Più che delle canzoni si parla di polemiche perchè Sanremo altrimenti non sarebbe Sanremo

- di: Stefania Assogna
 
La seconda serata del Festival di Sanremo è stata un po’ come la prima, senza grandi exploit musicali né tanto meno di personaggi ospiti. Spicca in effetti un Checco Zalone, che, nel suo modo di fare satira, onestamente ho trovato sottotono rispetto alla sua verve creativa dei tempi d’oro ma , intendiamoci, il mio è solo un modesto parere personale, certamente non si può piacere a tutti, anzi trovo che questa condizione sia la prima vera conquista di uguaglianza tra persone e su questo punto c’è dell’altro perché, con tutto il rispetto possibile, non ho trovato entusiasmante nemmeno la Lorena Cesarini ed il suo intervento; far finta che non sia così mi sembrerebbe una forma di pietismo perfino discriminatorio, oltre che mera ipocrisia. 

Intanto trovo abbastanza bizzarro che in Italia, nel 2022, oltre a non aver trovato una donna degna di fare il Presidente della Repubblica, non si sia neppure trovato un personaggio di spicco, di colore, che potesse portare sul palco in modo un po’ più carismatico il tema dei diritti umani e del razzismo, ma ancor più che la scelta sia caduta su un’attrice giovane, poco famosa, e almeno da quel che ho visto inesperta, che impacciata e presa dall’emozione ha raccontato in modo un po’ frammentato e poco incisivo una serie di contenuti molto importanti, che potevano essere esposti con un po’ più di fluidità e francamente nella metà del tempo.

In secondo luogo, trovo che il problema del razzismo esiste, ma che vada affrontato in termini di EDUCAZIONE, per diciamo “guarire” certi retaggi di ignoranza che si assorbono da ambienti familiari retrogradi, come indica lo stesso scrittore marocchino citato dalla Cesarini nel suo intervento e come, in modo molto modesto, scrissi anche io in merito, proprio su questa testata molto tempo addietro. 

Retaggi di ignoranza che però spetta alla scuola correggere, attraverso il suo ruolo di formazione, che deve essere attivo contro ogni forma di razzismo, di genere, razza, stato sociale, e non da ultimo anche sul fronte della prevaricazione dovuta a bullismo e discriminazione verso gay e no gender. Su questo però nessuno sta dando risposte su cosa si stia fattivamente facendo.

Trovo gravissimo che recentemente sia stato attaccato in quanto ebreo un bambino dai suoi stessi coetanei, avrei parlato dell’antisemitismo latente sempre più preponderante e del fatto grave che aggressori e vittima siano proprio dei ragazzini.

Se poi vogliamo proprio dirla tutta, nel nostro paese abbiamo una grave forma di razzismo da risolvere: quella di genere, visto che quasi ogni giorno una donna muore vittima di violenza. Si parla di inasprimento delle pene, di come fermare gli stalker e tutto il resto della pletora di malati di mente che trova sempre il modo di colpire, ma a quanto pare non gliela si fa e continuano le violenze sui treni, in casa, rientrando dal lavoro, o perché mettono qualcosa che stordisce nello spritz e altre nefandezze simili.

Ma a parte tutto questo, mi chiedo se alla fine il problema sociale più urgente che abbiamo noi, in Italia sia effettivamente il razzismo raccontato dalla Cesarini, contro il quale peraltro, abbiamo una Costituzione che si esprime in modo molto preciso. La Costituzione che peraltro è stata definita “la più bella del mondo”e che,  anche se a tratti sembra che venga trattata come un optional ha un suo immenso valore storico etico e morale, oltre che di legge suprema.

Per come la vedo io (e mi scuso per il “benaltrismo” ma stavolta ci sta tutto), abbiamo un’Italia a pezzi, posti di lavoro persi, la divisione tra cittadini con e senza Green Pass, che, al di là di chi abbia ragione o meno, perché non è questo il punto, è una pagina gravissima della nostra Storia, in quanto una divisione simile, non era mai esistita prima, portando a forme di odio e razzismo reciproche, occulte, molto gravi, che si fa finta di ignorare senza però cercare di ammetterle e risolverle.

Per non parlare dell’aumento della povertà incombente e una classe media sempre più in via di estinzione, in un’Italia dove le piccole e medie imprese soffrono, (basta fare un giro in centro e vedere quante serrande sono abbassate per non riaprire più) e dove forse perfino la famosa ripresa tanto sbandierata potrebbe essere messa in discussione, visto che stanno uscendo articoli che, almeno a quanto si legge, sembrano smentirne la portata tanto ottimistica. 

E in questo complesso sistema di cose sul palco di Sanremo, che succede? Sale una giovane attrice, con poco carisma personale e palesemente poco avvezza al pubblico, perfino con una dizione che, onestamente, lascia un po’ a desiderare, essendo di mestiere un’attrice, insomma non proprio una che abbia l’impatto della poetessa americana Amanda Gorman, attivista per i diritti umani, per dire, che ci spiega il razzismo, e deve andar bene così.  

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Italia Informa n° 1 - Gennaio/Febbraio 2024
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