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Cina: niente contagi da 22 giorni, Xi Jinping progetta la ripartenza

 
Cina: niente contagi da 22 giorni, Xi Jinping progetta la ripartenza
La Cina prova ufficialmente a ricominciare: da epicentro della pandemia globale da Covid-19, ora il paese guidato da Xi Jinping sembra essere finalmente riuscito a mettersi alle spalle la crisi causata dal Coronavirus registrando zero contagi negli ultimi 22 giorni.

Una piccola vittoria raggiunta con sacrifici immensi e misure forse ben oltre il draconiano, adesso c'è il compito più difficile per l'intera Nazione e cioè quello di riuscire a rialzare la testa dopo un crisi mai vista e il leader del paese si è già messo in moto.

Dalla riflessione pubblicata sul Sole 24 Ore, emerge che Xi Jinping stia già cominciando a mandare messaggi ben precisi alla sua popolazione visitando campi agricoli, aziende, centri tecnologici che hanno sofferto lo shock economico causato dall'emergenza sanitaria. L'obiettivo di questo "tour" è mostrare ai cittadini che il meccanismo produttivo deve ripartire più forte di prima e con dei necessari cambiamenti.

Il primo dei quali sembra poter essere quello di una maggiore indipendenza dalle altre potenze mondiali, in particolare dagli Stati Uniti con cui i rapporti diplomatici sono sempre peggiori (in attesa del risultato delle presidenziali di novembre). Diminuire la dipendenza dalle economie estere è un traguardo da raggiungere, specialmente perché il periodo storico è ricco di incertezze e la Cina rischia di essere al centro di "venti contrari": a questo proposito, ci si pone l'obiettivo di aumentare i consumi interni e migliorare esponenzialmente la produzione di tecnologia base nel paese.

Stando all'analisi di Biagio Simonetta, il modello che Xi Jinping vuole attuare sarà quello della "doppia circolazione" con il paese che si affiderà a un rafforzato ciclo di innovazione e crescita della domanda interna in modo da rimettere in modo l'economia. Questa politica è da tempo nella mente del leader ma con la necessità di tagliare i rapporti di interdipendenza con le nazioni estere, potrebbe essere accelerato a partire dalla presentazione del prossimo piano di sviluppo quinquennale prevista per dicembre 2020.

Si tratta comunque di un traguardo complicato da raggiungere, in particolare per la grossa disuguaglianza che è riscontrabile nella popolazione attuale con una fascia di cittadini più poveri che difficilmente aiuteranno ad aumentare i consumi senza la sicurezza di un reddito. Più fattibile invece gli investimenti sullo sviluppo tecnologico che punta a interrompere la dipendenza nel settore dagli Stati Uniti, senza però chiudere totalmente le porte agli investitori che ora più che mai rappresenterebbero ossigeno per un paese che all'inizio dell'anno ha vissuto l'inferno e ora cerca di uscirne in ogni maniera possibile.
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