Zero. Ma non Renato

- di: Barbara Leone
 
Gli uomini non cambiano, cantava l’immensa e indimenticabile Mimì Martini. E invece sono cambiati eccome. Pure troppo. Pensate allo stile. Quello, che so, alla Paul Newman. Uno bello ma non perfetto, fascinoso ma non abbacinante, profondo ma non maledetto, sublime nella sua normalità. E con uno stile unico. Disinvolto, rilassato, senza far notare nient’altro che i suoi ineguagliabili e celebri occhi azzurri: un mare nel quale ti viene veramente voglia di tuffarti, disse Claudia Cardinale. Uno come lui non aveva certamente bisogno d’ostentare alcunché, tant’è vero che gli bastava una camicia bianca ed un jeans a cinque tasche per essere semplicemente irresistibile. Perché quando c’è la sostanza, quella vera, della forma puoi benissimo farne a meno. O quasi. L’eleganza, del resto, è tutto un fatto d’armonia pura. Esattamente come il mondo, la natura e la vita stessa. Dove c’è armonia, c’è bellezza intrinseca. E non occorre aggiungere. Anzi, less is more. A guardarli oggi gli uomini che popolano le copertine viene davvero un brivido lungo la schiena. Ed anche un leggerissimo e vago conato di vomito. Prendete Rosa Chemical. E, sia chiaro, delle sue preferenze sessuali non mi frega un fico secco. Dal momento che da sempre sono fermamente convinta che ognuno, se adulto e consenziente, in camera da letto è libero di fare ciò che più gli aggrada. E ben venga pure che lo si urli ai quattro venti. Non è quello il problema.

Ma la totale assenza d’eleganza, di stile, buon gusto. E d’armonia, appunto. Che è ciò che, poi, ci insegna la natura ove tutto è armonia. Il sole che ci scalda, la terra che gli gira attorno, le stagioni, la corrente del Golfo tra le grandi distese dei ghiacci opposti, l’atmosfera, il vento. Ma anche i lombrichi che fertilizzano il terreno, il regno minerale funzionale al vegetale e quest’ultimo che rifocilla il mondo animale. Basti pensare al fiore, all’ape e al polline, o al mimetismo del polpo, al ciclo dell’acqua, all’evoluzione delle specie… Che no, non riguarda gli esseri umani. Noi, al contrario del resto della popolazione della Terra, stiamo scivolando implacabilmente verso il baratro dell’involuzione più totale. E certi personaggi acclamati e strapagati ne sono la prova provata. Perché anche per stupire ci vuole talento. E a questi ragazzotti, Rosa Chemical o Fedez che sia, il talento manca su tutti i fronti. La santa verità è che se uno non ha talento si deve inventare qualcosa per farsi notare. Ma dopo l’iniziale e comprensibilissimo effetto uao, anzi meglio oh, è il nulla cosmico. Questi pseudoartisti, pseudomodelli, pseudopensatori e dispensatori delle più ovvie banalità non sanno, poveri grulli, che libertà e trasgressione non vuol dire vestirsi (o svestirsi) come se fosse sempre carnevale. Né tantomeno sbandierare all’universo mondo le posizioni preferite a letto, magari pure mimandole in mondovisione, mai sia non fosse chiaro il concetto. Un bel chi se ne frega a caratteri cubitali: ecco cosa mi tatuerei sulla faccia. Altro che l’anno di nascita come il Chimical! Che poi, ha scoperto l’acqua calda. Pure Renato Zero sfoggiava aderentissimi fuseaux in latex e coloratissimi boa. Per non parlare del trucco e parrucco. E però, piccolo particolare, sotto le piume era, ed è, un grande artista. Questi qua, per forma e sostanza, al cospetto dei grandi fanno solo pena, pietà e misericordia. E non è bacchettoneria. Ma semplicemente la constatazione di ciò che stiamo insegnando e lasciando in eredità ai nostri ragazzi. Zero. Ma non Renato.
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