Sanremando: le pagelle di Italia Informa – i look

- di: Barbara Bizzarri
 
Finalmente è iniziato Sanremo: ecco i nostri (in)sindacabilissimi voti sullo stile e il glamour in gara. Perché va bene le canzoni, ma anche l’occhio vuole la sua parte. In ordine rigorosamente sparso.

I Mattarella: classici e istituzionali. Voto: 8

Amadeus: non molla le sue giacchette sparkling, costi quel che costi. Irriducibile. Voto: 7- (anche per l’altra giacca, quella a pseudofiorellini)

Gianni Morandi: vestito davvero bene, diciamolo. Armani docet. Bella la giacca in tonalità lampone, come una sua canzone. Autocitazione (e rime baciate), con classe. Voto: 8

Roberto Benigni: sempre uguale a sé stesso, e per fortuna niente giacca con gli strass. Voto: 8, alla coerenza

Anna Oxa: Attesissima. Amatissima (lei). Delusissima (io). Forse ci aveva abituati troppo bene durante i suoi anni d’oro, con un personaggio algido ed elegante. Stavolta si è presentata con una palandrana nera, un cordone da tenda e lunghi capelli argentei che ricordano vagamente David Bowie in Labyrinth. Mestizia. Voto: 4

Gianmaria: so’ ragazzi. E infatti lui c’ha vent’anni, ed è quasi descamisado, con capezzolo e capello al vento e l’aria da ribelle romantico. Quant’è bella giovinezza. Però, già dai 21, la mise MSGM è fuori luogo. Voto: 6 ½

Mr Rain: belli i capelli, niente di che il completino GCDS luminescente in pendant con il conduttore. Voto: 6-

I Pooh, vestiti da Pooh: Voto: 6

Piero Pelù, vestito da Piero Pelù: effetto Tussauds. Voto: 3

Coma_Cose: spiace per la grande Vivienne Westwood, ma questi abiti erano prove di sadismo autoinflitto. Perché indossare outfit che mortificano palesemente chi li porta? Voto: 5 (lui meno)

Mahmood & Blanco: il primo in canottierina e trasparenze Rick Owens è basico, ma niente male. Voto: 6 ; mentre da Blanco era lecito aspettarsi di più, in quanto a vestiti. Interessante la maglietta Dolce & Gabbana. Voto:6

Blanco: la prova provata di ciò che si dice sempre: se sei un burino puoi anche vestire griffato, resti un burino rivestito e non saranno Dolce e Gabbana a salvarti. Il povero cocco si rivela quello che è devastando il palco e prendendo a calci le rose perché non aveva il ritorno in cuffia. Eh che ribellione, sfondare i vasi di fiori davanti a una platea di quasi tutti ottuagenari. “Però mi sono tanto divertito”. Sì, mancando di rispetto a chi ha lavorato per l’allestimento del palcoscenico, e con tanto di Amadeus a fare il comprensivo. Incommentabile. Inqualificabile. Brividi sì, di orrore.

Chiara Ferragni/1: abbiamo una serie di personaggi avulsi dalla realtà che lanciano messaggi convinti di vivere in Cina, oppure in Iran, o chissà. Chiara Ferragni non è da meno e, dato che Maurizio Costanzo aveva detto, giustamente, che avrebbe dovuto giustificare la sua presenza al Festival, lei lo fa, in modo del tutto inopportuno: stampando sulla stola del suo abito realizzato da Maria Grazia Chiuri per Dior la frase “Pensati Libera”, tratta da una conversazione tra lei medesima, Chiuri e il duo artistico francese di Claire Fontaine, Rachele Regini e Fulvia Carnevale. Tralasciando ogni ulteriore notazione al riguardo, l’abito da gran sera con echi anni Cinquanta, è piuttosto banale, notevoli invece trucco e parrucco. Voto: 6

Elodie: date le sue dichiarazioni di intenti (“voglio essere pu**ana dall’inizio alla fine, nel senso di donna che sa quello che vuole”, cit.), era lecito aspettarsi di peggio. Invece, ora sappiamo che il mix Barbabarba e Calimero, se griffato Pierpaolo Piccioli per Valentino Couture, può essere anche sexy. Voto: 7

Chiara Ferragni/2: Seconda uscita, secondo messaggio per giustificare la presenza: abito trompe l’oeil, sempre griffato Dior, con immagine del suo corpo nudo affinché nessuno si vergogni di sé stesso. Sigh. Che noia questa apologia tutta votata al politically correct da parte di milionari perculanti. Voto (al vestito): 3, la tentazione sarebbe mettere anche meno. 

Chiara Ferragni/3: sull’abito peplo bianco una serie delle frasi ricevute dai suoi haters, perché è “l’abito contro l’odio”, indossato ad hoc nel giorno designato per la lotta al bullismo. Magari bastasse soltanto questo: per rieducare le persone, suppongo saranno necessari maggiori sforzi. Però il vestito parlante, nonostante le scritte su tanto candore, merita. Voto: 7

Chiara Ferragni/4: il panier settecentesco in bella vista per “rompere con le regole del patriarcato”. Vabbè, sorvoliamo. Carina la tuta luccicante di jersey, carina la gonna di tulle ispirata dalle opere di Jana Sterbak (tra cui «Remote Control», 1989), citazione della gabbia e delle crinoline. Tutto però dà la sensazione del dejà vu. Voto: 5

Leo Gassman: essere giovani e vestire in modo classico, molto perbene, è la vera trasgressione, ormai. Ci piace. Voto: 7

Elena Sofia Ricci: Classe, con rigore. Armani è una garanzia, sempre. Voto: 8

Marco Mengoni: sotto l’egida della black leather che quest’anno spopola sulla riviera. Bello lui e bello il completo, inconfondibilmente Versace, magari poco adatto alla circostanza. Anelli e collane, Tiffany, gli donano parecchio. Voto: 7.5

Ariete: blazer in pelle rossa, pantaloni in pelle nera in un contrasto color block di Marni, completato da camicia bianca e ciondolone. L’insieme avrà pure un perché, però la valorizza poco. Voto: 5.5

Ultimo: total black in Emporio Armani, peccato per quelle braccine. Voto: 5

I cugini di campagna: Top. I precursori di tutto quello che si è si è visto finora a Sanremo. Voto: 8

Olly: simpatica la giacchetta rosa di Çanaku, però non risparmiate in stylist, date retta a zia. Voto: 5

Gianluca Grignani: allure da rocker in John Richmond. Che dire? Voto: 6

Mara Sattei: davvero bello l’abito Giorgio Armani Privé con scollatura profondissima. Voto 7.5

Colla Zio: hanno rubato i vestiti ai Teletubbies. Voto: 5 
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Italia Informa n° 1 - Gennaio/Febbraio 2024
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