In questa intervista si parla di innovazione tecnologica e modello organizzativo satellitare che guidano lo sviluppo parallelo tra attività fossili e transizione energetica. Focus su HPC6, Plenitude, Eni Sustainable Mobility, neutralità carbonica 2050 e approccio dual flag nei Paesi partner.
Giuseppe Zafarana “Innovazione e sostenibilità: così Eni tiene insieme presente e futuro”
Eni ha una storia di radici profonde, ma oggi guarda a scenari globali complessi. Presidente Zafarana, qual è il segreto per tenere insieme tradizione e innovazione?
Innovazione per noi significa molto più di tecnologia: è un modello industriale che coinvolge processi, finanza, organizzazione. Questo ci consente di tenere insieme due anime: da un lato la produzione tradizionale di petrolio e gas, dall’altro le attività legate alle rinnovabili e alla transizione energetica.
Negli ultimi quindici anni abbiamo scoperto circa 17 miliardi di barili equivalenti, un risultato ottenuto anche grazie al nostro supercomputer HPC6, il più potente al mondo tra i sistemi industriali. Lo utilizziamo non solo nell’esplorazione fossile ma anche per ricerca su biochimica, stoccaggio CO2 e persino simulazioni per la fusione a confinamento magnetico, una frontiera sulla quale siamo impegnati con convinzione.
Sul fronte della transizione energetica abbiamo scelto una via organizzativa nuova: estrarre dal perimetro centrale le attività rinnovabili e farle crescere come società indipendenti. Il modello ‘satellitare’ permette loro di attrarre capitali autonomamente e accelerare lo sviluppo. È il caso di Plenitude - focalizzata su eolico e solare - e di Enilive, dedicata a biocarburanti e biofuel.
Queste realtà crescono rapidamente e sostengono il percorso che ci porta al 2050 con l’obiettivo emissioni zero. Questo è, in sintesi, il modo in cui coniughiamo tradizione e futuro: facendo sì che innovazione e business storico non procedano in competizione, ma in sinergia.
La sostenibilità è al centro della trasformazione energetica. In che modo Eni la traduce in progetti concreti e misurabili?
La sostenibilità è parte strutturale del nostro piano industriale. Lavoriamo su cinque direttrici: neutralità carbonica al 2050, protezione ambientale, valorizzazione delle persone, alleanze per lo sviluppo e sostenibilità nella catena del valore.
Il nostro approccio è particolarmente evidente all’estero. Fin dai tempi di Mattei adottiamo il modello della dual flag: entriamo in un Paese con la nostra identità industriale, ma riconoscendo e valorizzando la bandiera del Paese ospitante. Significa conoscere territorio, comunità, bisogni e costruire fiducia nel lungo periodo.
Questo rapporto solido si è rivelato decisivo nel 2022, quando l’Italia ha dovuto sostituire in tempi rapidi il gas russo. Abbiamo potuto farlo grazie a relazioni consolidate con Stati produttori di gas e petrolio. In quei Paesi realizziamo progetti concreti: formazione, accesso a energia e acqua, sostegno economico locale, tutela ambientale.
Misuriamo ogni passo con rendicontazioni obbligatorie e volontarie: il rapporto Eni for offre indicatori quantitativi e qualitativi su ambiente, diritti umani e impatto sociale.
GIUSEPPE ZAFARANA - PRESIDENTE DEL CDA DI ENI
Nato a Piacenza nel 1963, è Presidente del CdA di Eni dal 2023 e guida anche le Fondazioni Eni Enrico Mattei e Finint Investments. Membro del Comitato italiano per la Corporate Governance, ha una lunga carriera militare culminata come Comandante Generale della Guardia di Finanza. È Cavaliere di Gran Croce dell'Ordine al Merito della Repubblica Italiana. Laureato in Giurisprudenza, Scienze Politiche e Sicurezza Economica e Finanziaria, ha anche un Master in Diritto tributario dell’impresa.