Berlusconi senza freni: "Se vinciamo, le assoluzioni non si potranno impugnare"

- di: Daniele Minuti
 
Ci sono delle cose che, anche se ci troviamo in piena campagna elettorale, non possono essere dette, non foss'altro che per pudore. Eppure lo si fa, quando, sparando a raffica delle promesse, capita che si cada nelle minacce. Chi sembra ormai specializzato nel dirla grossa è Silvio Berlusconi, che appare ormai in preda ad una sindrome, quella di dire di tutto e di più pur di guadagnare un titolo.

Berlusconi prosegue con le sue promesse elettorali, passando alla giustizia

Ma l'ultima sua esternazione - freschissima, di un paio d'ore fa - ha superato il segno perché mina uno dei principi del nostro essere Stato di  diritto: porre sullo stesso piano imputato e pubblica accusa, senza che una delle parti abbia una precostituita prevalenza sull'altra. Le parole del presidente del Forza Italia forse faranno rabbrividire più d'uno, perché traducono in proposta politica il disprezzo, mai celato, nei confronti della magistratura, soprattutto quella inquirente, lanciando segnali ambigui nei confronti di chi delinque e intravede una scappatoia futura. ''In Italia - ha detto Berlusconi, nel tradizionale quotidiano messaggio video - , ogni anno migliaia di persone vengono arrestate e processate pur essendo innocenti. Il processo è già una pena, che colpisce l'imputato, ma anche la sua famiglia, i suoi amici, il suo lavoro. Per questo non deve trascinarsi all'infinito, in appelli e contro appelli. Quando governeremo noi, le sentenze di assoluzione, di primo o di secondo grado, non saranno appellabili. Un cittadino - una volta riconosciuto innocente - ha diritto di non essere perseguitato per sempre. Anche perché perseguitare gli innocenti significa lasciare i veri colpevoli in libertà. Se sei d'accordo, se anche tu pensi che la presunzione di innocenza sia alla base della nostra civiltà giuridica, il 25 settembre devi andare a votare e devi votare Forza Italia".

Difficile che in poche righe si possano concentrare messaggi distorcenti come quelli di Berlusconi, a cominciare dalla catastrofica dichiarazione - insultante nei confronti della magistratura e dalle forze dell'ordine - che in Italia migliaia di persone ''vengono arrestate e processate pur essendo innocenti'', come se chi decide una misura restrittiva limitativa della libertà personale non tenga conto di evidenze oggettive che ne attestano l'innocenza. Affermare una cosa del genere straccia la fatica, l'impegno e anche il pericolo personale di chi, quotidianamente, si batte affinché il Paese viva in sicurezza. Il processo è ''già una pena'' per imputato e la sua famiglia, dice Berlusconi, scatenando in noi la curiosità di sapere come su questa affermazione apodittica la pensano avvocati, giudici e giuristi che militano nel centro-destra. 

''Per questo non deve trascinarsi all'infinito, in appelli e contro appelli'', aggiunge Berlusconi, in tal modo minando - involontariamente  - alla radice proprio il diritto alla difesa ed alla scelta delle strategie. Anche perché le sue bordate sono contro la pubblica accusa e non contro la difesa, limitando l'azione della prima a tutto vantaggio della seconda perché si impedisce alla magistratura inquirente di fare valere le sue ragioni nei due gradi di giudizio e in Cassazione, mentre ai difensori questo diritto sembra essere concesso.  Qui, a nostro avviso, si va ben oltre il principio del ''ne bis in idem'', che ha un preciso fondamento giuridico (evitare che uno stesso soggetto sia chiamato a rispondere all'infinito di qualcosa da cui il primo giudice lo ha assolto), perché è tentare di piegare il diritto a una motivazione esclusivamente politica o, peggio, ideologica. Poi come possono venire da uno statista affermazioni come quella che ''perseguitare gli innocenti significa lasciare i veri colpevoli in libertà''? Perseguitare, se ancora capiamo qualcosa della lingua italiana, non significa ''perseguire'', ma esercitare una indebita vessazione nei confronti di chi è colpevole solo agli occhi di chi la fa. Perseguitare un innocente, se a farlo è un magistrato, è un abuso e, se riconosciuto come tale, deve essere punito. Ma dire che si perseguita chi non ha colpa per lasciare liberi i colpevoli è molto grave. Le affermazioni di Berlusconi (di cui, quasi sicuramente, alle prime reazioni negative qualcuno si affretterà a dire che  è stato frainteso) sono troppo deflagranti per essere fatte passare in sordina dagli alleati, ai quali ora forse le sue continue esternazioni cominciano a creare qualche imbarazzo.
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Italia Informa n° 1 - Gennaio/Febbraio 2024
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