è impossibile dal punto di vista economico. Occorrono oggi circa 4 miliardi di euro, somma che l’Erario non incassa. Unico modo è riformare i contratti di lavoro, unificarli in massimo 3 per fasce di età. La previdenza Nazionale ha bisogno di soldi e quindi di contribuenti oggi fortemente penalizzati dagli iniqui contratti di lavoro. Inutile varare quote che non risolvono a monte il dramma delle pensioni, tutt’ora troppo basse e irraggiungibili". E' il report semestrale sulla previdenza sociale redatto da Federcontribuenti, secondo il quale "la riforma delle pensioni e' impossibile senza la riforma dei contratti nazionali di lavoro". "La classe 1950 - si legge nel report di Federcontribuenti - è per tutti l’ultima classe beneficiaria di pensioni degne di questo nome: oggi avere 40 anni di contributi versati è un sogno reso irrealizzabile a causa dei troppi iniqui contratti di lavoro che non danno decoro ai lavoratori, non rimpolpano le casse previdenziali e non permettono di mandare i cittadini in pensione con un assegno al di sopra della soglia di povertà. Basti pensare ai contratti di apprendistato fino a 30 anni di età e con una paga di 5 euro all’ora”. Sono 22,7 milioni le prestazioni del sistema pensionistico per 16 milioni di titolari, per una spesa di 313 miliardi di euro: "Il 90,5% della spesa complessiva (283 miliardi) è destinata alle prestazioni di invalidità, vecchiaia e  superstiti. In particolare, il 72,6% del totale (227 miliardi) è rivolto al pagamento delle pensioni di vecchiaia e anzianità, il 13,9% alle pensioni ai superstiti (43 miliardi), il 4% a quelle di invalidità 13 miliardi).

Il rapporto tra numero di pensionati e occupati - scrive Federcontribuenti - oggi è di 714 beneficiari ogni 1.000 lavoratori. Se si considerano solo i titolari di prestazioni previdenziali, il rapporto tra pensionati che hanno versato i contributi e i lavoratori che li versano scende a 624 ogni 1.000.  Complessivamente, il 59,1% delle singole prestazioni pensionistiche è di importo inferiore ai 1.000 euro lordi mensili. Considerando che il 32,1% dei pensionati riceve più di una prestazione, il reddito pensionistico complessivo - dato dalla somma degli importi delle singole prestazioni – è comunque inferiore a tale soglia per un terzo dei pensionati. “Numeri alla mano è evidente che qualunque slogan sulla riforma delle pensioni diventa insopportabilmente ipocrita se - rileva l'associazione dei consumatori - alla stessa, non si affianca una strutturale ed epocale riforma del sistema occupazionale. Essere assunti con contratti dal salario minimo imposto per Legge e dalla durata mai inferiore a 2 anni. Lavoratori che, finalmente riqualificati saranno in grado di portare nelle casse previdenziali quelle somme che potranno essere poi utilizzate per dare decoro ai pensionati attuali e rivedere anche i requisiti di accesso alle pensioni. Oggi, su 10 domande di pensione, 5 riguardano la sociale, vale a dire - conclude Federcontribuenti - contribuenti che non hanno mai versato contributi. E per colpa di chi?". 
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Italia Informa n° 1 - Gennaio/Febbraio 2024
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