Case green, arriva l’ok da Bruxelles: il commento di Confedilizia e Legambiente

- di: Barbara Leone
 
Via libera dell’Eurocamera alla cosiddetta direttiva sulle case green per l'efficienza energetica degli edifici in tutta Europa. Dopo la spaccatura del dibattito di lunedì, la luce verde della Plenaria è arrivata con 343 voti favorevoli, 216 voti contrari e 78 astenuti. Quello dell'Eurocamera è il primo, decisivo, via libera per la direttive sulle case green ma l'approvazione non permette l'entrata in vigore del provvedimento della Commissione. Il testo, ora, sarà oggetto del negoziato finale tra Consiglio Ue e esecutivo europeo prima di tornare in Plenaria.

Case green, arriva l’ok da Bruxelles

“Abbiamo visto che vince la ristrutturazione con forza, degli edifici. Ora rinvio in testo in Commissione per i negoziati istituzionali”, ha annunciato in Aula il relatore (membro dei Greens) Ciarán Cuffe. L'entrata in vigore della direttiva, quindi, non è scontata. Visto anche il recente precedente dello stop alle auto a benzina e diesel dal 2035 la cui ratifica è stata di fatto bloccata da uno stop di una minoranza. Ma cosa prevede nel dettaglio la direttiva? In pratica, secondo Bruxelles, tutti i nuovi edifici dovranno essere a emissioni zero a partire dal 2028. Il testo approvato, nella sostanza, è quello licenziato dalla Commissione parlamentare Industria, che prevede la classe energetica E entro il 2030 e la classe energetica D entro il 2033 per gli edifici residenziali. Per i nuovi edifici occupati, gestiti o di proprietà delle autorità pubbliche la scadenza è fissata al 2026. Tutti i nuovi edifici per cui sarà tecnicamente ed economicamente possibile dovranno inoltre dotarsi di tecnologie solari entro il 2028, mentre per gli edifici residenziali sottoposti a ristrutturazioni importanti la data limite è il 2032. L’obiettivo è quello di agire prioritariamente sul 15% degli edifici più energivori, che andranno così collocati dai diversi paesi membri nella classe energetica più bassa, la G. In Italia si tratta di circa 1,8 milioni di edifici residenziali (sul totale di 12 milioni, secondo l’Istat).

Secondo la posizione del Parlamento, gli edifici residenziali dovranno raggiungere, come minimo, la classe di prestazione energetica E entro il 2030, e D entro il 2033. Per gli edifici non residenziali e quelli pubblici il raggiungimento delle stesse classi dovrà avvenire rispettivamente entro il 2027 (E) e il 2030 (D). Secondo l’Ance (Associazione nazionale costruttori edili), nonostante le eccezioni, gli obiettivi rimangono irraggiungibili in Italia: le stime prevedono 630 anni solo per raggiungere la classe E per tutte le case, mentre addirittura 3.800 per la D. Realizzare gli interventi richiederebbe uno sforzo notevole, come mostrano anche le stime di Enea (Agenzia nazionale per le nuove tecnologie, l’energia e lo sviluppo economico sostenibile), il 74% delle abitazioni italiane, cioè 11 milioni sarebbero in classe energetica inferiore alla D. Critiche anche sul fronte Confedilizia:

“Il Parlamento europeo ha approvato, con 343 voti favorevoli, 216 voti contrari e 78 astenuti, la proposta di direttiva che prevede l'obbligo di realizzare interventi di efficientamento energetico su tutti gli immobili europei - scrive in una nota Giorgio Spaziani Testa, presidente di Confedilizia -. Gli esponenti della maggioranza politica italiana hanno votato contro e di questo li ringraziamo. La vicenda, però, non si conclude qui. Da oggi, infatti, ha inizio una fase di negoziazione che vedrà protagonisti anche i governi dei Paesi dell'Unione. In questo contesto si inserisce l'approvazione da parte della Camera dei deputati, mercoledì scorso, di una mozione di maggioranza che ha impegnato il governo italiano ad adottare le iniziative di competenza presso le competenti istituzioni europee al fine di scongiurare l'introduzione di una disciplina giudicata, a ragione, pericolosa per il nostro Paese. Chiediamo al presidente del Consiglio di impegnarsi in prima persona per il raggiungimento di questo obbiettivo”, conclude Spaziani Testa.

Positivo invece il giudizio di Legambiente: “Il via libera arrivato oggi dall’Eurocamera alla direttiva case green - commenta Stefano Ciafani Presidente nazionale di Legambiente (nella foto) - rappresenta un’ottima notizia. È fondamentale accelerare il percorso di decarbonizzazione e di efficientamento energetico del settore edilizio, in particolare di quello residenziale, attraverso interventi di riqualificazione energetica, ristrutturazione e rigenerazione urbana degli edifici non più rimandabili e che permetteranno sia un miglioramento della classe energetica sia un risparmio in bolletta per le famiglie, dando un contributo importante alla lotta alla crisi climatica. L’Italia non perda questa importante occasione, affronti con interventi concreti, politiche ambiziose e una revisione dei sistemi incentivanti, la sfida indicata dall’Europa a partire dalla definizione di un piano nazionale di riqualificazione edilizia evitando, però, di commettere gravi errori come quello fatto recentemente prevedendo lo stop alla cessione del credito e allo sconto in fattura. L’efficienza energetica, insieme all’elettrificazione dei consumi domestici, alla scelta di materiali da costruzione e alla modifica degli stili di vita, sono a nostro avviso i quattro pilastri della riconversione ecologica dell’edilizia su cui il nostro Paese dovrà lavorare con maggiore intensità da qui ai prossimi anni. Dopo il voto di oggi, la palla passerà ai negoziati finali tra Parlamento, Consiglio e Commissione Ue prima di tornare in Plenaria. Il nostro auspicio è che non si vada a snaturare l’ambizione dell’accordo”.

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Italia Informa n° 1 - Gennaio/Febbraio 2024
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