Cuba sta affrontando una delle peggiori crisi energetiche della sua storia, con blackout diffusi che lasciano circa il 60% del paese senza elettricità. L’Unione Elettrica di Cuba (UNE) ha annunciato un deficit record di 1.870 megawatt, aggravato dal recente guasto dell’unità 1 della centrale termoelettrica di Felton, a Holguín, appena quattro giorni dopo un intervento di manutenzione durato dieci giorni.
Infrastrutture obsolete e mancanza di investimenti
Le cause di questa crisi sono molteplici. Le centrali termoelettriche cubane, molte delle quali risalenti all’era sovietica, soffrono di una manutenzione insufficiente e di una mancanza cronica di investimenti. La centrale Antonio Guiteras, una delle più importanti del paese, ha subito numerosi guasti negli ultimi mesi, contribuendo significativamente ai blackout.
Carenza di combustibili e dipendenza dalle importazioni
La situazione è ulteriormente complicata dalla carenza di combustibili. Le forniture di petrolio dal Venezuela, tradizionale alleato di Cuba, sono diminuite drasticamente, e le sanzioni internazionali limitano l’accesso dell’isola ai mercati energetici globali. Di conseguenza, molte centrali di generazione distribuita sono fuori servizio per mancanza di carburante, causando una perdita di oltre 500 MW nella capacità di generazione.
Impatto sulla popolazione e tensioni sociali
I blackout prolungati hanno un impatto devastante sulla vita quotidiana dei cubani. Oltre al disagio causato dalla mancanza di luce e aria condizionata in un clima torrido, le interruzioni elettriche compromettono la conservazione degli alimenti, l’accesso all’acqua potabile e il funzionamento dei servizi sanitari. A Cienfuegos, città di 177.000 abitanti, i residenti hanno affrontato oltre 26 ore consecutive senza elettricità, paralizzando le attività quotidiane.
Questa situazione ha alimentato il malcontento sociale. Nel 2024, l’osservatorio cubano dei conflitti ha registrato quasi settecento manifestazioni legate alla carenza di servizi essenziali come elettricità, acqua e trasporti. Le autorità hanno risposto con misure repressive, arrestando diversi manifestanti e limitando l’accesso a internet per impedire l’organizzazione di proteste.
Conseguenze economiche e prospettive future
La crisi energetica ha avuto ripercussioni significative sull’economia cubana. Nel 2024, il paese ha registrato una crescita economica pari a zero, con una contrazione dell’1,9% nel 2023. Il ministro dell’Economia, Joaquín Alonso Vázquez, ha attribuito questa stagnazione ai problemi energetici e agli eventi meteorologici avversi che hanno colpito l’isola.
Per il 2025, le prospettive rimangono cupe. Il governo prevede una crescita economica di appena l’1%, insufficiente a compensare le perdite subite. Gli esperti sottolineano la necessità di riforme strutturali nel settore energetico, inclusa la diversificazione delle fonti di energia e l’attrazione di investimenti stranieri per modernizzare le infrastrutture obsolete.
In definitiva, la crisi energetica a Cuba evidenzia le fragilità di un sistema dipendente da infrastrutture datate e da forniture esterne di combustibili. Senza interventi significativi e una revisione del modello economico, l’isola rischia di affrontare ulteriori blackout e un peggioramento delle condizioni di vita per la sua popolazione.
(Foto: il presidente di Cuba, Miguel Diaz-Canel)