«Il 2025 per Mfe è stato un anno straordinario, dopo un 2024 che era stato eccezionale». Con queste parole Pier Silvio Berlusconi, vicepresidente e amministratore delegato di Media for Europe, ha aperto la conferenza stampa di fine anno negli Studi Mediaset a Cologno Monzese. La cifra del suo intervento è una trasformazione profonda: «Oggi non siamo più quello che eravamo prima, oggi siamo un’altra cosa. Siamo riusciti, con 7 anni di lavoro, determinazione, coraggio a dare al nostro gruppo una nuova dimensione».
Pier Silvio Berlusconi: “Mfe è ora una vera multinazionale”
Il passaggio è chiaro: Mfe, nella lettura del suo amministratore delegato, non è più un broadcaster tradizionale, ma «veramente una multinazionale», e – sottolinea – «l’unica multinazionale italiana del settore media». Un elemento che Berlusconi definisce «un dato importante», perché frutto di un percorso di lungo periodo e di una strategia non improvvisata.
Le tre direttrici della crescita
Berlusconi spiega che la crescita del gruppo si è sviluppata lungo tre linee strategiche molto dritte, giudicate un «segno di coerenza»: il prodotto, il sistema cross-mediale e la crescita internazionale.
Sul fronte del prodotto, l’ad richiama un dato emblematico: lo share sulle 24 ore, passato per Mfe dal 35,8% del 2019 al 37,5% del 2025, superando la Rai e crescendo «in controtendenza rispetto a tutti gli altri broadcaster». L’andamento degli ascolti certifica, nella lettura del gruppo, la solidità dell’offerta editoriale e la capacità di rispondere ai cambiamenti del consumo audiovisivo.
La seconda direttrice, il sistema cross-mediale, nasce da una scelta precisa: diversificare, ma «non tanto sul prodotto quanto sulla tecnologia». L’obiettivo è stato integrare piattaforme e canali, costruendo un ecosistema capace di raggiungere pubblici diversi e moltiplicare i punti di contatto.
I risultati rivendicati da Berlusconi sono rilevanti: Mfe oggi raggiunge 96,5 milioni di italiani ogni settimana, risultando «in assoluto l’editore, la piattaforma con più copertura». Una copertura che – sottolinea – supera «addirittura i grandi mostri del web come YouTube, Netflix e Prime Video».
L’espansione internazionale: la svolta ProSiebenSat
La terza direttrice, la crescita internazionale, ha subito un’accelerazione decisiva con l’acquisizione di ProSiebenSat. Berlusconi quantifica l’impatto dell’operazione: «Se prima raggiungevamo 110 milioni di popolazione, oggi siamo a più di 220 milioni di persone».
Anche la dimensione interna del gruppo è cambiata radicalmente: i collaboratori sono passati da 5.244 a oltre 13.000, mentre i ricavi sono saliti da 2,95 a oltre 7 miliardi di euro. Il risultato operativo, a sua volta, è cresciuto da 356 a 739 milioni di euro. Numeri che l’ad considera la prova tangibile del salto di scala: un gruppo che non solo si è ampliato, ma che ha assunto un ruolo strutturato nel panorama europeo dell’audiovisivo.
La prova del salto dimensionale
«Questi numeri», ha affermato Berlusconi, «sono la prova del salto dimensionale del gruppo». La crescita in termini di ricavi, presenza internazionale, forza lavoro e bacino di pubblico viene letta come il segno che la trasformazione voluta sette anni fa non solo si è compiuta, ma ha collocato Mfe in una nuova fase della sua storia.
Nella conferenza di fine anno, il vicepresidente e amministratore delegato rivendica così un posizionamento definitivo: Mfe come prima e unica multinazionale italiana del settore media, costruita attraverso investimenti, acquisizioni e una strategia che ha insistito sulla solidità del prodotto, sull’innovazione tecnologica e su un’espansione fuori dai confini nazionali.