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Banco BPM fa brillare la riscossa: dopo Unicredit, libero di puntare in alto

- di: Giuseppe Castellini
 
Banco BPM fa brillare la riscossa: dopo Unicredit, libero di puntare in alto
Banco BPM, riscossa post-Unicredit: ora mira a Mps e crescita autonoma
Dalle scaramucce col golden power ai nuovi scenari con Credit Agricole e Mps – un risiko bancario all’insegna dell’indipendenza.

La vittoria su Unicredit e l’autonomia ritrovata

Il 22 luglio 2025 segna un punto di svolta per Banco BPM: Unicredit ritira l’offerta pubblica di scambio da circa €14–15 miliardi, dopo 241 giorni di trattative, ostacolate dalle condizioni imposte dal governo italiano tramite il golden power, giudicate insostenibili.

Per l’amministratore delegato Giuseppe Castagna (foto) è “grande soddisfazione”: una difesa di “modello, specializzazione e integrazione” che porta il gruppo a riaffermare solidità patrimoniale e vincolo verso l’economia reale.

Con la fine dell’OPS svanisce la passivity rule e il Banco torna padrone del proprio destino: “potremo vagliare attentamente tutte le opzioni strategiche ed opportunità di crescita” – ammonisce Castagna – “ma rimaniamo sotto i riflettori”.

Unicredit punta altrove, risultati record

UniCredit esce dall’operazione con una marcia in più: nel secondo trimestre 2025 registra un utile netto di €2,9 miliardi (+8% annuo) – €3,3 miliardi includendo poste straordinarie – e alza le previsioni 2025 a €10,5 miliardi.

Il ceo Andrea Orcel definisce l’OPS “un peso” da lasciarsi alle spalle: “in un trimestre guadagniamo più di quanto BPM guadagna in quattro”, dice, puntando ora su Commerzbank e perplessità politiche tedesche.

Credit Agricole verso il 20 %: alleato o nuovo nemico?

Nel frattempo, il partner storico Crédit Agricole ha formalmente chiesto all’ECB l’autorizzazione per salire oltre il 20% del capitale Banco BPM, passando dall’attuale 19,8%.

Obiettivo dichiarato: consolidare la posizione come “influencer significativo” a livello contabile, senza sfociare in Opa ostile.

Mossa strategica in un contesto di consolidamento bancario europeo: più potere di negoziazione e sinergie future, senza sfidare apertamente la governance del gruppo.

Mps nel mirino: l’ipotesi terzo polo

Saltato il matrimonio con Unicredit, Castagna ha lanciato uno sguardo a Monte dei Paschi (Siena). Entrambi gli AD, Castagna e Luigi Lovaglio (Mps), si sono detti possibilisti su un possibile asse post-Mediobanca.

Un terzo polo italiano – insieme a Crédit Agricole come partner stabile – potrebbe dare vita a un soggetto competitivo e ben radicato sul territorio. Il governo, inoltre, ha dichiarato che interessa “solo la competenza, non la nazionalità” dei banchieri.

Golden power e contesto politico

L’introduzione del golden power da parte del governo Meloni – con condizioni su uscita dalla Russia e mantenimento di asset italiani – ha alimentato tensioni: Unicredit ha contestato in tribunale e la Consob ha sospeso l’OPS fino al 21 agosto.

Ma la notizia resta: le condizioni governative hanno superato i tempi dell’offerta, spingendo alla resa.

Rischi e sfide: opportunità per Banco BPM

Banco BPM si trova ora in una posizione delicata ma potenzialmente interessante:

  • Indipendenza rafforzata, ma esposti a nuovi tentativi di aggregazione
  • Partnership solide, con Crédit Agricole come alleato strategico e futuro partner industriale come Mps
  • Obiettivo dimensionale, per garantire stabilità azionaria e accesso a sinergie ed efficienza operativa

Come sottolinea Castagna, “la soddisfazione di oggi potrebbe non durare a lungo”. Il risiko bancario italiano entra ora nella fase due: pragmatica, dinamica e attenta a tempistiche e alleanze.

Fine di una lunga fase difensiva 

Il ritiro dell’OPS di Unicredit segna la fine di una lunga fase difensiva e l'avvio di una stagione di ripartenza per Banco BPM. Più che la vittoria contro un concorrente, la sfida vera sarà mettere a terra un progetto di crescita e consolidamento inclusivo: che coinvolga azionisti esterni, alleanze strategiche e potenzialmente un terzo polo tricolore. Il golden power ha reso l’operazione più complessa, ma ha anche messo il Banco al centro del gioco politico–economico.

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