Quirinale: bentornato, Presidente

- di: Redazione
 
Sergio Mattarella, 81 anni il prossimo luglio, resta al Quirinale. La votazione - l'ottava - che lo ha incoronato, per la seconda volta consecutiva, alla massima carica dello Stato, ha avuto il profilo di un quasi plebiscito, con i soli Fratelli d'Italia a votare in modo diverso, non contestando la persona, ma la situazione in cui è maturata l'elezione.  

Che Sergio Mattarella potesse restare al Quirinale s'è cominciato a capire già dalle prime votazioni quando, nonostante non fosse certo candidato o che qualcuno ne avesse fatto il nome, il numero delle schede che lo indicavano è andato crescendo, sempre di più, facendo capire quale fosse il polso di un parlamento che ha progressivamente preso coscienza che i giochetti di qualcuno (candidature a raffica, fatte spesso sulla base di pensieri personali e non frutto di una consultazione con i propri compagni di partito o di coalizione) non avrebbero portato da nessuna parte, mentre il  Paese stava perdendo la pazienza.

Sergio Mattarella, 81 anni il prossimo luglio, resta al Quirinale

Il nome di Mattarella, però, non è venuto fuori perché non c'erano alternative credibili, ma perché il presidente uscente dà sicurezza a tutti, anche a coloro - come Giorgia Meloni - che non hanno affatto gradito la sua rielezione perché ha spento i loro sogni e non perché hanno qualcosa da dire su di lui.

A segnare ancora di più quali siano stati i processi della politica che hanno determinato  la rielezione di Mattarella è stata la richiesta pressante che a lui è venuta dalle Regioni, che hanno sollecitato la sua disponibilità, quasi a sottolineare che una cosa è la politica, un'altra è la vita reale; che una cosa è perseguire i successi personali un'altra è capire che l'Italia non è affatto uscita dalla crisi e chiede certezze. Che possono venire dal combinato disposto dell'azione di Mattarella e Draghi.

Diciamocela tutta. Che Mattarella fosse il solo in grado di azzerare l'indecenza dello spettacolo  di questi giorni era chiaro, e non da ora. Era palese da quando centrodestra e centrosinistra hanno fatto capire che sull'elezione del presidente della Repubblica volevano costruire il futuro del Paese, al di là da chi poteva essere il nuovo presidente.

Ed era chiaro anche perché la contrapposizione tra i due schieramenti, numericamente quasi equivalenti, con una prevalenza del centrodestra, avrebbe portato ad una situazione di stallo dagli effetti non preventivabili. Il senso della conferma di Mattarella sta tutto qua: un nome, importante, come estrema risorsa per restituire al Paese la saldezza  delle proprie istituzioni, altrimenti umiliati dai giochi di palazzo.

Ora il presidente ha davanti a sé un cammino arduo, perché è chiamato a dare, quotidianamente, un senso politico della sua conferma, interagendo con un primo ministro che sperava di fare ben altro nei prossimi sette anni. Non si equivochi, però, sull'apparente bonarietà di Mattarella, che nella sua vita ha da sempre respirato la politica e che la sorte ha messo a dura prova quando la mafia gli ha ucciso, davanti agli occhi, il fratello Piersanti. Lui, il presidente, ha ben chiaro quello che da lui si aspetta la gente e anche la politica. Siamo sicuri che guarderà con attenzione soprattutto alla prima. Perché gli applausi, le grida, gli incitamenti a restare, gli striscioni se possono sembrare fare parte di un certo folklore, danno l'esatta cifra di come Mattarella ha interpretato il suo ruolo e il suo mandato.

Bentornato Presidente.

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