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L’assedio di Gaza City entra nella fase decisiva

- di: Jole Rosati
 
L’assedio di Gaza City entra nella fase decisiva

Carri armati ai margini della città, nuovi riservisti richiamati, civili in fuga e patrimonio culturale in pericolo mentre Israele prepara l’offensiva di terra.

(Foto: carri armati israeliani in formazione).

L’esercito israeliano concentra mezzi corazzati e truppe ai margini di Gaza City e accelera i preparativi per un’operazione di terra, mentre l’aviazione continua a colpire palazzi e infrastrutture in più quartieri. Fonti civili palestinesi e militari israeliane concordano su un aumento dell’intensità dei raid e degli spostamenti di popolazione verso sud.

Cosa cambia sul terreno

L’escalation delle ultime 48 ore ha visto la distruzione di decine di edifici, inclusi più grattacieli, con migliaia di residenti in marcia verso aree dichiarate “più sicure”. Le immagini e i resoconti convergono su un dato: lo skyline della città sta mutando rapidamente sotto i colpi dell’aeronautica

Il ministro della Difesa Israel Katz ha scandito il messaggio politico-militare in termini espliciti: «Oggi un uragano si abbatterà sui cieli di Gaza City e i tetti delle torri del terrore tremeranno», ha scritto in ebraico su X nei giorni scorsi, frase rilanciata da più testate.

Evacuazioni forzate e aiuti

L’agenzia ONU per i rifugiati palestinesi avverte: «Nessun posto è sicuro a Gaza, nessuno è al sicuro», denunciando l’intensificarsi dei bombardamenti e lo spostamento disordinato di migliaia di persone.

Nel frattempo, secondo fonti umanitarie e giornalistiche, la pressione militare su Gaza City ha ulteriormente degradato scuole-rifugio, strutture sanitarie e campi improvvisati, mentre si moltiplicano i casi di malnutrizione.

Patrimonio culturale sotto attacco

Un fronte meno visibile ma cruciale: la tutela dei reperti archeologici. Le autorità israeliane hanno ordinato all’École Biblique et Archéologique Française di Gerusalemme (EBAF) di sgomberare d’urgenza il magazzino di Gaza City destinato a essere colpito: una corsa contro il tempo per salvare collezioni accumulate in decenni di scavi, inclusi materiali dal monastero di Sant’Ilarione (IV secolo).

L’operazione, definita «un salvataggio all’ultimo minuto» dai responsabili della scuola biblica, non ha impedito che parte del patrimonio restasse in edifici a rischio; intanto l’UNESCO mappa i danni a siti storici in tutta la Striscia.

Dilemmi politici e strategici

Mentre i militari preparano la fase di terra, fonti di sicurezza ammettono che la presa di Gaza City non garantisce la resa completa di Hamas né la fine della guerriglia nei quartieri periferici e nei tunnel. La visita del segretario di Stato USA Marco Rubio in Israele avviene in questo quadro, con sul tavolo ostaggi, ricostruzione e rapporti con gli attori regionali.

Il linguaggio perentorio usato da Katz — «lo skyline di Gaza sta cambiando» — è diventato una cifra della comunicazione governativa, funzionale a mostrare determinazione interna e deterrenza esterna, ma rischia di irrigidire ulteriormente gli spazi per una de-escalation a breve.

Cosa guardare nelle prossime ore

Punto uno: la finestra temporale. Se l’operazione di terra si estenderà oltre le poche settimane, la pressione umanitaria rischia di diventare ingestibile, con conseguenze politiche in Israele e nella regione.

Punto due: la protezione dei civili. L’accesso degli aiuti e la sicurezza dei corridoi saranno la cartina di tornasole della credibilità degli impegni presi in pubblico.

Punto tre: la memoria culturale. La comunità internazionale ha poche ore quando arrivano gli avvisi di evacuazione: salvare i reperti non è “cosmetica”, ma difesa di identità e storia condivise. 

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