La Lega accelera. All’indomani del richiamo del Quirinale a non indebolire i controlli antimafia, il partito guidato da Matteo Salvini annuncia che è “già pronta per l’Aula” una nuova proposta per rafforzare – e non attenuare – i meccanismi di vigilanza sulle imprese coinvolte nella costruzione del ponte sullo Stretto. L’obiettivo dichiarato è quello di “aumentare al massimo, come già fatto per la ricostruzione del ponte Morandi, per l’Expo e per le Olimpiadi, controlli e certificazioni antimafia per tutti gli appalti, le forniture e i servizi”. Un modo per disinnescare le critiche e rilanciare il progetto come simbolo di legalità, oltre che di sviluppo.
Ponte sullo Stretto, la Lega rilancia sui controlli antimafia
Nei giorni scorsi, il Quirinale aveva espresso forti riserve su una “procedura speciale” contenuta nel decreto Infrastrutture, giudicata meno rigorosa delle norme ordinarie. La presidenza della Repubblica ha ricordato che le leggi antimafia attualmente in vigore prevedono già controlli stringenti, sottolineando che ogni deroga deve essere giustificata da esigenze straordinarie. Salvini ha replicato che “il Parlamento sarà sovrano nel garantire il massimo della trasparenza e del rigore”, ma l’iniziativa odierna sembra segnare un tentativo di riallineamento istituzionale, a partire dalla forma: non più deroghe, ma potenziamenti.
Numeri e ambizione dell’opera
Il ponte sullo Stretto è uno dei progetti più ambiziosi del governo Meloni, con un impatto stimato su oltre centomila lavoratori e migliaia di imprese. Il valore dell’opera sfiora i 12 miliardi di euro, destinati a salire con le opere accessorie. Ed è proprio la vastità del cantiere a rendere cruciale la questione dei controlli: infiltrazioni, subappalti non tracciabili, certificazioni opache rappresentano i principali rischi. La nuova norma, secondo la Lega, ricalcherà le best practice già sperimentate nei grandi eventi italiani, in collaborazione con la Direzione nazionale antimafia e l’Autorità nazionale anticorruzione.
Un banco di prova per la maggioranza
Il provvedimento sarà inserito nel dibattito parlamentare che accompagnerà l’esame del decreto. Ma la proposta leghista potrebbe diventare anche un test politico interno alla maggioranza: Fratelli d’Italia e Forza Italia finora hanno mantenuto una posizione attendista, in attesa di valutare il testo. Salvini punta a trasformare l’iter del ponte in una vetrina di rigore amministrativo, anche per rispondere alle accuse di superficialità avanzate da opposizioni e settori della magistratura. Il centrosinistra, intanto, continua a denunciare il rischio di una “grande opera con troppe zone d’ombra”.
Una corsa contro il tempo (e contro i sospetti)
L’apertura del cantiere, prevista entro la fine del 2024, impone tempi rapidi. Ma il pressing mediatico e istituzionale ha alzato l’asticella. Salvini sa che ogni ombra sulla trasparenza rischia di trasformare l’“opera del secolo” in un boomerang politico. Per questo la nuova proposta punta ad alzare i livelli di controllo, nella forma e nei contenuti. L’obiettivo, ora, è blindare l’immagine del progetto e accompagnarlo con una narrativa di legalità rafforzata. Ma il vero banco di prova saranno le prime gare, i primi subappalti, i primi flussi di denaro. È lì che si misurerà davvero la tenuta del sistema.