Il monitoraggio sugli indicatori reali del deficit pubblico evidenzia, per l’area euro, un disavanzo pari al -3,16% sul periodo. La fotografia d’insieme segnala un contesto eterogeneo, con alcuni Paesi che mantengono margini positivi e altri che registrano un forte deterioramento delle finanze pubbliche.
Deficit pubblico, quadro globale in peggioramento: Cina, Brasile e Stati Uniti guidano i disavanzi
Tra le economie dell’Eurozona, si distinguono per saldo migliore Irlanda (+1,05%), Danimarca (+1,80%) e Lussemburgo (-1,06%), mentre il Portogallo chiude con un dato leggermente positivo allo +0,15%.
Sul fronte opposto, i maggiori disavanzi dell’Unione riguardano Belgio (-5,53%), Francia (-5,44%) e Finlandia (-4,56%), segnali di pressione persistente sui bilanci pubblici.
Italia al -3,30%, in linea con la media dell’area euro
L’Italia registra un deficit pari al -3,30%, un livello che si colloca in prossimità del valore medio dell’Eurozona e che riflette una dinamica di progressiva stabilizzazione rispetto ai picchi osservati negli anni successivi alla pandemia. Germania e Spagna si attestano rispettivamente al -2,52% e al -2,72%, mentre la Grecia presenta un quasi pareggio di bilancio (-0,01%), risultato significativo nel percorso di consolidamento avviato da Atene.
Stati Uniti, Brasile e Cina tra i saldi peggiori
Fuori dall’Europa, il quadro è segnato da squilibri più marcati. Gli Stati Uniti registrano un disavanzo pari al -7,37%, uno dei più elevati tra le economie avanzate, mentre Brasile (-8,40%) e Cina (-8,57%) mostrano livelli particolarmente accentuati di deficit, riflesso di politiche fiscali espansive e di contesti macroeconomici ancora in fase di riequilibrio.
L’India chiude con un disavanzo del -7,11%, mentre la Russia si colloca intorno al -2,74%, dato che riflette la ristrutturazione delle finanze pubbliche in un contesto di guerra e sanzioni.
I Paesi più virtuosi: Svizzera, Danimarca e Portogallo
Tra gli indicatori positivi spiccano la Svizzera (+0,26%), la Danimarca (+1,80%) e il già citato Portogallo (+0,15%). Questi risultati riflettono un impianto di bilancio più solido, sostenuto da crescita economica stabile, basi fiscali ampie e politiche prudenziali nelle fasi cicliche più complesse. Anche l’Irlanda conferma un profilo di forte resilienza legato alla sua struttura economica ad alta presenza multinazionale.
Pressioni fiscali diffuse e traiettorie divergenti
Il quadro complessivo mostra economie avanzate e emergenti alle prese con sfide comuni: rallentamento della crescita, costi elevati del debito, necessità di sostenere investimenti in transizione energetica e difesa. Tuttavia, le traiettorie restano divergenti. Mentre alcune economie consolidano il bilancio, molte altre fronteggiano deficit strutturali difficili da riassorbire nel breve periodo.
Gli indicatori di dicembre offrono dunque una fotografia nitida di una finanza pubblica globale ancora sotto pressione, con margini di intervento che si assottigliano e scelte di politica economica destinate a diventare sempre più cruciali nei prossimi mesi.