• Tutto con Bancomat. Scambi denaro, giochi ti premi.
  • Esprinet molto più di un distributore di tecnologia

L’America delle Big Tech contro l’Europa: il nuovo maccartismo digitale

- di: Vittorio Massi
 
L’America delle Big Tech contro l’Europa: il nuovo maccartismo digitale
L’America delle Big Tech contro l’Europa: il nuovo maccartismo digitale
Non è un incidente diplomatico. Non è una polemica tecnica. È un atto politico brutale. Il divieto d’ingresso negli Stati Uniti imposto a Thierry Breton segna un passaggio storico: l’America delle Big Tech ha smesso di nascondersi e ha deciso di colpire apertamente chi difende il modello europeo di democrazia regolata.

 (Foto: Trump a cena con gli oligarchi delle Bih tech americane).

Il linguaggio utilizzato dal Dipartimento di Stato americano non lascia spazio a interpretazioni. Si parla di “attivisti radicali”, di “censura delle opinioni americane”, di una presunta repressione della libertà di espressione. Parole scelte con cura, tipiche di una retorica ideologica che trasforma il dissenso in colpa e la regolazione democratica in un crimine.

Un potere privato che detta la linea politica

Il cuore della vicenda è uno solo: il potere smisurato delle grandi piattaforme tecnologiche. Un’oligarchia economica che negli Stati Uniti non si limita più a influenzare il governo, ma lo guida apertamente, ne orienta le decisioni, ne detta il lessico.

Quando Washington punisce un ex commissario europeo per aver promosso una legge dell’Unione, il messaggio è chiarissimo: le regole valgono solo se non disturbano gli interessi delle Big Tech. Se lo fanno, diventano “censura”.

È un rovesciamento semantico pericoloso, che svuota il concetto stesso di libertà. Perché qui non si difende la libertà di parola, ma la libertà di profitto. Non il pluralismo, ma l’assenza di vincoli. Non i cittadini, ma gli algoritmi.

Il caso Breton e la posta in gioco

Thierry Breton è stato uno dei principali architetti del Digital Services Act, la normativa europea che impone responsabilità, trasparenza e tutela dei diritti alle grandi piattaforme online. Una legge approvata democraticamente, applicata da istituzioni legittime, sostenuta da un ampio consenso politico.

Eppure, per l’amministrazione americana, quella legge rappresenta una minaccia. Non perché limiti la libertà di espressione, ma perché rompe l’asimmetria di potere tra colossi privati e istituzioni pubbliche.

Il fatto che insieme a Breton siano stati colpiti anche esponenti di organizzazioni civiche europee è ancora più inquietante. La società civile viene dipinta come un agente ostile, un nemico interno, un corpo estraneo da colpire. È una dinamica che richiama le stagioni più buie del maccartismo, aggiornate all’era digitale.

Un’America sempre meno democratica

Questo episodio non nasce nel vuoto. Si inserisce in un contesto più ampio in cui gli Stati Uniti mostrano tratti sempre più evidenti di autocrazia oligarchica. Il potere economico si salda a quello politico, le regole diventano opzionali, le istituzioni vengono piegate agli interessi di pochi.

In Europa, questo modello trova sponde precise: partiti populisti, destre radicali, movimenti che attaccano l’Unione europea proprio perché rappresenta l’ultimo grande spazio politico che prova a governare la globalizzazione invece di subirla.

Non è un caso che la retorica contro il Digital Services Act sia identica a quella utilizzata contro l’Unione europea: burocrazia, censura, élite. È una narrazione funzionale a delegittimare ogni forma di controllo democratico.

Perché l’Unione europea deve resistere e rispondere

L’Europa non può permettersi ambiguità. Non può arretrare. Difendere il proprio modello significa difendere la democrazia liberale in un mondo che scivola verso la legge del più forte.

Serve una risposta politica, giuridica e simbolica. Colpo su colpo. Perché accettare che un governo straniero sanzioni un ex commissario per aver fatto il proprio lavoro significa accettare un precedente devastante.

Non è solo una questione di visti o di diplomazia. È una battaglia sul futuro dell’ordine democratico. E questa volta, l’Europa non può limitarsi a spiegare: deve resistere, reagire e rivendicare. 

Notizie dello stesso argomento
Trovati 46 record
Pagina
3
23/12/2025
Manovra, il mosaico delle misure che cambia redditi e welfare
Guida completa alla manovra: lavoro e Irpef, pensioni, Isee e famiglia, imprese, fisco, sc...
23/12/2025
Estremadura, scossa a Sánchez: Vox vola e la destra avanza
Crollo del PSOE in Estremadura, PP primo ma senza maggioranza e Vox decisivo. Sánchez risp...
23/12/2025
Trump rilancia sulla Groenlandia e sfida la Danimarca
Trump torna all’attacco sulla Groenlandia: nomina un inviato speciale, irrita Copenaghen e...
22/12/2025
Decreto Ucraina, braccio di ferro: la Lega vuole più aiuti civili
Il nuovo decreto sull’Ucraina divide la maggioranza: la Lega spinge sugli aiuti civili, Cr...
22/12/2025
Antonio Tajani, il gradimento che parla a un’Italia alla ricerca di stabilità
Ministero, partito e fiducia: i numeri che spiegano un consenso in crescita
22/12/2025
Roma, dopo Natale dossier sgomberi: CasaPound e SpinTime al centro
Roma riapre il dossier sgomberi dopo le feste: CasaPound e SpinTime al centro tra sicurezz...
Trovati 46 record
Pagina
3
  • Con Bancomat, scambi denaro, giochi e ti premi.
  • Punto di contatto tra produttori, rivenditori & fruitori di tecnologia