All You Can Wear, a Milano code chilometriche per aggiudicarsi abiti e borse a 18 euro

- di: Barbara Bizzarri
 

Sabato scorso, a Milano, è andato in scena All you can Wear, iniziativa di economia circolare presa d’assalto dalla Gen Z. In centinaia hanno affollato viale Espinasse 99, presso la sede della cooperativa “Di mano in mano”, una catena di mercatini dell’usato che ha lanciato l’idea: in breve, la coda per partecipare all’evento è diventata chilometrica. La logica è la stessa dell’all you can eat: al costo democraticissimo di 18 euro si poteva acquistare una delle mille shopper a disposizione, realizzate a mano dal Progetto "tredicicm" di Stefania Cifarelli e Gabriella Mondelli, con stoffe di fine stock provenienti da grandi brand o da case sgomberate, e stiparla a piacimento di abiti e accessori vintage, second hand e fine stock, alcuni ancora con il cartellino. Unica condizione: non eccedere la dimensione della borsa per permettere a tutti di poter fare acquisti, fino ad esaurimento scorte. Ad accogliere i fortunati, 31 bancali di abbigliamento, anche per bambini, e accessori come scarpe, borse, cappelli, costumi, federe, lenzuola. Il successo ottenuto al termine della giornata del 9 settembre è stato tale che l'evento è stato confermato anche il giorno successivo.

All You Can Wear, a Milano code chilometriche per aggiudicarsi abiti e borse a 18 euro

Un vero e proprio trionfo sostenuto dal tam tam sui social, in particolare TikTok, dopo il successo già ottenuto l'anno scorso: così, oltre duemila borse e trentacinque bancali di abiti si sono volatilizzati in poche ore, ed è merito di alcuni tutorial su questa piattaforma se alcuni sono potuti uscire con un bel bottino del valore di 18 euro: “Usiamo la tecnica di Marie Kondo per far stare più roba dentro alla borsa: arrotoliamo tutto e dentro le scarpe infiliamo le magliette. Abbiamo saputo dell’evento da TikTok”, ha raccontato la diciannovenne Tina Lavazza al Corsera. E c’è anche chi partecipa per lanciare un messaggio preciso: “Comprare l’usato dà una soddisfazione impagabile”.

All you Can Wear nasce, infatti, proprio sotto l’egida del riciclo e del riuso, cercando di incentivare il risparmio: gli organizzatori hanno calcolato che l'iniziativa ha permesso di evitare l’emissione di 60 tonnellate di gas serra, all’insegna dello shopping antispreco, un trend a cui i più giovani sono particolarmente sensibili. Ma c'è anche un'altra verità, ovvero la possibilità di un guadagno facile: molti di questi capi, recuperati a costo di liquidazione, sono presumibilmente già in vendita a ben altri prezzi su Vinted e altre piattaforme di shopping online, come confermano Michele e Daniele, studenti di Ingegneria che si sono conosciuti durante le tre ore di coda ed hanno iniziato a ipotizzare anche tecniche di business:  “Siamo entrambi originari del Sud e il sole a perpendicolo ci fa un baffo, possiamo resistere più della media. Magari compriamo anche qualcosa da rivendere in app”.

Tags: moda
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