Borse giù con Milano maglia nera, Ferrari affonda
L’Europa chiude in rosso con la pressione delle trimestrali. Crollano Ferrari e Tenaris, volano Technogym e Prysmian. Lo spread regge, oro stabile, ma il petrolio scivola sotto i 69. Wall Street rallenta e il Dow Jones perde.
Europa in calo, Milano la peggiore: Ferrari giù dell’11,6%
Giornata amara per le Borse europee, strette tra deludenti trimestrali, nuovi segnali restrittivi dalle banche centrali e l’incertezza in arrivo da Wall Street. A fine seduta, martedì 31 luglio, i principali listini continentali hanno chiuso in territorio negativo, con Milano fanalino di coda: il FTSE MIB ha ceduto l’1,56%, interrompendo una striscia positiva che durava da quattro giornate. Parigi ha perso l’1,14%, Francoforte lo 0,81% e Londra ha galleggiato sulla parità (-0,05%).
Il tonfo peggiore è stato quello di Ferrari, scivolata di un clamoroso -11,65% dopo conti semestrali ritenuti deludenti dagli analisti. In scia, sono cadute anche Tenaris (-6,2%), Iveco (-4,5%) e Nexi (-3,2%), tutte penalizzate da risultati sotto le aspettative.
Wall Street smorza l’entusiasmo: Meta e Microsoft non bastano
A Milano erano le 17:40 quando il clima negativo europeo ha trovato conferma anche da oltre Atlantico. Dopo un’apertura brillante sulla scia delle trimestrali tech, Wall Street ha invertito la rotta: il Dow Jones arretrava dello 0,3%, mentre il Nasdaq dimezzava i guadagni al +0,6%. L’indice S&P 500 segnava un rialzo più cauto, con investitori in attesa dei dati sul mercato del lavoro USA in uscita domani.
“Non è stata ancora presa alcuna decisione per la prossima riunione del Fomc”, ha dichiarato Jerome Powell, presidente della Federal Reserve. Intanto, la Fed ha lasciato i tassi invariati, ma con due membri favorevoli a un abbassamento.
Lo spettro dei dazi agita i mercati: Trump annuncia nuove tariffe
Non solo banche centrali: ad alimentare le tensioni è arrivato l’ennesimo annuncio del presidente Donald Trump, che ha promesso una tariffa del 15% sulle importazioni dalla Corea del Sud. “Dalla mezzanotte del 1° agosto scatteranno i dazi se non si trovano accordi equi”, ha dichiarato dalla Casa Bianca, definendo l’operazione il “Giorno della Liberazione del commercio USA”.
Le migliori e le peggiori a Piazza Affari
Tra le note positive di giornata, spiccano i titoli Prysmian (+2,74%), Banco BPM (+2,24%), Saipem (+1,87%) e Banca Mediolanum (+1,17%). Ma è il comparto Mid Cap a offrire le performance migliori, con Technogym a +5,70% dopo risultati in forte crescita, seguita da NewPrinces (+2,24%), De’ Longhi (+1,62%) e Tinexta (+1,61%).
Sprofondano invece Brunello Cucinelli (-4,40%), Ascopiave (-4,57%), Ariston Holding (-4,12%), Italmobiliare (-4,07%) e Ferragamo (-4,06%), in una giornata in cui anche il FTSE Italia Mid Cap (-0,71%) e lo Star (-0,8%) hanno perso terreno.
Mediobanca accelera: assemblea anticipata su Generali
Sul fronte societario, da segnalare l’accelerazione di Mediobanca, che ha chiuso l’anno fiscale con risultati record. L’istituto guidato da Alberto Nagel ha annunciato che potrebbe anticipare al 21 agosto l’assemblea sul dossier Banca Generali, mossa che rientra nella strategia per contrastare l’offerta rivale di MPS.
Valute, petrolio e materie prime: crolla il greggio
Sul mercato delle valute, l’euro si rafforza lievemente sul dollaro con un +0,24%, in area 1,089. Bene anche l’oro, che avanza dello 0,3% a 3.295,1 dollari l’oncia, mentre continua la discesa del petrolio WTI, crollato dell’1,79% a 68,74 dollari al barile, complici le tensioni geopolitiche e il calo delle aspettative sulla domanda globale.
Debole anche il gas naturale europeo, con il TTF di Amsterdam in flessione del 2,1%, in un contesto di scorte ancora elevate e scarsa domanda estiva.
Lo spread tiene a 81, BTP decennale al 3,43%
Nessuna scossa dallo spread tra Btp e Bund, che si è mantenuto stabile a 81 punti base, con il rendimento del decennale italiano inchiodato al 3,43%. Un segnale che i mercati obbligazionari non vedono ancora rischi immediati, malgrado la frenata delle Borse.
Giù anche Tokyo e Shanghai, tassi fermi in Giappone
Anche i mercati asiatici hanno registrato un tono dimesso. A Tokyo, il Nikkei ha perso lo 0,5% dopo la decisione della Bank of Japan di lasciare i tassi invariati. A Pechino, l’indice CSI 300 ha chiuso in ribasso dello 0,6%, con gli investitori sempre più preoccupati per il rallentamento dell’economia cinese e per le tensioni crescenti con Washington.
Nervi tesi sui mercati in attesa del lavoro USA
Il clima resta improntato alla cautela. Tra trimestrali contrastate, annunci protezionistici e politica monetaria indecifrabile, i mercati attendono con apprensione i dati sul lavoro USA, in calendario il 1° agosto. Un test chiave per capire se ci sarà davvero margine per un taglio dei tassi a settembre o se prevarrà ancora la linea dell’attesa. Intanto, a Piazza Affari torna il segno meno. E stavolta, con forza.