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Sicurezza energetica, analisi Cdp: tre vie per andare oltre l’emergenza

- di: Barbara Leone
 
Sicurezza energetica, analisi Cdp: tre vie per andare oltre l’emergenza
Quanto dipende il nostro sistema energetico dall’estero? Quali  sono le opzioni di sviluppo di breve e lungo periodo per la sicurezza energetica nazionale, e quale ruolo può giocare il gas naturale tra emergenza e transizione? Sono questi i temi centrali del brief degli analisti di Cdp dal titolo “Sicurezza energetica: quali prospettive oltre l’emergenza?”. Il report analizza la situazione italiana individuando, al tempo stesso, anche le eventuali alternative percorribili per sostituire le importazioni di gas dalla Russia. L’attuale situazione geopolitica, infatti, ha riportato al centro della scena il tema della sicurezza energetica, sempre in bilico tra dipendenza dall’estero e spinta alla transizione. L’Italia, soprattutto a causa della scarsa dotazione di risorse naturali, è tra i Paesi europei energeticamente più dipendenti dall’estero: quasi tre quarti delle materie prime, infatti, arrivano infatti da Paesi terzi (73% a fronte di una media Ue del 57%). L’approvvigionamento italiano, inoltre, presenta una forte concentrazione in un numero limitato di Paesi caratterizzati da elevati profili di rischio geopolitico. Nel corso degli anni, però, la dipendenza italiana è gradualmente dimiuita per effetto dei progressi in materia di efficienza energetica e fonti rinnovabili. Tuttavia, la nostra economia è ancora molto dipendente dal gas russo.

Quali sono, dunque, le vie percorribili per ridurre questa dipendenza? Lo studio degli analisti Cdp indica tre differenti linee d’azione. Innanzitutto occorre sfruttare appieno le capacità di stoccaggio nel brevissimo periodo. In secondo luogo, è necessario potenziare le capacità di trasporto del gasdotto Trans Adriatic Pipeline (TAP) incrementando, al tempo stesso, l’effettivo utilizzo dei metanodotti provenienti dal Nord Africa. Infine abbiamo bisogno di nuovi impianti per il gas naturale liquefatto, per consentire una rimodulazione delle importazioni nel breve-medio periodo. A queste opzioni, dicono gli analisti Cdp, si aggiunge la necessità di accelerare la transizione verso un sistema più efficiente e meno dipendente dai combustibili fossili, puntando sulle energie rinnovabili. In un orizzonte di lungo periodo, gli attuali equilibri energetici e geopolitici potrebbero cambiare e alcuni Paesi potrebbero passare da importatori netti di energia a esportatori. Grazie al posizionamento strategico e alla valorizzazione di reti e porti l’Italia, osservano da Cdp, potrebbe candidarsi a diventare un hub di accesso al gas naturale e, in futuro, anche dell’idrogeno, facendo da ponte tra le due sponde del Mediterraneo e riacquisendo quella centralità che il posizionamento geografico e storico le hanno sempre assegnato.
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