Inflazione, Confcommercio: "Economia italiana vitale, ma resta l'incertezza"

- di: Redazione
 

Secondo le stime preliminari dell'Istat, a febbraio l'inflazione è rimasta ferma allo 0,8% rispetto allo stesso mese dello scorso anno, mentre su base mensile è aumentata dello 0,1%. Questo equilibrio è dovuto principalmente all'affievolirsi delle tensioni sui prezzi dei beni alimentari, non lavorati e lavorati, i cui effetti compensano il minor calo di quelli dei beni energetici. In particolare, su base tendenziale questi ultimi sono risaliti al -17,3% rispetto al -20,5% di gennaio.

Inflazione, Confcommercio: "Economia italiana vitale, ma resta l'incertezza"

I prezzi dei beni alimentari, per la cura della casa e della persona rallentano su base tendenziale da +5,1% a +3,7%, come quelli dei prodotti ad alta frequenza d'acquisto (da +3,5% di gennaio a +2,9%). L'inflazione di fondo si attesta al +2,4% (era +2,7% nel mese precedente), mentre quella acquisita per il 2024 è pari a +0,5% per l'indice generale e a +1,1% per la componente di fondo.

L'Ufficio Studi di Confcommercio ha così commentato: "I dati diffusi il primo marzo confermano la presenza di un quadro congiunturale caratterizzato dall’incertezza, in cui si sovrappongono elementi positivi e negativi, come già emerso dall’andamento della fiducia di famiglie e imprese. La contenuta riduzione degli occupati registrata a gennaio su dicembre, seppure non sia un segnale positivo, va valutata con molta cautela. Il ridimensionamento si inserisce in una fase di prolungata crescita dei livelli occupazionali (da gennaio del 2022 l’incremento è stato di 883mila unità) che ha già mostrato degli occasionali stop, prontamente rientrati. Motivo che porta a sospendere il giudizio sulla possibilità che sia iniziata una fase meno favorevole. Non vanno, comunque, trascurati i segnali di difficoltà che emergono sul versante dell’occupazione autonoma (-24mila unità sul mese) e la preoccupante uscita dal mercato di una parte della popolazione più giovane (+81mila inattivi tra i 15 e i 34 anni rispetto a dicembre). Elemento quest’ultimo che, al netto della componente demografica, potrebbe indicare criticità nell’incontro tra domanda ed offerta di lavoroPer contro segnali positivi continuano ad emergere sul versante dei prezzi: la situazione, al netto del riacutizzarsi di alcune tensioni sui prezzi degli energetici, si conferma sotto controllo, come sottolinea anche il progressivo rientro dell’inflazione di fondo, fenomeno diffuso nell’eurozona.  La stabilizzazione dei prezzi, con un rientro delle dinamiche anche per i prodotti, come gli alimentari, che le famiglie acquistano con maggior frequenza, e che contribuiscono in misura significativa alla percezione dell’inflazione, potrebbe spingere i consumi delle famiglie sostenendo la crescita del 2024. Crescita che potrebbe, come accaduto per il 2023, riservare sorprese in positivo. Il dato dello scorso anno, superiore alle prime indicazioni, conferma la vitalità dell’economia italiana che ha saputo reagire in modo molto positivo alla crisi indotta dal Covid-19 con un Pil che nel 2023 è risultato superiore del 3,5% a quello del 2019".

Confesercenti ha poi commentato in una nota: "
Frenata di inizio anno per il lavoro, che a gennaio registra 34mila occupati in meno rispetto a dicembre 2023. Una flessione trainata dal calo dei lavoratori indipendenti, che in un mese perdono 24mila unità. Un crollo sui cui pesano anche le chiusure di attività nel terziario e, in particolare, nel commercio al dettaglio. Il calo degli autonomi di gennaio conferma il trend di riduzione strutturale dell’universo dei lavoratori indipendenti, che non ha ancora recuperato – al contrario del lavoro dipendente – i livelli pre-pandemia. Una tendenza discendente aggravata dalle difficoltà dei negozi, che pagano la frenata delle vendite dovuta all’inflazione. Nel corso del 2023, hanno cessato l’attività oltre 58mila imprese del commercio al dettaglio, di cui 43mila ditte individuali, a fronte di sole 23mila nuove aperture. Bisogna dunque continuare a monitorare con attenzione cosa accade alle piccole imprese del commercio, sia sul versante della nati-mortalità che dell’occupazione. Anche perché – nonostante il rallentamento dell’inflazione – persistono numerosi fattori di incertezza. A partire dalle tensioni internazionali e dal rallentamento della crescita globale, che coinvolge anche molte economie europee, alcune delle quali entrate già in recessione. Anche il fronte dell’inflazione è ancora aperto: la stabilizzazione segnalata a febbraio è senz’altro positiva, ma preoccupa il rallentamento della discesa dei prezzi degli energetici, che potrebbe preludere ad un rientro dall’inflazione più lungo del previsto. Frenata di inizio anno per il lavoro, che a gennaio registra 34mila occupati in meno rispetto a dicembre 2023. Una flessione trainata dal calo dei lavoratori indipendenti, che in un mese perdono 24mila unità. Un crollo sui cui pesano anche le chiusure di attività nel terziario e, in particolare, nel commercio al dettaglio. Il calo degli autonomi di gennaio conferma il trend di riduzione strutturale dell’universo dei lavoratori indipendenti, che non ha ancora recuperato – al contrario del lavoro dipendente – i livelli pre-pandemia. Una tendenza discendente aggravata dalle difficoltà dei negozi, che pagano la frenata delle vendite dovuta all’inflazione. Nel corso del 2023, hanno cessato l’attività oltre 58mila imprese del commercio al dettaglio, di cui 43mila ditte individuali, a fronte di sole 23mila nuove aperture. Bisogna dunque continuare a monitorare con attenzione cosa accade alle piccole imprese del commercio, sia sul versante della nati-mortalità che dell’occupazione. Anche perché – nonostante il rallentamento dell’inflazione – persistono numerosi fattori di incertezza. A partire dalle tensioni internazionali e dal rallentamento della crescita globale, che coinvolge anche molte economie europee, alcune delle quali entrate già in recessione. Anche il fronte dell’inflazione è ancora aperto: la stabilizzazione segnalata a febbraio è senz’altro positiva, ma preoccupa il rallentamento della discesa dei prezzi degli energetici, che potrebbe preludere ad un rientro dall’inflazione più lungo del previsto".

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