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Maxi blitz contro il gioco d’azzardo illecito: evasi 350 milioni di euro

- di: Cristina Volpe Rinonapoli
 
Maxi blitz contro il gioco d’azzardo illecito: evasi 350 milioni di euro

È una delle più imponenti operazioni degli ultimi anni contro il gioco d’azzardo illecito quella condotta nelle ultime ore dalla Guardia di Finanza e coordinata dalla Direzione Distrettuale Antimafia di Roma. Oltre 80 indagati, decine di perquisizioni e sequestri in diverse regioni italiane, con l’accusa di associazione a delinquere finalizzata all’evasione fiscale, riciclaggio e esercizio abusivo di attività di gioco e scommesse. L’indagine ha portato alla luce un sistema capillare di evasione fiscale e riciclaggio, con un danno stimato per l’erario di oltre 350 milioni di euro.

Maxi blitz contro il gioco d’azzardo illecito: evasi 350 milioni di euro

L’operazione, denominata “Jackpot”, ha coinvolto imprenditori, prestanome, gestori di sale slot e piattaforme online illegali, con collegamenti anche con ambienti della criminalità organizzata.

Il meccanismo dell’evasione e il ruolo delle piattaforme digitali

Secondo gli inquirenti, al centro del sistema smantellato vi era una rete parallela di sale giochi, terminali slot machine e siti di scommesse online, non autorizzati e privi di concessione statale. Attraverso società fittizie e prestanome, gli organizzatori gestivano un flusso continuo di denaro non dichiarato, che veniva poi reinvestito in attività immobiliari, commerciali e finanziarie, in Italia e all’estero.

Le indagini hanno accertato che parte dei proventi veniva canalizzata su conti esteri, soprattutto in paesi a fiscalità privilegiata, per poi rientrare in Italia sotto forma di investimenti legali. Un sistema che, secondo gli investigatori, non solo sottraeva risorse all’erario, ma alimentava anche circuiti economici opachi, con possibili infiltrazioni mafiose.

Il gioco d’azzardo tra legalità e criminalità: un fenomeno in crescita

L’operazione “Jackpot” riaccende i riflettori su un fenomeno che, negli ultimi anni, ha assunto proporzioni enormi. Secondo l’ultimo rapporto della Corte dei Conti, il volume complessivo del gioco legale in Italia supera ormai i 130 miliardi di euro annui, con un gettito fiscale di circa 11 miliardi. Tuttavia, accanto al circuito ufficiale, prolifera un mercato sommerso che, secondo le stime, vale almeno 20 miliardi l’anno, sottratti a ogni forma di controllo fiscale e normativo.

Gli esperti sottolineano come il gioco d’azzardo illecito rappresenti uno dei principali canali di riciclaggio di denaro sporco per le organizzazioni criminali, soprattutto in alcune regioni del Sud. La facilità di gestione delle piattaforme online e la crescente diffusione di slot e video lottery clandestine hanno reso il fenomeno sempre più difficile da arginare.

L’impatto sociale del gioco illegale e l’urgenza di un intervento normativo

Oltre al danno erariale e ai profili penali, l’inchiesta solleva anche un problema di ordine sociale. Il gioco d’azzardo patologico è in costante crescita in Italia, con oltre un milione e mezzo di persone a rischio dipendenza. Il circuito illegale, privo di controlli e di limiti di spesa, aggrava ulteriormente il fenomeno, attirando fasce vulnerabili della popolazione e alimentando situazioni di disagio sociale ed economico.

L’operazione condotta dalla Guardia di Finanza rappresenta un segnale importante, ma conferma anche l’urgenza di un intervento normativo che renda più efficace il contrasto al gioco illegale, rafforzando i controlli sui flussi finanziari, ma anche implementando politiche di prevenzione e di supporto per le persone affette da ludopatia.

Un’economia parallela che minaccia la legalità e il tessuto sociale

L’evasione fiscale per 350 milioni di euro accertata dall’indagine non è solo un danno economico per lo Stato, ma anche la punta di un iceberg che coinvolge legalità, criminalità organizzata e vulnerabilità sociale. Il gioco d’azzardo illecito si conferma come uno dei canali preferenziali per chi cerca di arricchirsi al di fuori delle regole, approfittando delle debolezze normative e della difficoltà di monitorare un mercato sempre più digitale e opaco.

Il blitz di oggi mostra con chiarezza quanto sia urgente riportare sotto controllo un settore che rischia di minare, giorno dopo giorno, la tenuta stessa dello Stato e la coesione sociale del Paese.

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