Filosa (foto) promette risalita tra sfide tariffarie e ristrutturazione accelerata.
Un semestre nero ma segnali di svolta
Stellantis conferma una perdita netta di 2,3 miliardi di euro nella prima metà del 2025, contro un utile di 5,6 mld nel 2024 – un tonfo causato in gran parte da costi netti da 3,3 mld legati a programmi cancellati, svalutazioni di piattaforme e oneri da compliance.
Il gruppo prevede per l’intero 2025 un impatto complessivo dei dazi pari a circa 1,5 miliardi di euro, di cui 300 milioni già sostenuti nel primo semestre. Filosa ha reintrodotto le guide finanziarie per il 2025, sospese in aprile a causa dell’incertezza tariffaria.
Le parole del ceo Filosa: tra realismo e speranza
Antonio Filosa, nominato formalmente CEO a fine giugno, riconosce la severità del contesto: “Il 2025 si sta rivelando un anno caratterizzato da difficoltà, ma anche da graduali miglioramenti”.
Filosa ha sottolineato il confronto tra il primo semestre 2025 e il secondo del 2024, evidenziando progressi in volumi, ricavi e margini.
Il piano strategico di lungo termine sarà presentato all’inizio del 2026 in occasione del Capital Markets Day: un momento atteso da sindacati e investitori per chiarire il destino degli stabilimenti italiani, i modelli da produrre e le prospettive occupazionali.
Dazi Usa: le cifre dietro il colpo
- I dazi al 25 % su auto e componenti importati negli USA hanno inciso per circa 300 milioni di euro nel semestre, con una previsione di raddoppio o oltre nella seconda metà dell’anno.
- L’impatto complessivo previsto per il 2025 è compreso tra 1 e 1,5 mld €, attestandosi verso il limite alto della stima.
- Nonostante ciò, circa il 95 % dei veicoli importati qualificano USMCA ed è quindi esente da dazi statunitensi.
Strategia di contenimento: modelli e produzione
Filosa punta su un rilancio accelerato del proprio portafoglio prodotti:
- in Nord America sono state rilanciate modelli come Jeep Cherokee, Dodge Charger e Ram Hemi V8 per rispondere a segmenti chiave;
- cresce anche l’offerta di vetture ibride in Europa, meno penalizzate da dazi e da margini in miglioramento sul fronte ICE.
Contemporaneamente, Stellantis continua a spingere sul contenimento industriale, riorganizzazione del portafoglio marchi (oltre 15 brand) e ristrutturazione in Europa per ridurre i costi.
Previsioni sul secondo semestre: cosa aspettarsi
Stellantis ha reintrodotto le sue previsioni per il 2025, suggerendo:
- ricavi in crescita rispetto al primo semestre;
- margine operativo adjusted in low single digit;
- flusso di cassa industriale libero in miglioramento.
Filosa ha ribadito: “Abbiamo ancora molto lavoro da fare… ci stiamo concentrando su riportare prodotti dove siamo stati assenti, migliorare l’esecuzione industriale e rilanciare il canale fleet”.
Una crisi di transizione
Il caso Stellantis rappresenta un paradigma di come le aziende globali vadano ripensando modelli produttivi, gamma prodotti e relazioni politiche per navigare l’onda protezionistica.
Le cifre del semestre non lasciano spazio a illusioni: -2,3 mld di perdita, da 1,5 mld di dazi nel 2025, 3,3 mld di oneri straordinari.
Eppure, sotto il profilo strategico emergono i primi segnali: nuovi modelli orientati al gusto del mercato, razionalizzazione dei costi, miglioramento sequenziale trimestre su trimestre. Il 2025 sarà ancora difficile, ma la tabella di marcia accelera: Filosa mette in campo concretezza e responsabilità.
Riepilogo essenziale
- Perdita netta H1 2025: €2,3 mld
- Previsioni dazi per 2025: circa €1,5 mld (di cui €300 mln in H1)
- Oneri pretax extra: €3,3 mld
- Guidance reintrodotta: Sì, per ricavi, margine e flusso di cassa
- Strategia chiave: Nuovi modelli, ristrutturazione, localizzazione produzione