Le principali piazze finanziarie europee aprono la giornata in deciso calo, scosse da un nuovo clima di incertezza commerciale. A innescare l'ondata di vendite è l’attesa per l'annuncio formale del presidente degli Stati Uniti Donald Trump riguardo all’imposizione di nuove tariffe bilaterali, che potrebbero entrare in vigore già dal primo agosto in assenza di un accordo con l’Unione europea. Una mossa anticipata da indiscrezioni sulla lettera che la Casa Bianca sta per inviare alle istituzioni comunitarie e che alimenta il timore di una nuova escalation nella guerra commerciale transatlantica.
La nuova scossa dei dazi mette sotto pressione le Borse europee
Milano è il mercato più penalizzato: il Ftse Mib cede l’1,1%, segnando la peggiore performance del continente. Seguono Francoforte, in calo dello 0,8%, Parigi con -0,7% e Londra che limita le perdite a un -0,2%. Anche oltreoceano si registra una flessione nell’umore degli operatori, con i future sul Nasdaq in calo dello 0,4% e quelli sull’S&P 500 dello 0,5%, segno che la giornata sarà complessa anche per Wall Street.
L’allarme dell’Abi e le paure del sistema bancario
A lanciare un grido d’allarme è il presidente dell’Associazione Bancaria Italiana, Antonio Patuelli (nella foto), che durante la relazione all’assemblea annuale dell’Abi ha sottolineato il pericolo rappresentato dall’adozione di politiche protezionistiche da parte delle grandi economie mondiali. “Occorre disinnescare il protezionismo e i dazi per evitare effetti sui mercati e sulle banche e una nuova recessione”, ha detto, riferendosi apertamente all’atteggiamento dell’amministrazione Trump e alla possibilità di un impatto a catena su consumi, export e crediti bancari.
Secondo Patuelli, le tensioni commerciali potrebbero avere ricadute pesanti non solo sulla crescita europea, ma anche sulla tenuta delle economie più esposte alle esportazioni, come quella italiana. In un contesto già segnato da fragilità strutturali, il ritorno di misure doganali rigide rischia di innescare una spirale recessiva che colpirebbe imprese e famiglie, mettendo a rischio l’erogazione del credito e la stabilità finanziaria.
Gli effetti sui titoli bancari e il contesto globale
Il settore bancario è tra i più colpiti dalla giornata negativa sui listini: pesano le preoccupazioni per la frenata dell’economia globale e la prospettiva di nuove difficoltà nella raccolta e nella redditività. Gli investitori fuggono dagli asset più esposti al rischio sistemico, con vendite generalizzate sui titoli del credito. A influenzare il quadro è anche la posizione incerta della Banca Centrale Europea, che si trova stretta tra la necessità di sostenere la crescita e l’obbligo di mantenere un approccio prudente sul fronte inflazionistico.
Nel frattempo, il contesto internazionale si complica ulteriormente con il rafforzarsi della retorica aggressiva tra Stati Uniti e Cina, che nonostante alcuni segnali di distensione continuano a mantenere barriere tariffarie reciproche su una vasta gamma di prodotti. A ciò si aggiunge l’instabilità in Medio Oriente e le incertezze legate alle elezioni presidenziali statunitensi, in un ciclo che appare sempre più guidato dagli umori geopolitici.
Attesa per le prossime mosse di Trump e reazioni europee
Le prossime ore saranno decisive per comprendere la reale portata delle intenzioni del presidente Trump. Secondo fonti vicine al Dipartimento del Commercio, la lettera in arrivo all’Ue conterrà un ultimatum esplicito per una rinegoziazione degli accordi commerciali, pena l’introduzione automatica di tariffe punitive. Il contenuto della missiva, atteso tra oggi e domani, potrebbe riguardare settori strategici come l’acciaio, l’agroalimentare e l’automotive, e rappresenterebbe una nuova fase nella strategia trumpiana di rinegoziazione degli scambi internazionali.
Bruxelles, intanto, prepara la sua risposta. Fonti della Commissione europea parlano di “consultazioni in corso” tra i commissari competenti e di un possibile piano di contromisure nel caso in cui Washington dovesse effettivamente procedere con i dazi. La presidente della Commissione Ursula von der Leyen ha convocato una riunione straordinaria dei vertici economici per valutare il da farsi e cercare di evitare una rottura diplomatica che metterebbe a rischio miliardi di euro di scambi commerciali.