Le mille meraviglie di Cinecittà World: il parco divertimenti del futuro è qui

- di: Redazione
 
Energia trascinante, entusiasmo da vendere ed un curriculum da far tremare i polsi. Amministratore delegato di Cinecittà World, Stefano Cigarini è anche Chief operating officer di Regions Entertainment, uno dei principali gruppi russi attivi nel settore degli outlet e dei parchi divertimento. In precedenza è stato Senior Vice President Entertainment and Events della Ferrari, con responsabilità a livello mondiale su Parchi, Musei ed Eventi della casa automobilistica del Cavallino Rampante. E ancora parchi a tema in veste di Ad, quali Rainbow Magicland e Zoomarine. Giusto per citarne alcuni. Non a caso lo chiamano il Re Mida dei parchi divertimento. E dopo questa intervista capiamo il perché. E dire che all’inizio era tutta un’altra musica…

Intervista all’Ad di Cinecittà World, Stefano Cigarini

Dopo due anni di pandemia Cinecittà World è ripartito. Come sta andando?
Bene. I due anni sono stati complicati. Giusto per dare qualche numero: 2020 su 2019 ha significato meno 70% come ordine di grandezza, quindi si può immaginare che tipo di ecatombe. Il 2021 su 2020 ha quasi raddoppiato, il 2022 invece pensiamo di fare il risultato pari o superiore a quello del pre-covid. Quindi un dato migliore del 2019. Anche se dire sta andando bene quando uno ha perso il 70% di fatturato due anni fa no, però guardato in prospettiva meglio di quello che ci si poteva immaginare perché abbiamo visto che il pubblico ha reagito subito e appena c’è stata la possibilità di uscire sono calate le restrizioni la domanda è stata massiva. Anche se è molto sensibile e oscillante, basti pensare che nella curva del 2022 gli ultimi 10 giorni mostrano che c’è stata qualche sofferenza. Questo perché c’è stata la ripartenza dei contagi, un po’ anche di pressione mediatica rispetto al tema covid e questo lo vediamo nei dati giorno dopo giorno. Cosa tutta italiana, perché io gestisco parchi all’estero e questa cosa è irrilevante. Le do un dato. Io faccio anche il chief operating officer per un Gruppo russo che si chiama Regions Group, con cui ho un parco a Mosca che si chiama ‘Dream Island’. Cito questo parco a Mosca perché da tre settimane stiamo facendo regolarmente il record di presenze. Tutto questo col covid e con la guerra. Questo per dire che mentre a Cinecittà World noi abbiamo avuto negli ultimi due anni complessivamente 15 mesi di chiusura su per giù, io a Mosca ho avuto 15 giorni negli ultimi due anni e mezzo. Da questo si capisce l’approccio complessivo, culturale, di governo e quant’altro.

Quali sono le novità che sono state introdotte a Cinecittà World?
La prima cosa da dire è che Cinecittà World è l’ultimo in ordine cronologico dei grandi parchi divertimento/tematici italiani. Il settore conta circa 210 parchi, ce ne sono di fatto meno di dieci che si possono dire importanti, almeno per dimensioni. Quindi Cinecittà è l’ultimo apparso sul mercato. Gardaland, per citarne uno, ha quarant’anni alle spalle. Essendo l’ultimo, già il fatto di arrivare sul mercato ha voluto dire fare un parco che aveva alcune innovazioni dentro, perché se devo aprire un parco nel 2015 e ci metto dentro le giostre che erano disponibili nel 1960 o nel secolo precedente non c’era bisogno di venire a Cinecittà World. Detto ciò, tre sono le novità in linea su cui lavoriamo. Numero uno: è un parco esperienziale a tutto tondo, cioè noi non abbiamo solo giostre e attrazioni, in realtà abbiamo esperienze per cui il pubblico entra dietro le quinte dello show business di Cinecittà. Banalmente, in queste settimane abbiamo ospitato’ Italia’s got talent’, che è finita un mesetto fa; venendo in questo periodo lei poteva andare dentro a curiosare nello studio o, se era fortunata, poteva incontrare il conduttore e i vari protagonisti che facevano le prove. Ci sono film che vengono realizzati, giusto per dirne uno in questi giorni abbiamo le riprese di ‘Lolita Lobosco’, la fiction di RaiUno. Se lei andasse al parco oggi o domani entrerebbe sul set con gli attori che stanno girando. Pensi che tipo di esperienza è per un ospite che ha comperato un biglietto e si trova davanti una vera produzione in attività o l’attore preferito. A un primo livello questo è un: ‘vado e vedo’. Ma a un secondo livello è: ‘vado e partecipo’. Perché noi facciamo degli accordi con le produzioni in cui diciamo: noi ti diamo il set, i teatri e così via, ma tu ci lasci scegliere gli attori di seconda fascia, atteso che se fai un film i cui protagonisti sono Raul Bova e Kasia Smutniak sono loro. Ma se c’è da fare un secondo ruolo o una comparsata, questo lo facciamo fare al pubblico del parco, che entra pubblico ed esce attore. A parte un’eccezione: Nanni Moretti che ci ha detto no, ma rispettiamo il maestro anche perché era un tipo di film particolare, ‘Il sol dell’avvenire’. Però se lei veniva qualche estate fa quando abbiamo girato il cinepanettone ‘Natale a Londra’ si trovava nella strada d’ingresso del parco, che è questo set bellissimo fatto da Dante Ferretti per ‘Gangs of New York’ poi riadattato per fare una via di Londra, delle persone in pelliccia, cappotto e guanti perché dovevamo girare ‘Natale a Londra’, e questo è l’approccio utilizzato.

Li scegliete con provini o tirate a sorte?
Se il ruolo è voluto facciamo selezioni, si pre allertano online sezioni casting eccetera, se si tratta di una comparsata li prendiamo anche nella giornata stessa, diciamo: alle due si gira questa scena chi vuol partecipare, e normalmente c’è la folla. È bello e divertente. Terza novità abbiamo messo in questi anni delle attrazioni ‘media based’, cioè noi usiamo pesantemente la tecnologia, cosa che non c’era qualche anno fa, per cui lei oggi a Cinecittà World sale su un cinema volante a 15 metri e fluttua nell’aria e si muove sul film esattamente come la telecamera in soggettiva è una visione diversa del film. E questo lo facciamo in questo cinema volante che si chiama Volarium, premiato come attrazione dell’anno. Poi abbiamo messo la prima attrazione legata a un videogioco, che è anche un film che si chiama ‘Assassin’s Creed’. Attrazione virtuale, mette il caschetto prende un arco e deve uscire da una piramide, nel frattempo lei viene attaccata dai nemici e deve fisicamente uscire, ma sta facendo tutto in virtuale. Siamo in una sorta di Metaverso fisico. Terza attrazione unica in Italia un tunnel immersivo: lei si immagini un treno di tre carrozze in questo grande hangar a bordo di una piattaforma oleodinamica, lei non li vede ma ha schermi tutt’intorno, ha gli occhialetti in 4d e sostanzialmente entra nell’isola dei dinosauri e va a fare il giro tra i dinosauri che le combattono intorno. Questa è la linea. Se veniamo ai giorni nostri, queste settimane le novità sono il parco contactless. Ovvero questo è un progetto che comincia prima del covid, poi durante le varie chiusure gli abbiamo dato una bella accelerata che è questa. Lei oggi può andare a Cinecittà World e fare tutto quello che fa di relazionale con il parco semplicemente dal suo cellulare o computer quindi fa alcune cose che fanno anche gli altri tipo comprare i biglietti. Anche se, per darle la misura, noi vendiamo a oggi l’84% di biglietti online. La media italiana è 30%. Il pubblico non compra solo il biglietto online, ma anche tutti gli accessori agganciati. Come per esempio direttamente dal sito, senza scaricare nessuna app si può comprare il cibo e decidere non solo di comprare un menù, che quello ci arrivano in tanti. Ma decidere cosa mangiare, dove mangiare, a che ora e dove essere servito. Quindi lei sta facendo un giro sulle montagne russe e decide che alle 13 e 40 avere una lasagna al tavolo 12 del ristorante tale. E di fatto quindi non hai incrociato il nostro staff. Ovviamente poi si possono prenotare tutte le attrazioni evitando code. Poi ci sono anche novità più evolute, ma proprio perché sono più evolute la gente non le usa. Tipo abbiamo la geolocalizzazione interna per cui se viene con una sua amica lei clicca sul suo cellulare, l’amica fa lo stesso e sulla cartina interattiva del parco le appaiono i due punti così lei sa dove sta, poi mette attiva percorso e la raggiunge. Tutto questo progetto è una piattaforma che abbiamo sviluppato con una software house con cui lavoriamo da anni e abbiamo deciso di sviluppare questo perchè qualcosa si acquista sul mercato ma sono prodotti generici e non così evoluti e attinenti ai bisogni. Oggi abbiamo una linea di software importante che gira, funziona, non necessita di scaricare niente e si aggancia a magazzino e contabilità. Più semplice farlo che raccontarlo a parole.

E poi c’è il Roma World: vivi un giorno da antico Romano…

Esatto, e questo rientra nel progettone, quello più ampio. Facciamo però un passo indietro. Cinecittà World nasce con una intuizione di cui sono parzialmente colpevole, nel senso che a fine anni ’90 Cinecittà viene privatizzata dopo esser stata per 60 anni azienda pubblica che aveva una missione culturale, anche se perdeva un po’ di soldi ogni anno. Venne privatizzata, all’epoca Ministro del tesoro era Ciampi e viene data ingestione a Luigi Abete, che usciva da Confindustria e aggrega una serie di imprenditori. Soprattutto del mondo del cinema, come De Laurentis e Cecchi Gori, ma anche altri imprenditori con cui aveva lavorato come Della Valle. Quindi c’era questo pacchetto di imprenditori che va a gestire Cinecittà, quella storica che conosciamo: gli studios. Io vengo chiamato nel 2000 a fare l’Ad e sostanzialmente lavoro al progetto di sviluppo in cui rientra anche un parco a tema. Da lì nasce il progetto di Cinecittà World. Poi le strade per un po’ si dividono, vado a far e altro e Cinecittà World viene aperta con l’acquisto di 150 ettari di terra nella location dove si trova oggi, ovvero a Castel Romano. E viene aperto con l’idea a lungo termine di creare il resort, e cioè la destinazione turistica completa. Come si fa a Disneyland per intenderci, dove lei ha più parchi, ha l’offerta alberghiera eccetera. Questa cosa però non si realizza, perchè quando sei anni fa il parco è stato aperto non è partito bene. I primi due anni sono stati negativi. Poi hanno fatto un cambio di management e io arrivo nel terzo anno di apertura. Da lì il parco è riuscito ha preso la sua crescita importante. Giusto per dare un dato: +360% di visitatori tra 2016 e 2019 che è il tasso di crescita più alto riscontrato nel settore negli ultimi decenni. Da trentesimo parco italiano diventa il quarto, e il primo per volumi del centro Italia. Tutto questo risultato, ottenuto nonostante il blocco del covid, porta per la prima volta di andare in utile nel 2019 e anche quest’anno faremo un bilancio in utile. Anche se poi pure nel 2021 abbiamo avuto comunque un bilancio positivo. Ma tutto questo porta soprattutto a riaprire il progetto di sviluppo: creare tre mondi. Uno: il parco del cinema. E quindi Cinecittà World con 40 attrazioni, 6 spettacoli e 7 aree a tema. Un progetto che crescerà, ma l’imprinting è già dato. Due: creare un parco acquatico, anche sulla scorta del fatto che andiamo verso un clima più caldo in cui sicuramente cercheremo più spesso refrigerio. Il parco acquatico si chiamerà Acqua World e per inciso noi inauguriamo sabato prossimo la seconda delle attrazioni del futuro Acqua World, che poi diventerà un parco tematico a sé stante su 4 ettari. Il terzo progetto, ultimo ma che in potenza può rischiare di diventare più importante, si chiama Roma World. E si basa su un concetto: noi diamo a chi visita Roma la possibilità di vivere una giornata da antico romano. Perchè pensiamo, e vedremo se il tempo darà ragione a questa intuizione, che la grande maggioranza di turisti che vengono a Roma lo fanno per una promessa che non viene poi soddisfatta dalla città. E cioè: io vengo a Roma per quel grande immaginario che è la storia degli antichi romani. È come se io visitando l’Arizona vado a cercare le zone degli indiani e pellerossa e poi scopro che vivono in moderni appartamenti. In qualche modo quell’immaginario lì non mi torna. Se uno viene a Roma trova dei musei bellissimi, offerte archeologiche bellissime però vuote e spente. Il Colosseo è bellissimo, non c’è al suo interno tutto quello per cui era famoso. Noi semplicemente abbiamo intenzione di farlo. Vogliamo dare un’esperienza. E quindi dare la possibilità a coloro che visitano Roma di venire a vivere la Roma che hanno nella loro testa e nel loro cuore. Che è quella che hanno imparato nei film, nei libri e nell’iconografia collegata. Questa è l’idea di Roma World. Abbiamo aperto da qualche settimana una prima fase con 5 ettari che comprendono un accampamento, quindi la Roma degli inizi in mezzo alla natura e al bosco con tende per dormire nel villaggio, con la taberna in cui si mangia cibo degli antichi romani e alcune attività come l’aera gladiatori, dove le persone possono fare il corso coi primi rudimenti per diventare gladiatori in un giorno. Oppure c’è l’area dei rapaci con gli spettacoli di falconeria e la possibilità di mettersi la prova. Poi ci sono alcune attività nel bosco, un’area per i bambini, il tiro con l’arco, una fattoria. E poi c’è in quest’area un set importante che è quello di ‘Ben Hur’. Noi abbiamo ospitato a Cinecittà in via Tuscolana il capolavoro degli anni ‘50. Poi quel set è crollato. Il remake del film è stato fatto a Cinecittà World nel 2016, e oggi noi siamo proprietari di quel set con una spettacolare ricostruzione del Circo Massimo lunga ben 260 metri, 2 volte lo Stadio Olimpico per intenderci. E il set di ‘Ben Hur’ è parte dell’esperienza. Il progetto di sviluppo di Roma World prevede insomma che noi andremo pian piano a ricostruire Roma e a far rivivere tutte quelle attività che l’hanno resa un pezzo importante dell’immaginario di questo pianeta.

Ora capisco perché la chiamano il Re mida dei parchi divertimento: lei è veramente un tornado di idee e di entusiasmo. Però tutto parte da Lucio Dalla giusto?
A volte è semplicemente che uno si trova nel posto giusto al momento giusto. Io ho cominciato nell’entertainment, ho iniziato con la musica con Lucio Dalla, mi sono occupato di web, poi di cinema e televisione, ho lavorato per anni in Ferrari per tutto ciò che riguarda le varie declinazioni del mondo Ferrari. Quello dei parchi è un settore chiuso e autoalimentato. Nel senso che nel settore industriale i manager cambiano, e quindi si arricchiscono. Quando sono arrivato nei parchi è capitato delle volte che dicevo: ma perché fate così? E la risposta era: perché si è sempre fatto così. Per cui moltissime volte nei parchi in cui ho fatto consulenza abbiamo adottato soluzioni che non c’entravano niente apparentemente con i parchi. E questo nasce dal fatto che uno ha abbracciato anche ambiti differenti. Poi i risultati arrivano. Io mi appunto come medaglietta di aver salvato Zoomarine. Del resto anche la situazione di Cinecittà World era una situazione grave, da libri in tribunale. Oggi è una azienda che si avvia a diventare forse nei prossimi anni tra i primi parchi italiani. Però il merito è anche che quando è così ti danno anche i mezzi. Venendo a Lucio Dalla, io ho iniziato con lui. E’ il mio primo datore di lavoro, la persona che mi ha scaraventato nel mondo del lavoro a 23 anni. E’ ad oggi una delle tre persone che io… Se ho avuto una fortuna nella vita è quella di avere grandi maestri. Il primo è stato lui. Il mio capo in Ferrari si chiamava Sergio Marchionne, e lavorare con personalità così ti apre completamente. Ti fa dire: lui che avrebbe fatto in questa situazione? Tornando a Lucio, io ero uno studentello del Dams a Bologna e dovevo fare la tesi di laurea sul marketing discografico. E avevo intervistato un po’ di gente del mondo discografico. Un giorno lo incontro vicino Piazza Maggiore che stava lì, io ero con una compagna di università e lo vedo con due signori che gli parlano e lui che ascolta ma si vedeva dalla fisiognomica che era in imbarazzo. Era rigido. Allora ho preso coraggio e ho fatto la faccia tosta e facendo finta di conoscerlo gli ho detto: ma Lucio, ti stiamo aspettando in studio da ore. E me lo son preso sotto braccio fino a oltre l’angolo. Lui ha capito. C’è stata intesa subito, poi ovviamente dietro l’angolo e l’ho mollato e lui mi fa: ti devo un favore. Allora io gli ho detto che volevo intervistarlo per la tesi. Quando ha tempo e voglia, gli dico. E lui mi fa una di quelle risposte che poi ne avrei avute tante negli anni: io ho tempo adesso, poi sono impegnato per i prossimi trent’anni. E allora mi son buttato, ci mettiamo a camminare e mentre camminavamo cercavo di fargli delle domande. Ma lui era curioso dieci volte più di me. E così alla fine arriviamo ad un portone che poi ho scoperto esser casa sua e io non ero riuscito a fargli una domanda. Siccome mi ha visto mogio mi ha detto: vabbè ma mica è finita. E per farla breve quei venti minuti son diventati una giornata. Mi ha portato in tutti i luoghi di lavoro, in studio alla fine mi ha fatto accompagnare dal suo autista e mi ha dato un fogliettino col suo numero di telefono e con su scritto: noi lavoreremo insieme. Dopo due settimane lavoravamo insieme. Ce l’ho ancora conservato quel fogliettino.
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