L’accordo al 15% tiene banco, ma resta una partita piena di incognite.
Nel caldo tavolo di Bruxelles e Washington, l’intesa sui dazi Ue‑Usa emerge oggi come un equilibrio fragile. Dopo l’accordo politico tra Ursula von der Leyen e Donald Trump a fine luglio, è scattata l’aliquota fissa del 15% su vino e liquori europei dal 1° agosto, senza esenzioni certe per i prodotti strategici. Quanto ad auto e farmaci, i negoziati restano in alto mare.
Greer: “I dazi sono quasi definitivi e non dovrebbero essere negoziabili nell’immediato”
Jamieson Greer, rappresentante commerciale degli Stati Uniti, ha chiarito il 3 agosto che “i dazi sono quasi definitivi e non dovrebbero essere negoziabili nell’immediato”. In più, ha legittimato l’uso dei dazi come strumento geopolitico, citando il caso Brasile, in cui sono stati usati per motivi politici, come il processo all’ex presidente Bolsonaro.
Entrate Usa record: 152 miliardi incassati
Secondo il Tesoro Usa, tra aprile e inizio agosto la Casa Bianca ha raccolto 152 miliardi di dollari da dazi, il doppio rispetto allo stesso periodo dell’anno fiscale precedente. Una rendita che Trump rivendicherà con orgoglio politico.
Cosa resta fuori e cosa resta rimandato
- Auto & componentistica: mantengono l’attuale aliquota del 27,5% (2,5% base più 25% sotto Sezione 232), poiché il dazio al 15% non si applica a settori già soggetti a tariffe superiori.
- Farmaci e microchip: attualmente sotto indagine, rientrano nel regime “zero‑zero” con possibilità di restare al 15% massimo, ma solo dopo l’esito della Sezione 232.
- Vino, agroalimentare, moda: dazi applicati senza sconti, anche se l’Ue spinge per esenzioni su Dop, Igp e prodotti di lusso.
Impatto sul Made in Italy
Secondo analisi di Confindustria e Coldiretti, l’effetto sui settori chiave sembra pesante: si stima una perdita di export in Italia tra 22,6 miliardi di euro e un calo di PIL pari allo 0,5%. In particolare:
- Auto e macchinari: circa 1,2 miliardi di euro in più di costi tariffari
- Vino: impatto stimato oltre 290 milioni di euro
- Olio, pasta e moda: rincari che sfiorano 1,8 miliardi di euro complessivi
Il Consorzio Parmigiano Reggiano ha commentato che, sebbene il 15% sia un miglioramento rispetto al picco precedente del 25%, “ogni barriera al libero commercio resta un limite ingiusto”.
Le incognite aperte
- L’intesa globale, prevista per settembre, potrebbe essere rimandata a causa delle resistenze politiche e tecniche. Rimane da capire se altri settori strategici otterranno eccezioni tariffarie.
- Von der Leyen spera di congelare temporaneamente l’aumento per 6 mesi, ma l’opposizione interna è forte. Il M5S ha addirittura proposto una mozione di sfiducia nei confronti della presidente della Commissione.
Una resa dei conti a tutto campo?
La trattativa sui dazi Ue‑Usa rischia di trasformarsi in una resa dei conti a tutto campo. Da Bruxelles, l’Ue promette nuove esenzioni e limiti al 15%, ma da Washington la linea resta rigorosa e geopolitica. Il Made in Italy sente il colpo, e al rientro dalle vacanze continentali il clima politico europeo promette tensioni ancora più alte.