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AI, la leadership d’impresa cambia pelle: a Roma il Business Leaders Summit di Fiera Milano

- di: Anna Montanari
 
AI, la leadership d’impresa cambia pelle: a Roma il Business Leaders Summit di Fiera Milano

Nell’era dell’intelligenza artificiale generativa, la leadership non è più quella di prima. Deve interpretare un cambiamento che non è solo tecnologico, ma culturale, organizzativo, finanziario. E soprattutto umano. È questa la chiave del Business Leaders Summit, l’appuntamento annuale di Business International – la knowledge unit di Fiera Milano – dedicato ai C-level, che si apre oggi a Roma nello Spazio Field di Palazzo Brancaccio.

AI, la leadership d’impresa cambia pelle: a Roma il Business Leaders Summit di Fiera Milano

L’AI non viene presentata come uno strumento da aggiungere alla cassetta degli attrezzi, ma come un elemento che riscrive ruoli, responsabilità e gerarchie, imponendo nuovi modelli di governance. Una discontinuità che coinvolge decisioni strategiche, processi operativi, tutela dei dati, politiche del lavoro e la stessa costruzione del valore.

Castel Sant’Angelo come metafora: resilienza e trasformazione
Il summit di quest’anno prende ispirazione dalla metamorfosi millenaria di Castel Sant’Angelo, simbolo di Roma e monumento che nei secoli è stato fortilizio, residenza papale, prigione, museo. Una struttura capace di reinventarsi di continuo senza perdere identità. Una metafora scelta non a caso: l’intelligenza artificiale sta imponendo alle imprese una trasformazione analoga, chiamandole a ripensare modelli organizzativi e strategie senza perdere la centralità della persona.

Il messaggio è chiaro: il futuro delle aziende non dipenderà solo dall’adozione delle tecnologie più avanzate, ma dalla capacità di sviluppare una leadership capace di leggere il cambiamento e guidarlo.

Governare la complessità: finanza, rischio, sicurezza e risorse umane
Il summit, che si conclude domani, si articola in tre momenti specialistici rivolti alle principali community manageriali: CFO, HR Director, Chief Risk Officer, CIO e CISO. Ognuna di queste figure affronta la trasformazione dell’AI da un punto di vista diverso, ma tutte condividono la necessità di un approccio integrato.

Per i direttori finanziari, l’intelligenza artificiale cambia la pianificazione e la previsione, introduce modelli predittivi più rapidi e precisi, modifica flussi decisionali e cicli di controllo. Per chi governa il rischio e la sicurezza, l’AI è un banco di prova: offre strumenti di analisi senza precedenti, ma genera nuove superfici d’attacco e richiede solide strategie di cybersicurezza in un contesto globale segnato da minacce crescenti.

Sul fronte delle risorse umane, invece, la sfida è doppia: riqualificare i lavoratori, costruire una cultura digitale, e allo stesso tempo preservare il fattore umano in un ecosistema in cui la tecnologia rischia di diventare un fine e non un mezzo.

La nuova leadership: meno comando, più regia

La riflessione che attraversa il Summit riguarda il modo in cui cambia il ruolo di chi guida. La leadership trasformativa, tema centrale dell’edizione 2025, chiede ai manager di passare da un modello direttivo a uno “orchestrativo”: meno comando e controllo, più capacità di indirizzare sistemi complessi. L’AI accelera i processi, aumenta la velocità delle decisioni, automatizza le attività ripetitive. Ma lascia ai manager la parte più difficile: comprendere le interdipendenze, valutare i rischi etici, decidere come usare l’enorme potenziale dei dati senza perdere la dimensione umana.

Il rischio, spiegano i relatori, è che la tecnologia corra più veloce dell’organizzazione. Per questo la leadership del futuro dovrà essere capace di integrare innovazione e responsabilità, automazione e visione.

Il fattore umano al centro, nonostante tutto
Il Summit ribadisce un punto che può sembrare controintuitivo in un contesto dominato dall’intelligenza artificiale: la tecnologia può moltiplicare le capacità delle imprese, ma non può sostituire la relazione, l’intuizione, la sensibilità. L’AI porta efficienza, ma il lavoro di domani avrà bisogno di ruoli nuovi, competenze nuove e un approccio umano capace di assorbire il cambiamento senza subirlo.

La leadership trasformativa, come la definisce Fiera Milano, non è la capacità di dominare la tecnologia, ma di governarla con equilibrio, mantenendo al centro la persona, la sua dignità, il suo valore.

In questo clima, il Summit diventa non solo un punto di confronto tra top manager, ma una sorta di laboratorio su come cambiano le imprese, su quali competenze servono davvero e su come costruire un futuro in cui l’intelligenza artificiale sia alleata, non sostituta, della responsabilità manageriale.

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