Berlusconi: dopo il funerale, la resa dei conti in Forza Italia

- di: Redazione
 
E' sempre accaduto e sempre accadrà che alla morte (fisica o politica) di un capo, quando ancora la sua uscita di scena non si è conclusa, si scatena la lotta a succedergli. O, per essere più aderenti alla realtà, lo scontro per la sua eredità, che spesso non è solo ideale. Ma, con la morte di Berlusconi, forse i parametri di questo schema devono essere rivisti, perché lui, oltre a essere il fondatore, il demiurgo di un partito (che del partito tradizionale aveva ben poco, in assenza di assemblee e congressi che dessero almeno una parvenza di democrazia interna), ne era anche il solo finanziatore.

Berlusconi: dopo il funerale, la resa dei conti in Forza Italia

Tanto che, negli anni, dalle casse berlusconiane sono usciti miliardi (di lire) e milioni (di euro) per tenere su una struttura organizzativa vitale per progetti e prospettive. Capire ora cosa accadrà domani è sotto un gigantesco punto interrogativo perché occorrerà intuire quale logica presiederà alle decisioni di Marina Berlusconi, ''uomo forte'' della famiglia per il fatto di avere la combinazione della cassaforte. Per dirla chiaramente, bisognerà aspettare per capire se Marina intenderà, per motivi che tutto sono fuorché ideali, portare avanti l'opera e i pensieri del padre, oppure opterà per un disimpegno che, magari, andando per logica, sarà soft, con tempi dilatati, per consentire ai prossimi capi del partito di decidere cosa fare. Che, tradotto in concetti chiari, significa se e con chi andare, sapendo comunque che le braccia che li accoglieranno saranno come le spire dell'anaconda.

I protagonisti di questa fase e di quelle che ne seguiranno, a seconda dell'evoluzione delle dinamiche interne a Forza Italia, sono noti. A cominciare da Antonio Tajani, berlusconiano della prima ora, ministro degli Esteri, vicepremier e capo della delegazione del partito nel governo. Da coordinatore nazionale, dovrebbe a rigore di logica essere deputato a mettere ordine nel caos che si sta determinando in Forza Italia, con la corsa ad occupare i posti migliori per assistere alla probabile rissa per conquistare lo scettro, magari in coabitazione.

Tajani ha il rispetto di molti - dentro e fuori il governo, dentro e fuori dall'Italia - e forse questo potrebbe essere quasi un handicap perché, per dirla come il principe di Salina, in questo momento la corrente maggioritaria sembra essere quella che non intende spostare gli equilibri nel partito. Come invece accadrebbe se Tajani fosse incaricato di mettere ordine in Forza Italia, magari con un endorsement della stessa Marina Berlusconi, che tutto vuol fare meno che essere incalzata, alle decisioni, dalle risse tra capataz, veri o presunti o solo aspiranti a diventarlo.

Certo è che chi faceva parte del cerchio magico di Berlusconi e ne è stato allontanato coglierà l'occasione per tornare in pista e questo certo non gioverà ad un partito in calo di consensi e che non potrà fruire del traino emozionale della morte del suo leader dal momento che, per sua sfortuna, non ci sono elezioni alle porte e, in occasioni di quelle europee del prossimo anno, il ricordo del ''dottore'' sarà inevitabilmente sfumato.
Resta, infine, da capire quale sarà il ruolo della compagna di Berlusconi, Marta Fascina, la ''quasi moglie'', la ''non moglie'', che gli è stata accanto sino all'ultimo, fedele alla scelta di stare un passo indietro, ma non certo di sparire. Lo raccontano le cronache politiche degli ultimi mesi che la raffigurano sempre presente ai vertici, silenziosa, ma attenta. Ma questa può anche essere stata una scelta perché tutto in lei indica che Marta Fascina non lascia nulla al caso. Dall'atteggiamento al silenzio che si è imposta, nel momento in cui è stata chiamata a sedere al desco del dio, così come alla sua immagine, che a molti ha ricordato quella di un'altra donna di un uomo politico, Evita Duarte Peron. Stesso colore dei capelli, stessi vestiti mai appariscenti, stesso sguardo ammaliato dalla vista del suo uomo. Troppo perfetta per non accreditarla del desiderio, ora che Berlusconi è morto, di restare e non tornare nell'anonimato.
Ne sa qualcosa Licia Ronzulli, andata allo scontro con lei e uscita con le ossa rotte.
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