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Licenziati in 2.668: così Alitalia augura buon Natale a quasi tutti i suoi dipendenti

- di: Redazione
 
Licenziati in 2.668: così Alitalia augura buon Natale a quasi tutti i suoi dipendenti
Sotto l'albero che, tradizionalmente, vede ammonticchiarsi ogni anno i regali per il Natale, la quasi totalità dei dipendenti di Alitalia - nelle stesse ore in cui sta per perfezionarsi il progetto comune tra Ita Airways e Lufthansa - hanno trovato, senza nemmeno bisogno di scartarlo, conoscendone già purtroppo il contenuto, un bigliettino della loro azienda, o meglio dei liquidatori. Ma nessun augurio, solo l'annuncio che tra dieci mesi resteranno in mezzo ad una strada, essendo scattate le procedure, irrevocabili, per il licenziamento.
La mannaia di Alitalia si è abbattuta su 2.668 lavoratori attualmente in regime di Cassa Integrazione a zero ore.

Licenziati in 2.668: così Alitalia augura buon Natale a quasi tutti i suoi dipendenti

Per altri 172 (scelti evidentemente in virtù del ruolo che svolgono) il provvedimento non è stato reso operativo essendo impiegati ''allo stato per le esigenze connesse al completamente del programma'', quello della liquidazione della compagnia, che completerà il suo ''ultimo miglio'' il 15 gennaio.
Una procedura la cui drammatica conclusione, che per tutti era scontata, è stata ''celebrata'' da Alitalia, con un inciso, ''suo malgrado'', che forse avrebbe voluto attenuarne la devastante portata per migliaia di famiglie, quelle dei dipendenti della compagnia, di cui la compagnia ''è impossibilitata al reimpiego''.
Quindi, il 31 ottobre 2024, termine "non ulteriormente prorogabile", scatteranno i licenziamenti.

I Commissari di Alitalia hanno precisato che la procedura avviata "è stata attentamente valutata al termine di un percorso condiviso, che prevede la sottoscrizione di un accordo specifico con le organizzazioni sindacali e che si attiverà esclusivamente su base volontaria".
Per questo, giovedì prossimo, a meno di cambiamenti di data, azienda e sindacati si ritroveranno intorno ad un tavolo per avviare un confronto, la cui conclusione chiuderà definitivamente l'epopea di Alitalia, la compagnia che per 74 anni, tra molti alti (soprattutto nei primi decenni di attività, in cui è stata la portabandiera dello stile e della qualità del servizio italiani) e bassi (quando, alla fine, i bilanci sono stati costantemente deficitari), ha portato il ''made in Italy'' nel mondo.

I sindacati stanno cercando ora di trovare una soluzione che allevi il disagio per i ''licenziandi'', magari con una proroga della Cassa integrazione. Un modo per evitare, come dice la Uiltrasporti, che i lavoratori di Alitalia ''vengano abbandonati al loro destino", suggerendo che i dipendenti in esubero siano riposizionati nelle tre aziende nate dallo "spacchettamento" di Alitalia o in altre aziende del settore. Lo stesso auspicio è venuta dalla Cgil, che ritiene una proroga ''essenziale per consentire alle società Ita, Swissport e Atitech, che hanno ereditato gli asset di Alitalia, di riassorbire tutti i lavoratori e le lavoratrici attualmente in Cigs che non dovessero maturare i requisiti pensionistici".
Per la Cils la notizia dei licenziamenti "giunge in maniera totalmente inaspettata" ed è "surreale ed incomprensibile", auspicando una proroga della Cigs, ''almeno fino alla loro ricollocazione".
Nel futuro dei dipendenti destinatari del licenziamento potrebbero esserci dieci mesi in cassa integrazione o due anni godendo di una indennità di disoccupazione.
La procedura avviata dalla società, secondo i commissari, prevede la sottoscrizione di un accordo specifico con le organizzazioni sindacali e che si attiverà esclusivamente su base volontaria. 

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