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Tokyo, scossa in Borsa: crolla la tecnologia e yen in affanno

- di: Matteo Borrelli
 
Tokyo, scossa in Borsa: crolla la tecnologia e yen in affanno
Tokyo, scossa in Borsa: crolla la tecnologia e yen in affanno
La Borsa di Tokyo vive una seduta ad alta tensione: il Nikkei scivola di oltre il 3% nella fase più debole della mattinata, brucia quasi 1.500 punti e scende sotto la soglia psicologica dei 49.000 punti, trascinato al ribasso dai colossi della tecnologia e dei semiconduttori di fascia alta. Sullo sfondo, l’attesa febbrile per i risultati di Nvidia e un yen sempre più debole, vicino a 155 per dollaro e intorno ai 180 per euro, livelli che riportano al centro la fragilità valutaria del Giappone.

Nikkei sotto pressione: correzione o campanello d’allarme?

Nel corso degli scambi il principale indice azionario giapponese perde oltre il 3%, con un tonfo intraday di quasi 1.500 punti che lo porta a oscillare in area 48.900–49.000 punti. I dati intraday sui futures e sugli indici sintetici indicano un calo attorno al 2,7-3%, con una breve discesa sotto quota 49.000, mentre le rilevazioni ufficiali di metà seduta mostrano il Nikkei ancora in flessione marcata, ma leggermente sopra quei minimi, intorno ai 49.400 punti, pari a circa -1,8%.

La dinamica è chiara: gli investitori stanno realizzando profitti dopo mesi di rally alimentato dall’euforia per l’intelligenza artificiale, mentre cresce il timore che le valutazioni delle big tech – giapponesi e internazionali – siano arrivate troppo in alto. Una parte significativa delle vendite si concentra sui titoli legati ai chip, ai server e all’hardware per l’AI, in linea con quanto si sta osservando anche sul Nasdaq statunitense.

Il nodo tecnologia: il “test Nvidia” spaventa i mercati

La seduta di Tokyo non si può leggere in isolamento. Tutti gli occhi sono puntati su Nvidia, il gigante dei chip per l’intelligenza artificiale che sta per pubblicare una nuova trimestrale considerata un vero e proprio referendum sul boom AI. Negli ultimi due anni il titolo ha messo a segno rialzi spettacolari, arrivando a moltiplicare più volte la propria capitalizzazione e diventando il principale simbolo della corsa all’intelligenza artificiale.

Sui mercati globali, nelle ultime ore, si registra un crescente nervosismo: a Wall Street gli indici hanno mostrato andamenti altalenanti, con un arretramento dei titoli tecnologici e, in particolare, dei semiconduttori, mentre gli investitori si chiedono se Nvidia riuscirà ancora una volta a battere le attese o se, al contrario, una singola trimestrale deluderà un intero settore ormai “prezzato alla perfezione”.

Questa incertezza si riflette direttamente sulla Borsa giapponese: i produttori di chip e di componenti ad alta gamma, fortemente esposti alla domanda legata ai data center AI, subiscono vendite aggressive. Gli operatori temono che una delusione sui conti di Nvidia possa innescare una correzione più ampia e coordinata sui mercati azionari globali, in particolare nelle piazze più esposte alla tecnologia come Tokyo, Taipei e Seul.

Yen ai minimi storici contro l’euro e ultra-debole sul dollaro

Alla pressione sui listini si somma un secondo fattore, tutt’altro che marginale: la debolezza estrema dello yen. Il cambio dollaro/yen si colloca intorno a quota 155, mentre contro l’euro la valuta giapponese si muove in area 179–180, vicinissima ai massimi dalla nascita della moneta unica.

Per il Giappone questo quadro è ambivalente. Da un lato, un yen così debole rende più competitivi i grandi esportatori – automobilistici, industriali e tecnologici – migliorando i margini di profitto sulle vendite all’estero. Ma dall’altro lato aggrava il costo delle importazioni, a cominciare dalle materie prime energetiche, e alimenta tensioni inflazionistiche interne, già monitorate con attenzione dalla banca centrale.

Non va dimenticato che lo yen si indebolisce da tempo nel contesto di una politica monetaria giapponese ancora molto più espansiva rispetto a quella di Stati Uniti ed Europa. Mentre Fed e BCE hanno portato i tassi a livelli restrittivi per fronteggiare l’inflazione, Tokyo procede con estrema cautela nella normalizzazione, mantenendo ancora curve dei rendimenti sotto stretto controllo.

La strategia della banca centrale e il rischio intervento

Il livello di 155 contro il dollaro e quello dei 180 contro l’euro sono soglie che i mercati conoscono bene: ogni avvicinamento a queste aree fa aumentare le speculazioni su possibili interventi delle autorità. In passato, infatti, il governo e la banca centrale giapponese non hanno esitato a intervenire, direttamente o verbalmente, quando la moneta nazionale scivolava troppo rapidamente, nel tentativo di frenare movimenti considerati eccessivi o disordinati.

Per il momento, la reazione ufficiale resta prudente. Le autorità si limitano a ribadire che seguono con attenzione i movimenti del cambio e che sono pronte ad agire contro una volatilità ritenuta “ingiustificata”. Ma la combinazione tra mercato azionario sotto pressione e valuta debole rende il quadro delicato: un eventuale intervento sul cambio, se percepito come troppo aggressivo, potrebbe a sua volta innescare correzioni ulteriori su azioni e bond.

Un novembre già nervoso per Tokyo e l’Asia

La seduta odierna si inserisce in un mese di novembre già tutt’altro che tranquillo per i mercati asiatici. Nelle scorse settimane il Nikkei ha alternato fasi di forte rialzo e brusche ricadute, con sedute in cui l’indice ha perso anche oltre 2 punti percentuali nel giro di poche ore, spesso in scia ai movimenti di Wall Street e alle aspettative su possibili tagli dei tassi da parte della Federal Reserve.

La volatilità non è un’esclusiva di Tokyo. In tutta l’Asia gli indici hanno mostrato un andamento a strappi: la combinazione di dati macro contrastanti, tensioni geopolitiche e continua revisione delle attese sui tassi USA ha reso il contesto particolarmente complesso. In questo scenario, i titoli più legati alla rivoluzione AI – semiconduttori, cloud, infrastrutture digitali – sono diventati il principale termometro del rischio: salgono velocemente nelle fasi di entusiasmo e scendono altrettanto bruscamente quando la propensione al rischio si raffredda.

Le ricadute per gli investitori europei e italiani

Il crollo della tecnologia a Tokyo e la debolezza dello yen non sono solo un tema per trader e gestori giapponesi. Anche gli investitori europei e italiani sono esposti in vari modi a questa tempesta asiatica.

Molti fondi comuni e ETF presenti nei portafogli retail in Europa includono quote rilevanti di azioni giapponesi, spesso proprio nei comparti più colpiti – tecnologia, industria di alta gamma, robotica. In diversi casi, l’investimento è ulteriormente complicato dal fattore cambio: chi è esposto al Giappone senza copertura valutaria subisce, oltre al calo dei listini, anche la perdita legata alla debolezza dello yen contro euro.

Non mancano però gli strumenti che beneficiano della situazione opposta: i prodotti con copertura valutaria tendono a proteggere il risparmiatore, mentre chi investe direttamente su titoli giapponesi potrebbe approfittare dello yen debole come fattore di ingresso, se ritiene che nel medio-lungo periodo la valuta abbia margini di recupero.

Cosa guardare nelle prossime ore

La seduta di Tokyo rappresenta dunque un tassello di un mosaico più ampio, che si completerà solo con l’arrivo di alcune tappe chiave:

  • La trimestrale di Nvidia, che può confermare o sgonfiare le aspettative sul ciclo AI.
  • I dati macro dagli Stati Uniti, in particolare sul mercato del lavoro, decisivi per capire il ritmo dei futuri tagli dei tassi.
  • Eventuali segnali dalla banca centrale giapponese su cambio, inflazione e strategia sui tassi.
  • L’andamento del Nasdaq nelle prossime sedute, termometro globale della tecnologia.

Se Nvidia dovesse sorprendere in positivo e i dati macro non alimentassero nuove paure sull’economia americana, il rimbalzo dei listini tecnologici potrebbe essere altrettanto rapido quanto la discesa di queste ore. In caso contrario, la correzione in corso a Tokyo rischia di trasformarsi nel primo capitolo di una fase più lunga di “disintossicazione” dalle valutazioni stellari dell’hi-tech.

Tokyo tra opportunità e rischio: la prospettiva di medio termine

Al di là della tempesta di giornata, rimangono valide alcune considerazioni di fondo. Il Giappone resta uno dei mercati più esposti alle grandi trasformazioni globali: digitalizzazione, robotica, transizione energetica, intelligenza artificiale. Molte società quotate a Tokyo hanno bilanci solidi, posizioni dominanti in nicchie globali e una crescente attenzione alla remunerazione degli azionisti, tra dividendi e buyback.

La combinazione di valutazioni in correzione e yen debole può trasformarsi, nel medio periodo, in un’occasione per chi ha orizzonti di lungo termine e tollera la volatilità. Ma lo scenario resta binario: se la narrativa sull’AI dovesse davvero cambiare – passando da crescita esplosiva a normalizzazione – i listini giapponesi, così come quelli americani, dovrebbero adattarsi a un nuovo equilibrio di prezzi.

Per ora, la fotografia è netta: Tokyo è in rosso, la tecnologia guida il ribasso, lo yen è sotto pressione. Il verdetto finale sulla portata di questa scossa, però, arriverà solo dopo il responso di Nvidia e delle altre grandi protagoniste della stagione delle trimestrali.

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