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Ucraina, la Casa Bianca: "Il presidente Trump determinato a fermare il massacro"

- di: Cristina Volpe Rinonapoli
 
Ucraina, la Casa Bianca: 'Il presidente Trump determinato a fermare il massacro'

Le diplomazie mondiali guardano con crescente attenzione verso Anchorage, in Alaska, dove il 15 agosto è in programma un incontro ad altissima tensione tra il presidente degli Stati Uniti Donald Trump e il leader russo Vladimir Putin. Un vertice che, secondo la Casa Bianca, rappresenta un’occasione cruciale per fermare l’escalation di violenze in Ucraina e avviare un processo di pace. “Il presidente è determinato a mettere fine al massacro”, hanno ribadito fonti dell’amministrazione americana, sottolineando come Washington voglia imprimere una svolta alla crisi.

Ucraina, la Casa Bianca: "Il presidente Trump determinato a fermare il massacro"

L’agenda dell’appuntamento è stata oggetto di fitte trattative nelle ultime ore. Ieri si è svolta una telefonata tra il ministro degli Esteri russo Sergej Lavrov e il senatore repubblicano Marco Rubio, incaricato di seguire da vicino la preparazione del vertice. Secondo fonti diplomatiche, il colloquio si è concentrato sui temi della sicurezza, sui possibili scenari di tregua e sui nodi territoriali ancora aperti. Oggi, invece, Trump ha partecipato a una videoconferenza con i leader dell’Unione Europea. Da Bruxelles è arrivata una linea chiara: qualsiasi negoziato con Mosca dovrà partire dal presupposto di un cessate il fuoco immediato, condizione indispensabile per avviare un confronto politico.

La posizione di Kiev

Dall’Ucraina, il presidente Volodymyr Zelensky ha accolto con cautela la prospettiva di un dialogo diretto tra Trump e Putin. In un intervento pubblico, ha definito il vertice in Alaska “una vittoria personale del presidente russo”, spiegando che la semplice concessione di un incontro bilaterale ad alto livello può essere letta come un riconoscimento internazionale della sua posizione. Zelensky, tuttavia, ha ribadito con forza che Kiev “non cederà mai il Donbass”, sottolineando che la sovranità e l’integrità territoriale dell’Ucraina “non sono negoziabili”.

Mosca prepara nuove offensive
Sul terreno, la situazione resta estremamente delicata. Fonti militari di Kiev riferiscono che l’esercito russo starebbe pianificando nuove offensive coordinate su tre fronti: nella regione di Zaporizhzhia, nella zona strategica di Pokrovsk e nell’area di Novopavlivka. Secondo l’intelligence ucraina, Mosca punterebbe a creare una pressione simultanea su più direttrici per indebolire le difese e spingere Kiev a concessioni al tavolo negoziale.

Il significato storico dell’incontro
L’appuntamento in Alaska, pur non garantendo soluzioni immediate, appare come un passaggio decisivo. La storia recente ricorda come i vertici tra leader di potenze contrapposte possano, talvolta, cambiare il corso degli eventi: da Reagan e Gorbaciov durante la Guerra fredda fino agli incontri simbolici di fine secolo. Per Trump e Putin, l’incontro del 15 agosto si inserisce in un contesto internazionale ancora più complesso, segnato da guerre regionali, tensioni economiche e nuove sfide di sicurezza globale.

L’Europa teme l’esclusione
Sul fronte europeo, la prudenza è d’obbligo. Diverse capitali temono che un’intesa bilaterale tra Washington e Mosca possa marginalizzare il ruolo dell’UE nel processo di pace. Da qui l’insistenza di Bruxelles nel ribadire la necessità di un approccio multilaterale e di garanzie internazionali. Per l’Ucraina, ogni concessione senza un ritiro delle truppe russe rischierebbe di tradursi in un indebolimento strategico irreversibile.

La posta in gioco
A pochi giorni dal vertice, le diplomazie continuano a tessere la fitta trama di incontri e scambi informali che accompagnano ogni appuntamento di questo genere. La posta in gioco, tuttavia, va ben oltre i rapporti bilaterali: in Alaska si giocherà una partita che riguarda l’equilibrio dell’intero continente europeo e la credibilità delle istituzioni internazionali nel far rispettare il diritto e la sovranità degli Stati.

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