Borse: il Nikkei 225, ai massimi della sua storia, tira la volata dei mercati asiatici

- di: Redazione
 
Il benchmark azionario giapponese Nikkei 225 è salito oggi ai massimi storici, superando il precedente record stabilito nel dicembre 1989 a causa dei massicci acquisti da parte degli investitori globali, facendo da capofila agli altri mercati asiatici, che hanno registrato guadagni. Oggi il Nikkei 225 ha chiuso a 39.098,68. Il suo record precedente era di 38.915,87, stabilito poco prima che la bolla economica del Giappone crollasse all’inizio degli anni ’90.

Borse: il Nikkei 225, ai massimi della sua storia, tira la volata dei mercati asiatici

Le azioni giapponesi hanno registrato forti guadagni negli ultimi mesi, aiutate dal forte interesse da parte degli investitori stranieri che rappresentano la maggior parte del volume degli scambi sulla borsa di Tokyo.
Anche la debolezza dello yen giapponese rispetto al dollaro statunitense ha attirato gli investitori, nonostante la prolungata debolezza dell’economia, che è ripiombata in una recessione tecnica alla fine dello scorso anno e che ha ceduto il quarto posto globale a quella tedesca.

L'Hang Seng di Hong Kong è salito dello 0,9% a 16.645,45 e l'indice Shanghai Composite è avanzato dello 0,9% a 2.976,88. L'S & P/ASX 200 australiano è salito di meno dello 0,1%, a 7.611,20, mentre il Kospi di Seul ha guadagnato lo 0,4% a 2.663,35.
La chiusura di ieri a Wall Street è stata al rialzo, condizionata dall'andamento dei grandi titoli tecnologici che hanno nuovamente agito come un peso sul mercato.

L'S & P 500 è salito dello 0,1% a 4.981,80. L'indice di riferimento ha trascorso gran parte della giornata in perdita di territorio prima di salire più in alto poco prima della chiusura dei mercati.
Anche il Dow Jones Industrial Average ha ottenuto un leggero guadagno dopo aver perso terreno per gran parte della giornata. È aumentato dello 0,1%, a 38.612,24. Il Nasdaq composito, ad alto contenuto tecnologico, è sceso dello 0,3%, a 15.580,87.
I rendimenti obbligazionari hanno guadagnato terreno. Il rendimento dei titoli del Tesoro a 10 anni è salito al 4,33% dal 4,28% di martedì scorso.

Intanto, dalla pubblicazione dei verbali dell'ultima riunione di gennaio, emerge che in seno alla Federal Reserve resta la preoccupazione di muoversi troppo velocemente nel taglio dei tassi, che la banca ha comunque lasciato inalterati per la quarta volta consecutiva. In effetti i rapporti sui prezzi al consumo e all'ingrosso nel mese di gennaio mostrano che l'inflazione non si è raffreddata quanto previsto. Ciò ha spinto gli investitori a spostare le aspettative per i tagli dei tassi da marzo a giugno.
Sul fronte energetico, il petrolio greggio di riferimento statunitense ha guadagnato 28 centesimi a 78,19 dollari al barile. Il greggio Brent, lo standard internazionale, è aumentato di 28 centesimi a 83,31 dollari al barile.
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