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Nuovo Codice della strada alla Corte Costituzionale: dubbi sulla norma contro la guida dopo l'uso di droghe

- di: Cristina Volpe Rinonapoli
 
Nuovo Codice della strada alla Corte Costituzionale: dubbi sulla norma contro la guida dopo l'uso di droghe
Il nuovo Codice della strada approvato nei mesi scorsi finisce davanti alla Corte Costituzionale. In particolare, sotto la lente dei giudici c'è l’articolo che prevede sanzioni penali per chi si mette alla guida dopo aver assunto sostanze stupefacenti, anche in assenza di uno stato di alterazione. Alcuni tribunali hanno sollevato dubbi di legittimità costituzionale, ritenendo che la norma possa violare il principio di proporzionalità della pena e quello della presunzione di innocenza.

Nuovo Codice della strada alla Corte Costituzionale

Secondo le ordinanze di rimessione, la disposizione contestata entrerebbe in conflitto con tre articoli fondamentali della Costituzione: l’articolo 3, che sancisce il principio di uguaglianza; l’articolo 13, che tutela la libertà personale; e l’articolo 27, che stabilisce che la responsabilità penale è personale e presuppone la colpevolezza. Il punto critico sarebbe la previsione di una sanzione automatica legata alla sola positività ai test, indipendentemente dalla concreta alterazione delle capacità di guida.

La differenza con la normativa precedente

Nel regime precedente, per la punibilità era necessario dimostrare che l’assunzione di droghe aveva effettivamente alterato la capacità di condurre un veicolo. Il nuovo Codice, invece, considera sufficiente la semplice presenza di sostanze nel corpo del conducente, senza la necessità di accertare uno stato di alterazione psicofisica. Una scelta legislativa che il governo ha giustificato con l'esigenza di rafforzare la prevenzione, ma che ora viene contestata sotto il profilo della compatibilità costituzionale.

Il nodo dell'automaticità della sanzione

I giudici che hanno sollevato la questione sottolineano che l'automatismo introdotto potrebbe portare a punire condotte non effettivamente pericolose. Un soggetto che abbia assunto sostanze giorni prima, senza più alcun effetto attivo, potrebbe essere comunque perseguito penalmente. Una situazione che, secondo i ricorrenti, comprimerebbe in modo sproporzionato i diritti fondamentali, trasformando un fatto privo di rilevanza penale in un reato.

I tempi della decisione

La Corte Costituzionale dovrà ora calendarizzare la discussione della questione. La decisione potrebbe arrivare entro la fine dell'anno, considerata la rilevanza della materia e il numero crescente di processi sospesi in attesa di chiarimenti. Una sentenza di accoglimento potrebbe costringere il legislatore a rivedere nuovamente la disciplina, modulando meglio la distinzione tra uso pregresso di stupefacenti e alterazione alla guida.

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